Mancherà a tutti quel sorriso inconfondibile, ciao Filippo!

Il ricordo mar 14 settembre 2021
Attualità di La Redazione
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Il compianto Filippo Gianquitti ©TermoliOnLine
Il compianto Filippo Gianquitti ©TermoliOnLine

TERMOLI. Era una vera icona della termolesità e di quella genuina schiera di imprenditori balneari che dagli anni ottanta hanno rappresentato i volti del turismo nostrano.

Da 35 anni alla guida del lido Delfino, uno di quelli “centralissimi” sul litorale Nord, il ricordo di Filippo Gianquitti, che è salito in cielo a 70 anni, improvvisamente, è affidato a Michele Trombetta:

«Mentre scrivo queste note ancora resto incredulo e penso davvero che sia un brutto sogno, invece non è così. Come facevi ogni anno alla fine dell'estate aveva organizzato insieme ad altri amici una escursione alle Isole Tremiti, assieme a Giovanni, Pinuccio e altri tanto per divertirti e rilassarti dopo una stagione intensa e rovente al tuo lido dei delfini.

Invece quello che doveva essere una festa anche goliardica si è trasformata in una tragedia senza limiti di gravità.

Quest'anno ci siamo visti ad inizio estate e pochi giorni fa   in chiusura sempre un gran ridere con te il tuo scherzoso modo di affibbiarmi nomignoli che ti divertiva un sacco ma anche i tanti scherzi che io, Giuann, Pinuccio, Enzo, Nicola, Vladimiro e gli altri ti facevamo, quanto ridere le giornate estive erano uno spazio da te al tuo lido, come quando ti abbiamo messo con tanto di foto sul giornale, tu interista incallito, come il fondatore del Milan Club Lido dei Delfini; con tanto di striscione e pure molto sorridente, ti telefonarono i dirigenti dell’Inter club e volevano espellerti dal club nerazzurro, e a tua volta volevi querelarci, dopo abbiamo riso per tutta l’estate.

Le nostre partite a scala quaranta erano diventate un'attrazione per tutto il lido, il famoso tormentone di Giovanni "E qui casca l'asino”, quando chiudeva e tutti noi per la rabbia gli lanciavano le carte addosso e la gente che rideva a crepapelle.

Ora invece siamo qui a piangere increduli la tua morte assurda, inimmaginabile chiedendoci ancora una volta davanti a morti così premature perché succedono queste cose ingiuste.

Ora penso ai tuoi cari figlioli Nico e Francesco che ho visto crescere sempre educati sempre gentili, hanno perso un loro punto di riferimento anche per quello che dovrebbe essere la loro attività futura a cui tu li stavi preparando.

Pensi all'amica Enza, donna amorevole e una bellissima persona, che oggi in pochi secondi hanno visto il loro mondo sconvolgersi.

D'ora in avanti l'estate senza di te amico mio non sarà più la stessa cosa, non vedere il tuo sorriso sardonico, le tue prese in giro, le discussioni calcistiche, mi mancheranno tantissimo. Non mi chiamerai più vuvuzeta oppure  come ti piaceva di più quando avevo qualche  chilo di troppo "ciao Bombolo”.

Ti abbraccio fratello, ovunque tu sia in questo momento e mi porto con me una immagine di quella volta che tu, io, Giuann u cucciute, Enzo Chionna andammo a cena da Antonio Terzano quando era ancora all'interno del borgo e ci misero il bavaglino per mangiare una bella zuppa di pesce ed anche lì risate a rotta di collo, ciao Gianquì, che la terra ti sia lieve amico mio». 

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