South Beach, parla George Cohen: pronto a confrontarmi sul nostro progetto in Molise

L'intervista lun 31 maggio 2021
Attualità di Emanuele Bracone
10min
Mr George Cohen ©TermoliOnLine
Mr George Cohen ©TermoliOnLine

MONTENERO DI BISACCIA. Non con la messe di interventi e contributi delle prime settimane, ma con discreta continuità, si prosegue a parlare e a discutere del progetto di insediamento turistico South Beach, alla Marina di Montenero di Bisaccia, i cui atti sono stati trasmessi alla Regione Molise.

Un investimento programmato da 3 miliardi di euro all’incirca, su cui molte associazioni hanno dichiarato la loro contrarietà e si è messo in moto un fronte politico dissenziente.

Per mettere meglio al corrente lettori e residenti rispetto a quanto viene contenuto nelle ipotesi progettuali, abbiamo contattato direttamente il kingmaker dell’operazione, mister George Cohen.

«E’ mia intenzione chiarire diversi aspetti in riferimento a ciò che ultimamente ho avuto modo di leggere su parte delle testate giornalistiche molisane. Sono venuto infatti a conoscenza del fatto che sono stati pubblicati articoli nei quali vengono riportate molte accuse al progetto South Beach e a me personalmente, quale primo attore del possibile piano di investimento.

Ho purtroppo percepito in alcuni un atteggiamento che appare distruttivo a priori, messo in atto senza informazioni concrete e quasi volto a suscitare idee fuorvianti (spero in modo non fazioso); non mi aspetto questo da chi comunque in un modo o nell’altro dovrebbe amare la propria terra.
Gli articoli in questione sono stati scritti in modo nebuloso, decisamente irreale ed il progetto e i promotori sono stati presentati in modo ambiguo e non veritiero, probabilmente basandosi su idee pregiudizievoli o su una semplice predisposizione d’animo in tal modo, senza quel giusto senso critico e di analisi fondato su elementi certi che dovrebbero stare alla base di un’informazione attenta, volta ad informare in modo giusto i cittadini.
Vorrei infatti in modo costruttivo e rispettoso delle opinioni altrui chiarire che la realtà di questo progetto è molto diversa da quella che spesso è stata rappresentata e, in definitiva, anche molto più semplice di quanto si pensi».

Parla di una rappresentazione della sua istanza progettuale distorta, ci spieghi meglio.

«Bisogna innanzitutto specificare che le informazioni ad oggi divulgate su tale idea d’investimento sono poche (anche a causa della grande mole di lavoro ancora da fare, affinché il tutto possa essere avviato nel rispetto delle numerose norme di riferimento e di quanto necessario per ottenere la dovuta condivisione e le eventuali autorizzazioni), pertanto facili da travisare o soggette ad interpretazioni varie e spesso ingannevoli».

Deve riconoscere che in una regione come il Molise dinanzi a una cifra come 3 miliardi di euro si possa reagire in vari modi, al di là dell’aspetto eminentemente ambientale.

«Si parla di un progetto di circa  3 miliardi. Di certo una tale opportunità di sviluppo rappresenta per questa splendida fascia territoriale un cambio di rotta senza precedenti in termini di crescita, un volano che apporterà nuovo vigore non solo alla Regione ma all’intero Centro-Sud Italia, che vedrà da tale investimento nascere nuove prospettive sotto tutti i settori immaginabili, che andranno a vantaggio in primis di giovani ed imprese locali, i quali saranno ovviamente partecipi di quanto necessario alla realizzazione di South Beach e della grande macchina economica ed imprenditoriale che vi si creerà intorno. Chiaramente, le prospettive in termini di successo di tale investimento rivolto ad un bacino d’utenza soprattutto internazionale sono reali e tangibili, non si rincorrono castelli di sabbia, si lavora su soluzioni serie e concrete, lo studio di tutte le problematiche legate a “South Beach” va ormai avanti da mesi».

Viene contestato l’altissimo impatto ambientale che caratterizzerebbe South Beach.

