Cinghiali e colture distrutte, «L’attività svolta per vivere viene vanificata dalle orde barbariche»

La denuncia mer 14 aprile 2021
Attualità di Michele Trombetta
1min
Cinghiali sulla costa ©Termolionline
Cinghiali sulla costa ©Termolionline

TERMOLI. Stamani fotografato un cinghiale in via del Mare a Termoli, fatto ormai quasi routinario, ma segnale di un problema che non smette di affliggere gli agricoltori, soprattutto.

Non a caso, proprio oggi arriva un’altra segnalazione riguardo alla vicenda della proliferazione degli ungulati e dei relativi danni causati alle colture.

Proviene dall’ex preside Ezio Di Pinto, proprietario di un piccolo appezzamento di terreno in zona Sinarca, nell’Agro di Guglionesi.

«Da pensionato ho sognato di vivere nella mia casetta in campagna per dedicarmi alla coltivazione del mio pezzettino di terra. Ma questo sogno, proprio a causa di tale invasione, sta sempre più diventando un incubo. Per altri miei vicini, che vivono del lavoro è ancora peggio. L’attività svolta per vivere viene vanificata dalle orde barbariche. E’ facile chiedersi, allora quali norme regolamentano tale invasione?

Questo interrogativo è rivolto specificatamente ai nostri politici che si occupano del settore agricolo e zootecnico. Come mai nessuno di loro, visto che il problema lo viviamo da tempi remoti, non cerca di trovare soluzione alla questione che, oggi, insieme alla pandemia sta mettendo letteralmente in ginocchio il settore agroalimentare della nostra economia? La situazione può e deve essere quella della soppressione per ridimensionare il fenomeno. Anche se dolorosa, è l’unica possibilità. So anche che ciò potrebbe provocare le proteste degli animalisti, ma l’unico rimedio per consentire una vita normale nelle campagne. Se poi, le proteste per la salvaguardia della specie fosse roboante, allora una semplice norma potrebbe consentire che il danno subito da chi lavora nei campi venga risarcito da chi a spada tratta ha voluto difendere una specie a discapito di un‘altra, che invece con fatica, ha scelto di dedicare il proprio tempo ad una attività che non è lucrosa, ma consente di vivere dignitosamente. Purtroppo ora, molti agricoltori vivono con l’assillo di dover salvaguardare il frutto del loro lavoro e in qualche caso anche quello della propria incolumità. Mi permetto di levare la mia voce quindi anche e soprattutto per quanti nel silenzio subiscono o producono reclami, sapendo che, con rassegnazione, non saranno ascoltati. Forse il politico di turno si ricorderà di loro alle prossime elezioni. Ma il problema rimane insoluto anche se tanti i bla bla bla».

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