Terapie intensive in Molise, Camilla adesso va all'attacco del Ministero della Salute

Oltre la diffida lun 10 maggio 2021
Attualità di La Redazione
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Camilla Caterina ©Termolionline
Camilla Caterina ©Termolionline

TERMOLI. Un vero e proprio braccio di ferro quello ingaggiato da Camilla Caterina con la sanità pubblica molisana e ministeriale. Nel mirino della coriacea cittadina, isernina di origine e ora residente a Termoli, ora c’è il direttore generale del Ministero della Salute, a cui aveva inviato nel marzo scorso una diffida formale. Ecco la risposta di Urbani. «Sulla scorta di quanto previsto dalle disposizioni contenute nel titolo V della Costituzione, l’attività amministrativa di gestione dell’attività sanitaria rientra nelle prerogative esclusive degli ordinari organi regionali.

La Regione Molise, a causa dei disavanzi sanitari, è stata dapprima sottoposta a piano di rientro e, successivamente, a commissariamento. L’Accordo per il Piano di Rientro dal disavanzo sanitario è stato sottoscritto dalla Regione Molise il 27  marzo 2007 (poi recepito con Deliberazione della Giunta Regionale - DGR 362 del 30 marzo 2007) e prevede una serie di interventi per la riqualificazione strutturale ed il rientro dai disavanzi del settore sanitario regionale. Il predetto Piano di Rientro, non essendosi concluso nei termini previsti, è proseguito dapprima con il Programma Operativo 2010 (DCA 17/2010) e successivamente con il Programma Operativo 2011-2012 (DCA 80/2011), il Programma Operativo 2013-2015 (DCA 21/2014), il Programma Operativo Straordinario 2015-2018 adottato con DCA n. 52/2016 (art. 34 bis, D.L. 24 aprile 2017 n. 50 convertito, con modificazione dalla L. 21 giugno 2017, n. 96) che è tuttora in corso. Nelle Regioni sottoposte a piano di rientro e commissariate, il potere-dovere di predisporre i Piani di riorganizzazione dell’offerta ospedaliera e territoriale per l’emergenza epidemiologica Covid-19, come pure quello di predisporre e adottare il Programma Operativo per la gestione dell’emergenza COVID-19 - che racchiude tutti gli interventi adottati e da adottarsi per l’emergenza stessa con riferimento alla programmazione sanitaria regionale - competono esclusivamente alla struttura commissariale, rientrando negli “atti organizzativi e gestionali” che la normativa richiamata riserva in via esclusiva al Commissario ad acta designato. A tal fine, si rammenta che la  struttura regionale è di supporto alla struttura commissariale. Per quanto di propria competenza, il Ministero della Salute, come peraltro rappresentato nella nota che si riscontra, ha disposto per i giorni 27 e 28 gennaio 2021 una visita ispettiva ordinaria urgente presso gli ospedali molisani, al fine di verificare la gestione dell’assistenza dei pazienti Covid e no Covid nell’attuale situazione di emergenza epidemiologica, all’esito della quale ha individuato le azioni di miglioramento di competenza della Regione. Altresì, in seguito a tale verifica, il 24 febbraio 2021 la scrivente Direzione generale ha inviato alla struttura commissariale e alla Regione Molise una richiesta urgente di chiarimenti in merito alle dotazioni regionali di posti letto di terapia intensiva e area medica Covid. Inoltre, il Molise, in quanto Regione in piano di rientro e commissariata, è sottoposta al controllo del Tavolo di verifica degli adempimenti (art. 12, Intesa 23 marzo 2005 -GU n.105 del 7-5-2005 - Suppl. Ordinario n. 83), al quale partecipano il Ministero della Salute e il Ministero dell’Economia e Finanze. Nell’ambito della riunione del 1 ottobre 2020, detto Tavolo ha segnalato alla struttura commissariale il ritardo nella presentazione del piano di riorganizzazione dell’offerta ospedaliera per l’emergenza epidemiologica Covid-19 previsto dall’articolo 2, comma 1, del decreto legge n. 34/2020, nonché le mancate modifiche/integrazioni da effettuarsi al piano di potenziamento e riorganizzazione dell’offerta territoriale per l’emergenza epidemiologica Covid-19, previsto dall’articolo 1, comma 1, del decreto legge n. 34 del 2020. Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 31 marzo u.s., ha nominato la nuova struttura commissariale della Regione Molise: la dottoressa Flori Degrassi è il nuovo commissario alla sanità del Molise e la dottoressa Anna Maria Tomassella è il sub commissario. Nella delibera di nomina si dà, tra l’altro, atto degli “….esiti delle periodiche riunioni di verifica, tutti negativi, da ultimo delle riunioni del 1 ottobre 2020 e del 29 dicembre 2020, in cui sono state confermate importanti criticità nell’attuazione sia del Piano di rientro e nell’attuazione del mandato commissariale, anche con riferimento alla gestione dell’emergenza pandemica;”, nonché della necessità di “dare immediato impulso al procedimento di  attuazione del Piano di rientro, rinnovare la struttura commissariale”. Per la Regione Molise, la prossima riunione del Tavolo di verifica degli adempimenti è prevista per il 9 aprile. Tanto si rappresenta per quanto di competenza».