«Se dovessi avere la possibilità di proseguire il percorso avviato, il mio sarà un piano di sviluppo sostenibile in termini ambientali con le più avanzate tecniche di realizzazione e i migliori materiali “green” ad oggi esistenti, nel rispetto e nella valorizzazione “sana” di una zona le cui peculiarità vanno preservate e sviluppate, rendendole utili e funzionali ad una crescita unica. South Beach non è distruzione, bensì edificazione nel rispetto del territorio e nella considerazione di tutti i suoi  interessi legittimi, un percorso condiviso teso ad integrare l’importante investimento con tutte le ricchezze e le potenzialità della regione Molise».

Quali saranno i prossimi step della sua iniziativa imprenditoriale?

«A breve sarò in Italia e avrò modo, unitamente al mio gruppo di lavoro, di confrontarmi su ogni aspetto tecnico ed urbanistico dell’investimento che prevede, nel rispetto e nella conservazione del patrimonio ambientale, l’urbanizzazione e l’infrastrutturazione di circa 150 ettari di litorale, dando vita ad un nuova realtà integrata, autonoma per i fabbisogni primari e unica per ricercatezza e soluzioni da adottare; saranno preservate le peculiarità situate a terra caratterizzate dalla fascia tratturale e dai corsi d’acqua, se pur questi ultimi elementi antropici. La fascia tratturale è un elemento connotante l’intero progetto mediante la sua completa conservazione ed inclusione come “parco tratturale”, un polmone verde dell’intero territorio, di cui costituisce con i suoi 24 ettari circa il 20% dell’area complessiva; i corsi d’acqua saranno integrati nel progetto mediante rielaborazione ed stensione dando vita ad un vero e proprio porto canale. Non voglio dilungarmi, ci sarà modo di approfondire ogni singola caratteristica del progetto “South Beach”, dico solo che in linea con la più avanzata concezione urbanistica di sostenibilità tesa a preservare il consumo del suolo, Il progetto prevede una superficie coperta complessiva di circa l’8% (solitamente le zone di espansione prevedono un utilizzo del suolo del 30%)».

C’è chi ritiene spropositato rispetto alla realtà molisana quello che ha in mente? Soprattutto connotandolo col mercato turistico che mai ha privilegiato le grandi masse, eccezion fatta forse per Campomarino lido, la nostra costa adriatica.  

«Alcuni si chiedono perché la possibile clientela internazionale dovrebbero comprare in Molise? La risposta è semplice: Il Molise è un posto “sano”, bello e affascinante, unico nelle sue peculiarità, i molisani sono gentili e accoglienti, il cibo e tutti i prodotti locali sono di ottima qualità, il clima è perfetto, in meno di un’ora si passa dal mare alla montagna e il Molise è a sole due ore da Roma e Napoli per gli spostamenti. Il Molise sarà meta ambita con la giusta preservazione, valorizzazione e sviluppo di potenzialità ad oggi quasi ignorate. Ho osservato in maniera molto attenta l’area interessata dall’idea progettuale, e devo dire che sentir parlare qualcuno di “necessità di preservare quella zona, di spiagge da tutelare….” mi fa sorridere! Ciò che io ho visto è una zona lasciata all’abbandono, spiaggia ormai inesistente a causa dell’importante erosione con il rischio che l’acqua del mare arrivi presto sulla strada statale, diversi luoghi interessati da abbondono di rifiuti, la mancanza di accessi anche per poter procedere a delle bonifiche e soprattutto l’assenza di qualsiasi idea di crescita di quella zona! E’ questo che si vuole preservare? Non credo io debba aggiungere altro!»

Come è desumibile dal quotidiano dibattito politico nazionale, la burocrazia è un osso durissimo, come pensa di portare a casa le autorizzazioni?

«Sono cosciente del fatto che l’iter per la realizzazione di South Beach sia estremamente complesso, ma nonostante ciò sono il primo a crederci e a volermi mettere in gioco assieme ai molisani per tale enorme opportunità, per vivere un grande cambiamento che può trasformare una zona ormai orfana anche di una speranza, in una dirompente forza motrice per la crescita dell’intero territorio. Sono pronto ad ascoltare e a confrontarmi con tutti i portatori di esigenze ed aspettative legittime per condivide ed “edificare” insieme South Beach».

Ha delle spiegazioni da fornire ai molisani rispetto alla sua storia di imprenditore?

