Molise, il ‘meme’ c’è, il mare e l’alta collina pure, i personaggi e la cultura non mancano...

L'osservatorio gio 17 giugno 2021
Attualità di La Redazione
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Molise, il ‘meme’ c’è, il mare e l’alta collina pure, i personaggi e la cultura non mancano... E allora? ©TermoliOnLine
Molise, il ‘meme’ c’è, il mare e l’alta collina pure, i personaggi e la cultura non mancano... E allora? ©TermoliOnLine

MOLISE. Ma cosa sono i ‘meme’? Cosa vuol dire questa parola (da pronunciare "meem")? Si tratta dell’abbreviazione di “μίμημα, mímēma”, un termine del greco antico che vuol dire "ciò che viene imitato". La usò per primo un etologo e biologo britannico (Clinton R. Dawkins) che, nel 1976, tentava di capire come le idee di successo potessero diffondersi da una generazione ad un'altra. Egli stesso scoprì un’incisione, rinvenuta a Pompei ed in altri siti archeologici, recante "SATOR – AREPO - TENET – OPERA - ROTAS": una frase palìndroma che può essere letta pure all’incontrario (provate voi stessi) e finanche in verticale. Grazie ai ‘social-network’, i ‘meme’ si sono diffusi contribuendo a realizzare milioni di visualizzazioni. Oggi si rivolgono, per lo più, ad una cultura popolare, tendendo a strappare una risata.

Oggi la 20^ regione, come scrive Francesco Tomasinelli, ha raggiunto popolarità proprio grazie ad un ‘meme’ che recita:“Il Molise non esiste”, fino ad essere citato addirittura dalla famosa tv inglese ‘B.b.c.’, per dire che si tratta di un luogo dimenticato. “Il Molise non esiste” è anche il titolo di un libro del giornalista locale Enzo Luongo che ha spiegato come, proprio grazie a tale ‘meme’, una entità demografica ignorata da tutti, ha avuto ad acquistare una creatività virale incontenibile. Sempre snobbato nei secoli, questo territorio era impopolare sin dall’antichità; di gran lunga peggio della Cenerentola della nota favola. Ma quel ‘meme’ ha saputo ridarle vita ed oggi il marchio “Molisn’t” decora magliette, tazzine ed oggetti di uso quotidiano. “YouTube” ha dedicato alla patria di Vincenzo Cuoco un filmatino che, nel giro di qualche mese, ha conseguito 1,6 milioni di visualizzazioni. Sono stati lanciati canzoni, video e monologhi teatrali; Beppe Grillo e Matteo Renzi l’hanno citata ‘ore rotundo’ …

Ed ora gran parte dei Molisani sono orgogliosi della loro regione; e ‘Moleasy’ (una rete di cinque imprenditori del turismo) sta lavorando alacremente per realizzare ciò che l’Assessorato regionale al turismo non è mai riuscito a fare in tanti decenni. Insomma, mentre la sigla succitata cerca di far ripartire il turismo locale, la politica, non ottemperando al suo debito istituzionale, continua a ‘lanciare’ … la dipartita del territorio. Nella sostanza, il ‘meme’ “Il Molise non esiste” ha procurato di promuovere la regione in Italia ed oltre lo Stivale, stuzzicando la curiosità del lettore ed invitandolo a scoprire questo mini-territorio mai capace di associare se stesso a qualcosa che lo rendesse riconoscibile. La collocazione geografica ha fatto il resto: piccolo e montagnoso, il Molise ha il privilegio di avere anche il mare. Purtroppo si ritrova a dover fare i conti con i finìtimi lidi del Salento, con quelli della Puglia e dell’Abruzzo.

Eppure ha dato i natali ai bisnonni di Robert De Niro che, nonostante i tanti inviti da Ferrazzano, non si è mai fatto vivo nella terra in cui riposano i suoi avi, pur citando periodicamente sulla stampa mondiale il nome della regione. Poi c’è Antonio Di Pietro, l’altro illustre concittadino, uso a trebbiare personalmente il grano nella sua campagna. Infine, culturalmente primo fra tutti, seppure altamente negletto persino in Patria, il già citato Vincenzo Cuoco e – scendendo ‘per li rami’ – Francesco Iovine. Con tutto questo ‘patrimonio’, occorrerebbe replicare la proficua campagna messa in piedi, anni or sono, dalle Marche, che - sacrificando qualche milione di euro - si aggiudicò Dustin Hoffman quale ‘testimonial’. In alternativa si potrebbe pensare ad un ‘blogtour’ oppure ad un sito del turismo regionale potenziando quella pagina che si chiama “Il Molise non esiste” che già vanta 13mila “mi piace”, più di quelli di tutte le pagine collegate al turismo nella regione. In tale ottica diventano utili persino le battute di Luciana Littizzetto e di Crozza, comunque sorrette da un minimo di riflessione critica. Insomma, l’Assessorato regionale al turismo cosa ha fatto? Solo da poco, in luogo di buttare danaro qua e là, ha provveduto a commissionare una vera (e propria) campagna alla Rai al fine di sfruttare determinate ragioni di ilarità collettiva a proprio favore, così da ribaltare l’idea che gli Italiani hanno del Molise. E già! Perché il # moliseesiste.

Claudio de Luca

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