A un anno dal paziente zero, Rifondazione sull'emergenza Covid: volantinaggio al San Timoteo

Emergenza coronavirus sab 20 febbraio 2021
Attualità di La Redazione
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Il volantinaggio di Rifondazione comunista al San Timoteo ©Termolionline
Il volantinaggio di Rifondazione comunista al San Timoteo ©Termolionline

TERMOLI. Rifondazione comunista ricorda il primo anno di pandemia in Italia.

«A un anno del primo ricovero causa Sars-cov2, abbiamo distribuiti volantini nei pressi dell'ospedale San Timoteo di Termoli per una campagna nazionale del Prc-Se a un anno dal paziente zero. Abbiamo aggiunto ai temi nazionali argomenti di strettissima attualità riguardante la pesante (per usare un eufemismo) situazione della sanità della nostra Regione».

Il documento:

Definanziamento, privatizzazione e aziendalizzazione hanno depauperato e compromesso la possibilità di accesso alla cura per i cittadini e le cittadine, hanno sottratto risorse alle strutture pubbliche soprattutto nei settori più delicati, come la medicina d'urgenza, la chiusura di centinaia di presidi sanitari locali, il ruolo dei medici di base.

Le cause principali del tracollo sanitario, verificatosi in alcune regioni del Nord, e che hanno aggravato le condizioni già fragili della sanità nel meridione, sono da ricercare innanzitutto nel definanziamento della spesa per la salute e nella privatizzazione dei servizi, tanto care al neo ministro Giorgietti, che hanno smantellato il Servizio Sanitario Nazionale edificato con la Legge di riforma sanitaria 833/78.

L’epidemia da Covid-19 ha dimostrato il fallimento di un sistema fondato sull’iniziativa privata in cerca del maggior profitto verso le terapie più remunerative. Questo percorso è stato facilitato dall'accentramento ospedalocentrico, mentre venivano chiusi molti ospedali dalle aree più periferiche, interne o montane, dallo smantellamento della assistenza territoriale e della prevenzione.

Il fallimento si è visto proprio attraverso l'incapacità delle regioni che hanno operato con l'autonomia regionale esercitata in sanità dopo la modifica del Titolo V della Costituzione che ha aumentato le disuguaglianze e vanificato i principi fissati dalla L. 833/78.

Le scelte regionali, come quelle della Lombardia, hanno tagliato le spese per la sanità territoriale e favorendo la pesante presenza di grandi imprese sanitarie, alcune legate a gruppi finanziari, hanno fatto della sanità una fonte di investimento ad alta resa di profitto, sostanzialmente, con le risorse pubbliche; di questo ci parla il ruolo marginalizzato del terzo settore che ha, viceversa, funzionato da leva per privatizzare le RSA trasformate più in una fonte di guadagno che di servizio.

PER LA NOSTRA REGIONE MOLISE

Noi siamo favorevoli alla riapertura l’ospedale Vietri ma nel contempo condanniamo fortemente chi fa sciacallaggio politico sulla annunciata riapertura del nosocomio Frentano in quanto prende in giro fortemente le popolazioni Molisane e in particolare del Basso Molisane in forte ansia emotiva per l’espandersi senza controllo, con perdite di vite umane anche giovanissimi stroncati della cosiddetta variante Inglese della SARS-Cov 2. Diciamo questo sullo sciacallaggio politico sul Vietri perché come sappiamo la Sanità Molisana è commissariata da tempo per il piano di rientro del deficit finanziario.

I commissari nominati dal Governo sono stati prima i Presidenti della Giunta Michele Iorio e Paolo di Laura Frattura e in seguito dal Governo Gialloverde nel dicembre del 2018 sono stati nominati Angelo Giustini e Ida Grossi rispettivamente Commissario e Sub Commissaria provenienti da fuori Regione.