«A questo punto, a seguito di alcuni articoli comparsi su stampa locale, mi sembra doveroso soffermarmi sul caso giudiziario di Montreal in cui sono stato coinvolto, avendo la necessità di ristabilire la verità sull’accaduto. Nel 2005 ho venduto un gruppo di società e, nel 2007, la “Canadian Royal Mounted Police” ha avviato un’indagine su queste società. Nell’anno successivo sono stati eseguiti degli arresti, ed anch’io ero tra questi, nonostante avessi ceduto le società due anni prima senza mantenere alcun contatto con i nuovi proprietari; questi ultimi dichiarandosi colpevoli, hanno riportato diverse condanne (da 2 mesi a due anni), con obbligo a risarcire i danni. Personalmente mi sono dichiarato immediatamente innocente e all’inizio del 2017 sono finalmente comparso davanti ad un Giudice: lo stesso giudicante fu il primo a chiedersi per quale ragione ero stato incriminato su vicende riconducibili a società di cui non avevo alcuna responsabilità già dai due anni precedenti i fatti contestati, ed ovviamente sono stato giudicato innocente con chiusura del caso a mio carico.

Era davvero necessario scavare nel passato di un uomo che di certo, specie per ragioni politiche e di pensiero, è stato strumentalmente attaccato ed inquisito come capita a tanti uomini nel mondo? Ed era proprio il caso di raccontare mezze verità su una vicenda così dolorosa per chi l’ha vissuta? Bisogna sempre ricordare che dietro un uomo, chiunque esso sia, ci sono dei figli, c’è una moglie, ci sono degli affetti che meritano tutela. All’epoca ho perfino ottenuto le scuse della polizia federale, poiché cosciente di essere stata depistata da ragioni politiche».

Ma c’è anche dell’altro, vero?

«Altra vicenda che merita chiarezza è quella da me vissuta nel 2003 quando 4 persone hanno fatto irruzione nel mio ufficio. La loro intenzione era di rubare un dipinto di Picasso del valore di 80 milioni di dollari. I miei dipendenti hanno cercato di fermarli e 4 persone sono state gravemente ferite dagli aggressori, anche io sono stato bersaglio degli assalitori. Contrariamente alla storia riportata su una testata giornalistica locale, 2 di loro sono stati arrestati e hanno confessato di aver agito con l’intendo di rubare il Picasso presente nel mio ufficio. Era davvero necessario riportare in maniera distorta tale episodio terribile della mia vita su articoli di giornale solo per tentare di far passare la vittima per carnefice?  Sono state messe in cattiva luce anche le mie attività filantropiche, il mio semplice far beneficenza e il mio voler investire su uomini e donne in difficoltà.

Come mai taluna stampa locale lascia intendere perplessità su imprenditori del posto che lavorano sodo creando occupazione per tante famiglie, peraltro pagando onestamente le tasse. Perché dare un taglio negativo alle mie attività presenti in 5 continenti, al fatto di possedere il Sanctuary Global Group Corp con asset a 10 cifre registrato in South Dakota, di possedere il Traders Group in Cina con asset a 9 cifre, Hermes Bancorp a Hong Kong, Hermes Bank con asset a 11 cifre, così come molte altre società che sono state menzionate su alcuni articoli.

Si vuole evidentemente farmi una colpa dell’enorme lavoro da me svolto negli anni? A dire il vero vado oltremodo fiero di quanto da me costruito sino ad oggi».

Dal Canada al Molise, perché?

«Considerando chiusa la precedente breve parentesi, dico che ho trovato in Molise persone con tanta voglia di lavorare, pronte a mettersi in gioco per il futuro della loro terra e ne cito due per tutti:
Nicola Travaglini è un uomo altruista che, senza alcun compenso, ha lavorato instancabilmente per vedere questo progetto prendere vita. So che il suo unico obiettivo è il bene dei molisani e di Montenero.
Il signor Antonio Molino è uno degli uomini più gentili e onesti che abbia mai avuto il privilegio di conoscere. È così puro che è difficile raggiungere l'altezza delle sue ginocchia».

Cosa vuole dire ai molisani?

«Concludo, augurando ai cittadini molisani e non solo, di avere il giusto spirito critico necessario a capire cosa si può “concretamente” fare in vista di un domani di certo non facile, il mio animo è quello di un investitore che crede nei progetti che mette in campo e che ha voglia di condividere un percorso di crescita che non lasci indietro nessuno».

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