Gli ambulanti non ne possono più, giornata di mobilitazione nazionale

Emergenza coronavirus mar 06 aprile 2021
Attualità di La Redazione
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Angelo Gioia, referente Ana-Ugl a Termoli ©Termolionline
Angelo Gioia, referente Ana-Ugl a Termoli ©Termolionline

TERMOLI. Oggi torna il mercatino settimanale del martedì, ma è una magra consolazione per gli ambulanti a Termoli. Sabato scorso è saltata la fiera mensile prepasquale, uno degli appuntamenti più importanti dell’anno, come lo è anche la Madonna a Lungo e stesso discorso. Oggi non ci saranno bancarelle al Santuario tra Termoli e San Giacomo degli Schiavoni. Intanto, esplode la protesta a livello nazionale, capeggiata dall’Ana-Ugl, di cui a Termoli è referente Angelo Gioia. Indetta per oggi una giornata di mobilitazione nazionale con iniziative di protesta contro il Dpcm e la Ordinanza del Ministro della Salute che ha dichiarato zone rosse molte Regioni d'Italia e contro le decisioni del Decreto Sostegni.  

In coincidenza delle manifestazioni che si svolgeranno a Milano, a Verona, a Torino, a Napoli, a Matera, in Puglia, in Calabria ed in Sardegna, si svolgeranno a Roma due iniziative promosse dalla nostra Associazione, una, la mattina, a Piazza Montecitorio, e la seconda, di pomeriggio, a Piazza di Spagna.  Gli ambulanti protestano perché, il lockdown reitera la chiusura dei mercati nonostante che essi si svolgono all'aperto, vi è un naturale ricambio d'aria, e sono stati tutti riaperti nel rispetto delle Linee Guida anti-Covid adottate dalla Regioni. Protestano inoltre perché si sentono discriminati rispetto ad altre categorie — come i centri commerciali, i megastore e le grandi strutture di vendita della grande distribuzione, alimentare e non - a cui è consentito esercitare l'attività nonostante non vi sia alcun contingentamento, non è garantito il distanziamento sociale tra le persone, e sono luoghi chiusi ove è maggiore il rischio di contagio da covid-19.  Nel mese scorso è sembrato a noi che gli unici nelle Regioni dichiarate zone rosse a fare il lockdown siano stati gli ambulanti, con i mercati chiusi, mentre i negozi di cui all'elenco del famigerato allegato 23 erano aperti.  

Domandiamo: è colpa degli ambulanti e dei fieristi se il virus covid-19 provoca ogni giorno la morte di circa 500 persone, il numero dei contagiati non riesce a scendere oltre i 20.000 e se l'indice RT non scende sotto l'1%?  Qualcuno si dovrà pur domandare se alla luce di questi risultati siano state giuste le decisioni finora assunte dai Governi, dai Presidenti di Regione e dai Sindaci su di noi, privando una intera categoria del loro posto di lavoro e della loro unica fonte di reddito nei mercati e nelle fiere, anche nelle zone gialle ed arancioni. Chiudere un mercato o una fiera corrisponde di fatto al licenziamento di migliaia di ambulanti, e per di più senza alcun sostegno economico, esponendoli al rischio concreto di rivolgersi alla criminalità organizzata per ottenere la liquidità necessaria, che le Banche e lo Stato non gli hanno concesso.  

Ecco perché gli ambulanti stanno pagando un prezzo altissimo alla crisi conseguente alla pandemia.  Già circa 10.000 hanno già chiuso la loro attività nel corso del 2020 e temiamo che questo numero possa aumentare vertiginosamente nel corso del 2021 se non saranno assunte delle decisioni, urgenti ed adeguate alla crisi profonda che stanno attraversando, con grave danno per le loro famiglie e con fortissime ripercussioni sull'indotto diretto ed indiretto. Il Decreto Sostegni non è riuscito a dare risposte ad una categoria che ha avuto solo due indennità di € 600,00 con il Decreto Cura Italia e poi pochissimi aiuti economici nonostante le cospicue risorse economiche distribuite nel corso del 2020 con i successivi Decreti.  

Vi chiediamo pertanto di ricevere una delegazione della nostra Associazione durante la giornata nazionale di mobilitazione del 6 aprile per illustrare le nostre richieste per aiutare la categoria a superare il gravissimo momento di crisi. 

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