Viaggio nell'ospedale San Timoteo: Pronto soccorso e Medicina d'urgenza

Road map mar 08 giugno 2021
Attualità di La Redazione
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Pronto soccorso dell'ospedale San Timoteo ©Termolionline.it
Pronto soccorso dell'ospedale San Timoteo ©Termolionline.it

TERMOLI. Ottava puntata dell’inchiesta che trae spunto sulla relazione firmata da 19 medici e primari dell'ospedale San Timoteo e inviata ai vertici Asrem, alla struttura commissariale e alla Regione Molise. Dopo Rianimazione, Urologia e Oculistica, Pediatria-Nido e Gastroenterologia, Cardiologia, Utic-emodinamica e Medicina trasfusionale, oggi tocca all’Unità operativa di Pronto soccorso e Medicina d’urgenza, che in questi 16 mesi di pandemia è stata sotto pressione come non mai prima.

«E' stato sicuramente il reparto che più di ogni altro è stato travolto dall'ondata Covid, ed ha tenuto testa con grande spirito di sacrificio alla stessa. In questa emergenza oltre alle postazioni di Pronto soccorso e ai letti di Medicina d'Urgenza, è stato attivato una zona Obi che è risultata utilissima e che ancora viene mantenuta in attesa di vedere l'evoluzione della pandemia. Inoltre, a prescindere dal Covid è il Pronto Soccorso regionale con il maggior numero di prestazioni durante l'anno e ancor di più durante la stagione estiva. Tutto ciò viene governato e assistito da 6 medici a tempo indeterminato più il responsabile dell'U.O., 3 medici a partita iva e 4 medici venezuelani arrivati con un programma di cooperazione la cui durata in servizio viene prorogata di mese in mese. I medici stabili previsti per una struttura del genere, evitando definitivamente surplus di orario e prestazioni aggiuntive, dovrebbero essere 14, e quando diciamo stabili vuol dire che si potrà contare costantemente su di loro, senza rischi di fine incarico o di cessazione di accordi. Di fatto più della metà dei medici in servizio attualmente in questa U.O. non sono a tempo indeterminato. Inoltre è anomalo che una struttura del genere non sia U.O.C. e che quindi non abbia un direttore di ruolo il quale, come già detto, assicurerebbe continuità e formazione ed attirerebbe altri medici. Vorremmo precisare al proposito, anticipando quanto andremo a dire sulle modalità di reclutamento del personale, che nella vicina Puglia sono stati banditi avvisi pubblici e concorsi che, in deroga alle normali regole concorsuali, accettavano domande anche da non specialisti o specializzandi in Pronto Soccorso, che avessero anche solamente (oltre alla laurea in medicina!) l'attestato di un corso BLS o simile. Potrebbe essere una maniera utile per ampliare la platea di medici che possono fare domanda, anche in considerazione dell'esperienza molto positiva che è stata riscontrata con i giovani medici assunti in emergenza con la P.I.  Il numero di infermieri presenti nell'U.O., complessivamente per tutte le sue articolazioni (compresa l'accettazione sanitaria che altrove viene gestita a livello amministrativo), è di 33 infermieri, di cui uno assente per infortunio e per limitazioni, e tre part-time, 6 a tempo determinato 1 in comando e 17 OSS. Risulta quindi indispensabile fornire altri 7 infermieri e 2 OSS per raggiungere il minimo ottimale di personale».

 

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