I Commissari ad acta hanno tagliato, tagliato, tagliato la sanità Molisana, fino ad arrivare anche alla chiusura dell’Ospedale Vietri di Larino da parte di Paolo di Laura Frattura. L’ospedale Giuseppe Vietri di Larino (insieme a Venafro) è diventato Ospedale di comunità, paragonato a poco più di una RSA e per cui non può e mai può diventare un’Ospedale Covind per il semplice fatto che non è un Ospedale. Nel Molise solo il Cardarelli può avere un reparto di malattie infettive -dopo una deroga- del Governo in quanto anche il Cardarelli non è un ospedale di 1,2,3 livello. Dopo la deroga per il Cardarelli -il Governo nazionale nel 2020- ha stanziato prima € 6.000,00 e successivamente altri € 2.000,00 per attrezzare l’Ospedale di contrada Tappino in Ospedale Covid nelle 2 torri di tale nosocomio. Queste cose non lo diciamo noi ma chiaramente sono scritti nei provvedimenti fatti dal Governo nel corso del precedente anno.

Il nostro partito non si accoda agli entusiasmi, ai proclami, ai Flash mob dopo ogni annuncio della riapertura dello Ospedale di Larino che nel giro di poche ore vengono inesorabilmente smentiti -dagli stessi protagonisti della disfatta della Sanità Molisana-. Anche se andava in porto la notizia dell’altro ieri comunque sia: il ‘miracoloso’ e‘ provvidenziale’ intervento (ora sospeso) sul Vietri consiste nella “messa a disposizione gratuita” da parte di Neuromed di alcune ordinarissime apparecchiature (ventilatori polmonari, autorespiratori, siringhe) e, quanto al personale, di 13 infermieri, 6 OSS, più 1 medico internista (full time) e alcune consulenze specialistiche, il cui costo graverà “interamente” sulla Asrem. Il tutto per garantire il trattamento di pazienti “paucisintomatici” (niente a che fare quindi con le terapie intensive).

Dal punto di vista sanitario, si trattava di un’organizzazione di mezzi e personale più o meno corrispondente ai requisiti di una RSA (residenza sanitaria assistenziale), cioè un po’ di più di una casa di riposo, sufficienti per un modulo di 8 posti letto (non 60, come incredibilmente qualcuno continua a dire). La politica smettendola di fare sciacallaggio politico a discapito dei cittadini dovrebbe immediatamente azzerare i debiti sanitari della Regione Molise -Commissariata- cosi come ha fatto per esempio l’Europa per il Patto di stabilità. Fare subito il nuovo piano sanitario Regionale e fare diventare il San Timoteo di Termoli e il Veneziale di Isernia Ospedali di 1, 2, 3 livello.

Questo discorso di Ospedale 1, 2, 3, vale anche per il Cardarelli perché come dicevamo prima solo per deroga hanno potuto aprire un reparto di malattie infettive e centro Covid.

In questo modo tutti e 3 gli Ospedali Molisani potrebbero averei reparti di malattia infettive riuscendo a coprire tutto il territorio Molisano. Ripetiamo che siamo favorevoli alla riapertura del Vietri di Larino ma non con il fumo negli occhi e sciacallaggio politico che abbiamo visto in questi mesi, più drammaticamente negli ultimi giorni. In Base al famoso titolo V della Costituzione sono le Regioni titolate a fare il Piano Sanitario Regionale e il Ministero della Salute non può farci niente se non si modifica il titolo V della Costituzione come diciamo nella prima parte di questo comunicato. Rifacciano il Piano Sanitario Regionale prevedendo la riapertura del Vietri di Larino con i livelli assistenziali 1,2,3 insieme agli altri 3 Ospedali Molisani altrimenti sono solo chiacchere e sciacallaggio Politico.

Agli ospedali privati Gemelli Molise e ICRSSC Neuromed, negli anni passati sono stati assegnati il 30% dei posti letto. In base alla Legge la Regione Molise può riprendersi questo 30% di posti letti e magari convertirli in centri per garantire il trattamento di pazienti “paucisintomatici”. Inoltre rafforzare la medicina territoriale con l’istituzione degli USCA (unità speciali di continuità assistenziali) che sicuramente sarebbero decisive per salvare tante vite umane in quando molti casi SARS – Cov 2 si possono curare a casa con gli interventi del personale medico e infermieristica degli Usca. Così facendo si salverebbero vite umane e non si intaserebbero gli ospedali. Queste sono le cose da fare e anche le forze di opposizione al Consiglio Regionale dovrebbero lottare per ottenerlo, senza andare a fare i caroselli e inviate delle iene per causa fasulle.

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