Una risposta per nulla soddisfacente e Camilla Caterina ha replicato per le rime, estendendo anche al Ministro della Salute Roberto Speranza, annunciando che non si fermerà alla ricerca della verità ed è pronta a chiamare alla responsabilità lo stesso dicastero. «Con l’evidenza di atti ufficiali, acquisiti dalla regione Molise e dall’Asrem Molise, la scrivente ha segnalato più volte, mettendo per conoscenza anche il Ministro On. Roberto Speranza che quel dato non risultava essere conforme e corrispondente alla realtà a causa della mancanza di disponibilità dei posti letto di terapia intensiva presenti nelle strutture private accreditate nella regione Molise, imputati nel totale dichiarato, pur non essendo stati mai contrattualizzati come invece previsto, quindi non disponibili ad uso esclusivo della regione per la gestione di questa emergenza sanitaria, come del resto emerso e confermato proprio dal diniego della disponibilità da parte degli stessi operatori privati in più di un’occasione, come riportato anche su alcuni decreti emanati in merito. Ma soprattutto, proprio in virtù della finalità di quel “semplice numero”, si ribadiva la necessità di una urgente verifica e conseguente intervento a tutela della salute dei molisani continuando insistentemente a far notare che, sui grafici e le tabelle del Ministero della Salute dei monitoraggi quotidiani e settimanali non si rilevavano variazioni relativamente al numero di P.L. di terapie intensive in dotazione nel Molise ed il conseguente calcolo dell’area critica, con tutte le conseguenze che quel dato stava e sta causando. Ed è proprio in virtù del ruolo che il dottor Andrea Urbani riveste nell’ambito dell’emergenza, che egli stesso specifica nella medesima nota a riscontro di cui sopra, che veniva sollecitata la verifica. Infatti, nella stessa nota a riscontro si legge: La scrivente Direzione Generale, in particolare, risulta competente esclusivamente in ordine agli indicatori 3.8 e 3.9, rispettivamente riferiti al tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva per pazienti COVID-19 ed al tasso di occupazione dei posti letto totali di area medica per pazienti COVID-19.

