Michele Porsia ricorda la figura e l'opera del maestro Achille Pace

La scomparsa mer 29 settembre 2021
Attualità di La Redazione
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Michele Porsia ricorda la figura e l'opera del maestro Achille Pace ©Termolionline.it
Michele Porsia ricorda la figura e l'opera del maestro Achille Pace ©Termolionline.it

TERMOLI. Michele Porsia ricorda con questo contributo significativo la figura e l'opera del maestro Achille Pace.

«28 settembre 2021. Achille Pace (Termoli 1923) ha concluso il suo itinerario terreno. Con un dolore fortissimo abbiamo appreso che le inesorabili cesoie di Àtropo hanno tagliato il filo della sua luminosa esistenza. Quel filo che l'artista ha utilizzato dalla fine degli anni '50 raggiungendo l'eternità lega con un dolore indescrivibile tutti quelli che lo hanno amato. Ci stringiamo con un abbraccio ai familiari, in particolar modo alla moglie Maria Bellante e ai figli Massimo e Luca e cogliamo l'occasione per esprimere una immensa gratitudine verso il Maestro per la sua generosità nell'aver arricchito non solo i nostri cuori e le nostre menti condividendo il suo pensiero artistico, ma anche per il patrimonio culturale lasciato nel luogo dei suoi natali. È stato un onore conoscere e ospitare Achille Pace con la mostra sul filo del discorso  e riflessi e nodi liberi (2017) nello spazio settimopiano  che ha definito lui stesso un luogo speciale “...a Termoli, con affaccio sulla piazza del Monumento dove sono nato e dove nasce questa iniziativa d'arte. È un'eredità spirituale alla quale auguro un percorso aperto alle vie dell'arte e, come è stato per la mia esperienza, un percorso garantito dalla continuità della ricerca e dalla condivisione appassionata del territorio.”  Il maestro non è stato legato alla città di Termoli solo perché vi è nato e vissuto fino ai tredici anni, ma perché vi ha operato per più di cinquanta anni determinando la nascita e la crescita del prestigioso Premio Termoli. Per i non addetti ai lavori va detto che fino a qualche decennio fa questo il Premio è stato uno dei più importanti in Europa e ha costituito una pietra miliare per il dialogo e la collaborazione tra artisti contemporanei internazionali. Inoltre ha determinato una collezione di più di 400 capolavori. Una collezione che è un bene culturale pubblico complesso ed inestimabile. Con impegno ci auspichiamo che l'importanza di Achille Pace sia sempre più riconosciuta pubblicamente dalle Autorità e dalle Amministrazioni nonché dalla Fondazione Macte e che il suo lavoro come artista e padre del Premio Termoli venga al più presto valorizzato nella sua interezza per poter essere apprezzato dalla sua gente di mare.

Le opere, in una ricerca rara perché longeva, hanno mostrato la costanza di un discorso esistenziale condotto con una rigorosa onestà intellettuale. Dal 1958, di ritorno dalla lunga permanenza in Svizzera che gli permise di apprezzare gli espressionisti tedeschi della Brücke e di Paul Klee, l'importanza dell'artista nella ricerca post-informale è stata ben evidenziata già nel 1975 da Filiberto Menna e da Giuseppe Gatt. Secondo Giulio Carlo Argan l'opera di Pace è anche méta-arte, infatti“...Pace non setaccia entità imprecisate come lo spazio o la materia o il segno, ma queste ed altre entità in quanto storicamente acquisite al linguaggio artistico moderno. I suoi “materiali” non sono soltanto la tela e il filo, né lo spazio, la superficie, il colore, il segno; sono anche, e in primo luogo, Klee, Miro, Picasso, Malevic, Burri, Fontana...”.

La cifra dell'opera del maestro Pace è stata di certo l'uso del filo di cotone, l'esistenza che diviene, citando Giuseppe Ungaretti, “una docile fibra/dell'universo” che guida ed è guidato ed in rari casi cuce. Il processo è, come ha evidenziato Palma Bucarelli, “una guida meditata”, un “gesto volontario” ma non gratuito. L'artista pur avendo anticipato, con questa sua ricerca della semplicità, un carattere evidenziato già nei primi anni '70 da Nello Ponente e da Cesare Vivaldi, il minimalismo e l'arte povera, resta ineguagliabile per l'eleganza e la delicatezza del suo agire artistico che lo portano ad un esito estetico senza tempo e in questo senso classico.

L'aderenza tra vita e arte credo abbia avvicinato il suo processo creativo a pratiche performative di cui le opere sono solo un resto, un reperto al margine della vita. Il capolavoro di Achille Pace è stato infatti la scelta di essere artista fino in fondo, fino al suo ultimo respiro con umiltà e determinazione. Oggi un grande artista ci ha lasciato un'etica che è anche estetica».

il Presidente settimopiano_ALIA A.C.

Michele Porsia

Biografia di Achille Pace a cura di Maria Bellante

Achille Pace nasce a Termoli nel 1923. Nel 1935 si trasferisce a Roma.

