Anche i sindacati della sanità chiedono incontro urgente a Toma e Giustini

Emergenza coronavirus dom 14 febbraio 2021
Attualità di La Redazione
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Operatori sanitari delle sigle sindacali ©Termolionline
Operatori sanitari delle sigle sindacali ©Termolionline

CAMPOBASSO. Dopo i presidi dinanzi agli ospedali molisani e le continue iniziative indirizzate ai vertici della filiera sanitaria nazionale e regionale, le organizzazioni sindacali del comparto, sia le tre sigle confederali di Cgil, Cisl e Uil, che Fials, Fsi e Nursing-Up, hanno promosso una richiesta di incontro urgente al Governatore Donato Toma, al commissario ad acta Giustini, al direttore generale dell'Asrem Florenzano e per conoscenza anche ai consiglieri regionali.

«Le scriventi organizzazioni sindacali, sin dall’inizio della pandemia, hanno sollecitato la Direzione Strategica dell’ASReM ad assumere iniziative in linea con le normative vigenti e con i relativi D.P.C.M. emanati dal Governo per tutelare lavoratori ed assistiti.

Purtroppo constatiamo che, gran parte delle decisioni assunte, sono risultate soluzioniinadeguate, con l’effetto di aumentare la tensione tra gli operatori determinando insicurezzae stressche lede la loro serenità e il benessere organizzativo cheogni P.A. dovrebbe garantire.L’approssimazione nella gestione organizzativa e le scelte sbagliate dal nostro punto di vista, si scaricano inevitabilmente sui lavoratori in quanto diretti destinatari pur non essendo né artefici né responsabili.

La percezione che abbiamo è che la situazione dei nostri ospedali è prossima al collasso, in modo particolare l’ospedale “Cardarelli”,dove sempre più reparti sono “bloccati” o coinvolti in accorpamenti per far spazio a malati covid - 19 con personale non sempre adeguatamente formato per quest’ultima emergenzae ridotto all’osso ormai da anni, mettendo in crisi servizi essenziali e la tenuta psicofisica dei lavoratori.

Non esiste una cabina di regia capace di monitorare, nei tempi previsti , le risposte alla positività ai tamponi molecolari effettuati ai pazienti ricoverati tant’è che spesso presso l’ospedale di Isernia arrivano anche dopo il terzo giorno dal prelievo.

Da troppo tempo sollecitiamo un cambio di passo ma, sino ad ora, non siamo ancora venuti a conoscenza dell’adeguamento del piano emergenziale o di strategie che le strutture regionali, commissariali e aziendali intendono mettere in campo per ridurre i tempi di riposte e l’efficacia delle stesse, rispetto ai nuovi scenari e a quelli che di volta in volta si presentano, considerata anche la preoccupante situazione del basso Molise e la diffusione della variante “inglese” della pandemia che di fatto sta letteralmente bloccando gli ospedali a partire dai pronto soccorsoanche a causa dello scarso potenziamento del sistema sanitario territoriale, delle USCA e dell’assenza di un ospedale “Covid dedicato”, come da noi più volte richiesto.

Il servizio 118 è in enorme affanno con operatori costretti ad effettuareprevalentemente e soprattuttotrasferimenti secondari non previsti dal D.M. 70/2015.

Questo servizio, è stato recentemente appaltato e non risulta ancora attivato; ad oggi persiste la sovrapposizione tra interventi di emergenza - urgenza e trasferimenti secondari, determinando come risultato finale che quotidianamente,a Termoli, mancaper lungo tempo l’autoambulanza per l’emergenza fino a 10 ore.

Ne consegue che quel servizio dev’essere garantito dalle postazioni del 118 delle zone limitrofe con un inevitabile allungamento dei tempi di intervento ed un elevato rischio per la vita dei cittadini/utenti.

Gli ospedali pubblici, anziché essere adeguati, sono stati snaturati a seguito della definizione di percorsi alternativi a quelli esistenti in precedenza e a seguito di costruzione di muri senza alcuna logica se non per aumentare la capienza dei posti letti covid – 19: bastaguardare cosa è accaduto all’interno dell’ospedale “ A. Cardarelli ” di Campobasso dovela situazione è emblematica ed eclatante.

Gli accessi negli ospedali non sono stati mai contingentati,anzi, nei giorni scorsi sono statepermesse anche le visite dei parenti ai pazienti ricoverati in reparti covid - 19, senza alcuno screening alla positività del virus.

Le opere di adeguamento della struttura individuata per curare i pazienti covid non sono mai iniziatema,in alternativa, si stannofacendo lavori per potersistemare i container di fronte agli ospedali.

La possibilità di riaprire gli ospedali pubblici “Covid dedicati”, di fatto funzionanti, è stata inspiegabilmente esclusa, sin dall’inizio della pandemia.

Riguardo alla carenza di personale nulla è stato fatto, anzi si stanno usando due pesi e due misure perché, se per la dirigenza medica sono state attivate le procedure concorsuali, per il personale non medico si è fatto ricorso a contratti a partita iva, a scadenza breve.

Per sopperire alle carenze, del personale sanitario ed in particolare quello infermieristico, sono stati imposti turni di dodici ore, lo straordinario effettuato non è stato remunerato, il bonus covid, seppure finanziato dalla Regione Molise, giace nelle casse dell’ ASReM, mentre in altre regioni si stanno utilizzando le ulteriori risorse messe a disposizione per la seconda fase.

Del contratto integrativo nemmeno un timido segnale, il fondo della produttività collettivadel 2019/2020 a favore di tutto il personale a tutt’oggi non è stato corrisposto e dal 2016 non risultano conguagliati gli straordinari effettuati.

Oggi, a distanza di un anno dall’inizio della pandemia, troppe richieste sono rimaste inevase, nonostante le manifestazioni e le forti proteste a tutela di lavoratori e pazienti/utentipromosse dalle scriventi organizzazioni sindacali.

A fronte di tutte le problematiche puntualmente denunciate e mai affrontate, le scriventi chiedono un incontro urgente al Presidente della Regione Molise e al Commissario ad acta della sanità, anche ai fini di una corretta informativa sindacale.

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