Perché chi fa assembramento snobba gli esperti dell’imprevedibile Covid

Storia & Amarcord dom 11 aprile 2021
Attualità di Luigi De Gregorio
6min
Corso nazionale ieri sabato 10 aprile ©Termolionline
Corso nazionale ieri sabato 10 aprile ©Termolionline

TERMOLI. Nuove segnalazioni di assembramenti ieri, sia sul lungomare Nord che in pieno centro, come testimonia la foto che pubblichiamo in copertina. Tema affrontato nel corso della sua rubrica domenicale da Luigi De Gregorio, con riferimento alla vicenda assurta in cronaca poco prima di Pasqua. 

Era il 1° aprile 2021, senza l’ombra di un scherzo organizzato, sul lungomare Nord di Termoli c’era un assembramento di giovani. Tanti. Ce n’erano più che in agosto. E’ intervenuta la polizia.

Questo caso, preso come esempio di tanti altri assembramenti, ci suggerisce di dare una spiegazione del perché i giovani ( in prevalenza, ma non solo loro) non si filano le indicazioni, i divieti anche se sanzionati, non considerano, anzi non danno proprio retta agli esperti dei virus. Proviamo a trovare una spiegazione.

Sin dal primo apparire dell’evento pandemico in Italia (febbraio 2020)sono apparsi anche gli esperti dei virus. Noi cittadini normali (in molti) non sapevamo neanche che esistessero i virologi, gli immunologi, gli epidemiologi e subito abbiamo detto beh con tutti questi esperti stiamo tranquilli.

Ma scoprimmo subito che essi iniziarono a dare opinioni contrastanti sul come ci si doveva difendere dal virus: mascherina si, mascherina no, quali tipologie di mascherine, distanza da 1, 2, 4 metri, colloqui senza mascherina innocui fino a 15 minuti ( consiglio che ebbe breve vita), aerazione delle stanze delle nostre case, disinfestazione delle strade e dei luoghi pubblici, distanziamento  dei tavoli al ristorante , igiene delle mani etc…

Ma scoprimmo subito che il numero di contagi diventava impressionante ed ancor peggio le migliaia di morti erano in continua crescita.

Ma scoprimmo subito che i lockdown rappresentavano una strategia perdente rispetto al virus e perdente per l’economia.

Ma scoprimmo subito che il liberi tutti prima dell’estate ci fece pagare il conto in nuovi contagi e morti con una seconda ondata.

Ma scoprimmo subito che era opportuno suddividere l’Italia in tre colori.

Ma scoprimmo subito che il Covid ama trasformarsi e che nel mondo circolavano delle sue varianti (inglese, brasiliana australiana etc.)

Ma scoprimmo subito che c’era la possibilità di una terza ondata del virus.

E qui ci fermiamo per fare alcune considerazioni sugli esperti del Covid relativamente a tutto il 2020 in cui il Killer ha occupato la scena mondiale mentre nel 2021 è iniziata la fase vaccino di cui è opportuno occuparsene in una prossima occasione.

La prima considerazione è che gli esperti sono bravi, veri conoscitori del mondo dei virus, ma hanno difficoltà nel fare previsioni. Con riferimento specifico al Covid 19, essi si sono trovati nella situazione di rincorrere il virus, ma in difficoltà a prevederne le mosse.

L’esempio più eclatante: nessuno degli esperti aveva parlato delle varianti del Covid. Ed un bel (brutto) giorno, dall’Inghilterra arrivò la notizia della variante Inglese e poi quella sudamericana, africana, australiana. Ancora una volta la bizzarria evolutiva del Covid non era stata prevista, ma gli esperti del giorno dopo, salirono in cattedra a spiegarci in cosa consistessero le varianti. E va bene, acculturare le persone non addette ai lavori è da considerare positivo, ma prevenire il killer è un’altra cosa.

Quindi per tutto il 2020 gli esperti, troppo spesso sollecitati dai giornalisti, davano previsioni sul comportamento del Covid che venivano regolarmente smentite dal virus. In altre parole:non ne azzeccavano una. In altre parole ancora: gli esperti sono bravi a dirci cosa stia facendo l’invisibile killer, ma sono impossibilitati a dire ciò che esso farà. 