Nello specifico, il primo dei suddetti indicatori viene elaborato sulla base dei dati oggetto di rilevazione giornaliera attraverso l'inserimento in apposita piattaforma web, da parte delle regioni, delle informazioni rilevanti. In virtù delle competenze richiamate e della finalità di quell’indicatore, la verifica tempestiva con i  responsabili regionali designati a vario titolo per la gestione dell’emergenza ed una conseguente correzione sulle tabelle e sui grafici di monitoraggio emanati dal Ministero erano azioni a dir poco doverose, senza dubbio aldilà dei ruoli e dei poteri in ambito di gestione sanitaria regionale, ma doverose per poter effettuare una reale e corretta valutazione del rischio in Area Critica per la regione Molise, garantendo così il monitoraggio, l’allerta preventiva ed i soccorsi previsti tramite Cross laddove necessari. A tal proposito, si ricorda che la scrivente ha fatto presente e denunciato le diverse criticità emerse nel Molise sin dal mese di novembre 2020 segnalando, in aggiunta alle evidenze degli atti ufficiali, anche le allarmanti notizie riportate dai quotidiani locali (notizie in seguito confermate dagli atti del pronto soccorso) di molisani, in attesa nelle aree grigie allestite, che hanno perso la vita per non aver tempestivamente ricevuto le cure intensive di cui necessitavano a causa della saturazione totale di posti letto disponibili. Come mai, si chiede a questo punto, non veniva allora attivata la Cross? Alla luce di queste evidenze, nonostante le continue segnalazioni e i diversi ed insistenti solleciti inoltrati, rappresentando l’urgenza e la pericolosità della situazione, si è omesso di verificare, rettificare il dato e denunciare l’accaduto a chi di competenza per i provvedimenti urgenti da adottare, lasciando consapevolmente dal mese di novembre 2020 un’intera comunità in una condizione di pericolo. Non si ravvede quindi la pertinenza con le competenze, la gestione ed i poteri in ambito di sanità regionale stabiliti nell’Art. V della Costituzione. Il caso specifico non riguarda la gestione generale del sistema sanitario territoriale, ma riguarda false dichiarazioni rese dai responsabili dell’emergenza per il Molise. False dichiarazioni che hanno compromesso irrimediabilmente la macchina dei soccorsi, volta a mettere in sicurezza e garantire le cure intensive in tempi utili ai malati Covid19 ed al contempo non intasare gli ospedali regionali correndo il rischio di non poter garantire neanche più le cure ordinarie a chiunque ne avesse bisogno. (come ovviamente, per la terza volta, sta accadendo in Molise in queste ore!). Trattandosi quindi di dichiarazioni mendaci rese da una Pubblica Amministrazione in fase di  emergenza sanitaria e di consapevole omissione da parte di tutti i soggetti che ne erano e ne sono ormai  a conoscenza, dimostrato proprio dai diversi riscontri alle denunce inoltrate ricevuti dagli organi  competenti a vario titolo e coinvolti in merito, la questione va collocata nell’ambito dei reati penali in  quanto, a causa di quelle dichiarazioni e delle omissioni in merito, alcuni molisani  hanno perso la vita per non aver ricevuto le cure intensive di cui necessitavano. Di fronte a queste negligenze ed illeciti, che hanno causato dolore, sofferenze e rabbia negli animi dei molisani per la perdita dei loro cari in queste condizioni, ritengo non possa bastare “Un tavolo di verifica degli adempimenti” solo per rilevare criticità! Non può assolutamente essere considerato sufficiente e giustificativo trattandosi della vita dei nostri corregionali e dei “Vostri connazionali”! Un atto del genere doveva essere assolutamente verificato e appena dopo denunciato anche alle autorità competenti ed invece è stato ignorato, lasciando un’intera comunità a rischio.

Si vuole rappresentare inoltre che, la richiesta di chiarimenti richiamata nella nota in oggetto, inoltrata dallo stesso dottor Urbani alla Regione Molise in data 24.02.2021, così come il verbale redatto ed  inviato all’Asrem ed alla regione Molise a seguito dell’ispezione dei Nas presso le strutture ospedaliere del 27 e 28 gennaio 2021 (note inviate, come dallo stesso dottor Urbani dichiarato, proprio per aver  rilevato le criticità), non hanno avuto alcun seguito in termini di provvedimenti tempestivi e risolutivi, anche in ordine di rettifica dei dati in possesso del Ministero della Salute per i monitoraggi quotidiani dei posti letto di terapie intensive presenti nella regione. Non è stato dato seguito quindi alle gravi irregolarità e criticità rilevate. Per tutti questi motivi si comunica che, non avendo rilevato e ricevuto alcun riscontro concreto da parte della Direttore Generale del Ministero della Salute su possibili provvedimenti, anche in termini giuridici, nei confronti dei responsabili designati a vario titolo per la gestione dell’emergenza in Molise, si rende noto che si procederà ad informare gli organi competenti, depositando formale denuncia per corresponsabilità e omissione, proprio in virtù delle responsabilità a capo del Direttore Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute per il ruolo ricoperto. In ultimo si vuole precisare che, l’aver nominato un nuovo Commissario ad Acta con poteri specifici in sostituzione del precedente, dimessosi spontaneamente, è atto dovuto in una regione commissariata appunto e non intervento emergenziale “riparatore” delle criticità in questione, come invece si vuol lasciare intendere».

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