Insomma gli esperti, parafrasando una nota marca di orologi Breil, avrebbero dovuto con sincerità dichiarare : chiedeteci tutto , ma non cosa farà il Covid nelle prossime settimane.

La seconda considerazione è in effetti una constatazione facilmente rilevabile da tutti. Gli esperti presenziavano gli studi televisivi a tutte le ore, tanto da supporre di essere colpiti dal virus della vanità con relativa  dipendenza da telecamera.

Ma, oltre alla fascinazione degli studi televisivi, essi erano sedotti da presentatori e presentatrici che utilizzavano appellativi o allocuzioni ammalianti “Lei che è uno scienziato ci illumini”, “ci faccia vedere la luce in fondo al tunnel” e frasi similari rimanendo in adorazione del verbo.

Naturalmente le risposte relative al comportamento futuro del Covid erano sempre vaghe e presentate come un cocktail di opinione, di speranza, di ambiguità.

Mentre la certezza emerse, come un sub al termine dell’apnea, ad esempio, quando fu chiesto ad uno degli esperti se avesse fatto volentieri il ministro della sanità su richiesta del Premier. La risposta , impregnata di sicurezza in piena sintonia con la vanità, fu “a Roma ci vado di corsa” .

Ed ancora. La vanità raggiunse il top (luglio 2020) quando un esperto con desiderio di innalzarsi al di sopra di tutti i colleghi fece la previsione delle previsioni: il virus è clinicamente morto.

Quanto detto sopra relativamente agli esperti va ad intersecarsi con i negazionisti ed i bastian contrari di tutte le regioni ed ovviamente anche del Molise.  

Quest’ultimi (i bastian contrari) in particolare, già per natura ribelli, non amanti dei vincoli e delle limitazioni hanno annusato la poca convinzione degli esperti, hanno intuito la debolezza delle loro argomentazioni, hanno visto la nebbia nelle previsioni. Insomma hanno recepito e metabolizzato l’incertezza e l’ambiguità che aleggiavano sul comportamento futuro del virus.

Ecco perché, quando gli esperti hanno definitivamente concluso che la maniera di difendersi dal Covid era la terna: mascherina, distanziamento, igiene, con l’aggiunta del divieto assoluto degli assembramenti, i bastian contrari che ovviamente ci sono anche a Termoli, avevano ormai intrapreso la strada del vogliamo essere liberi sfidando le regole ed anche le eventuali sanzioni.

Ed ancora pochi giorni fa ,come abbiamo già detto,questa minoranza, il 1° Aprile, giornata di pieno sole e di pieno divieto di assembramento, si è riunita sul lungomare Nord così numerosa che è stato necessario l’intervento della polizia.

Conclusione. La medicina non è una scienza esatta come la matematica (due più due fa quattro) o come la fisica (l’acqua bolle a 100°).

La medicina procede per tentativi. Ma i virologi televisivi hanno fornito con ambiguità, mista a velature di certezza, ciò che erano opinioni e previsioni con basso grado di probabilità

Il Covid 19 li sorprendeva continuamente mentre essi, mediante i media, agivano come anestesisti sulle persone ansiose di vedere il colore verde della speranza, alimentavano come una bevanda tonificante gli spiriti stanchi degli stop and go della libertà personale,  annebbiavano la realtà mediante piogge torrentizie di numeri rumorosi ed accecanti.

Ed i conduttori e le conduttrici (non tutti) rivolgendosi agli esperti li appellavano scienziati, luminari, li osannavano come le folli romane celebravano i condottieri romani di ritorno da battaglie vittoriose al confine dell’impero.

Ma quanto sopra non attecchisce, non convince i giovani che non hanno paura, che annusano l’odore di mistificazione, che intuiscono le dichiarazioni artefatte ed inoltre non amano le limitazioni alla libertà.

Ora nel 2021, il campo mediatico è occupato in prevalenza dalla vaccinazione e dai politici che la devono gestire. Ma speriamo di vedere un altro film, nonostante la partenza zoppicante. E ci auguriamo che gli esperti del misterioso ed imprevedibile Covid 19 tornino un po’ in ombra a godersi la tranquillità sotto un albero centenario.

Luigi De Gregorio    

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