Nel 1948 partecipa alla mostra organizzata in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna “Giovani Pittori in Spagna”. Comincia così, internazionale dal suo abbrivio, la vicenda pittorica del Maestro Achille Pace.

L'opera di Pace è pienamente consapevole della storia dell'arte del proprio tempo. Egli ha nutrito continuamente la sua esperienza artistica grazie a relazioni di profonda amicizia con altri artisti di spicco e allo scambio continuo di idee. Nel 1941 conosce Giulio Turcato condividendo l'idea di pittura come”... fatto mentale che appartiene al regno dell’immaginazione”. Sul finire degli anni '40 entra in contatto con i maestri della Scuola Romana. Così la sua pittura assorbe le esperienze della scuola di Scipione e di Mafai. Pace ha attinto molto dal cromatismo dell’opera di Mafai ma, più interessante, è notare quanto Mafai ,quasi al termine della sua carriera pittorica sia stato influenzato dalle ricerche di Pace, operando con un nuovo linguaggio e producendo opere evidentemente ispirate da quelle di Pace. Cesare Vivaldi afferma che Pace “...ha preceduto il Mafai astratto nell'uso di fili e spaghi in senso materico-segnico”. Mafai sarà ricordato con una importante mostra antologica, a lui dedicata da Achille Pace, alla Galleria Civica  d’Arte Contemporanea di Termoli, una realtà d’arte della quale Pace, dai primi anni '60 è fondatore, Direttore Artistico e Sovrintendente onorario.

Nel catalogo “MAFAI” del 1967 edito in occasione di una mostra presso la Galleria Civica di Termoli, Pace lascerà la sua testimonianza colma di riconoscimento per l'opera di Mafai.

Tra il 1947 e il 1948 frequenta assiduamente gli artisti legati al “realismo sociale”: Guttuso, Mirabella, Calabria, Cagli e Marotta non condividendo le scelte formali, ma assumendo come primario il ruolo sociale dell'arte. Il 1953, vede l’assegnazione a Pace di un premio istituito dalla Rivista “Incontri” che aveva  una finalità altamente sociale: Il premio consisteva infatti nella pubblicazione del disegno vincente sulla copertina della rivista, ma è interessante un'operazione che anticipa di molti decenni le attuali “residenze d'artista”: infatti il premio prevedeva un soggiorno a Poggibonsi, un paese della Toscana, dove Pace ha avuto il compito di osservare e riferire sulle condizioni di vita del paese, dopo i disastri della seconda guerra mondiale

Un lungo periodo in Svizzera nel 1955 consente a Pace di vedere da vicino e studiare le opere degli espressionisti tedeschi, l’Astrattismo di Klee e gli elementi costruttivi di Cézanne che influenzeranno le sue opere negli anni successivi. Dai maestri dell’arte tedeschi, russi e francesi Pace trae linfa vitale per la sua personale elaborazione pittorica del colore ed approfondimento delle teorie sul segno. Un interesse che non ha mai cessato di vivificare l’immaginazione e la passione di Pace fino a farne,nel corso degli anni, maestro indiscusso del 'segno' e protagonista di primo piano dell’Astrattismo Storico e dell’Arte Informale. Nel 1956 espone per la prima volta, in una mostra personale presso la Galleria “Giardino” di Lugano, opere dove già emergono l’autonomia cromatica degli Espressionisti Tedeschi della Brucke e i problemi segnici di Klee. Nel 1957 tiene altre due mostre personali, sempre in Svizzera, alla “Gemalde Galerie” di Arau e alla galleria “La Palma” di Locarno.

Al suo rientro in Italia rimane molto colpito dalle opere di Pollock, nelle quali individua i germi della nuova ricerca informale, affascinante espressione di libertà dell’arte che lo coinvolge in maniera totale. Espone nel 1958 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma invitato da Argan e Bucarelli che già ne hanno intravisto motivi di approfondimento di ricerca e di possibilità di interessanti sviluppi. Viene profondamente affascinato dalla tecnica pittorica del “dripping”, e dal suo significato esistenziale, fenomenologico in cui si evidenzia un maggiore intervento della 'materia' e dell’'azione' stessa dell’artista sull’opera. La fine degli anni Cinquanta segna per Pace l’abbandono delle poetiche informali per avventurarsi in una più impegnativa fase di ricerca e di chiarificazione del linguaggio, quella del “superamento dell’informale” che egli affronta con criteri personali e che definiranno il carattere della sua ricerca conferendogli un posto significativo nella storia dell'arte. Il 1958 è l’anno  della sua prima mostra personale a Roma, alla galleria “L’Incontro”, con la presentazione di Corrado Maltese

La poetica del “filo” di cotone, che Pace tuttora persegue, viene da lui utilizzata come metafora del “segno”, con le sue innumerevoli valenze. L’esistenzialità e libertà del “segno-filo” o “segno-materia” sono emblemi di una poetica personale che capovolge i canoni dell’arte italiana interessando i maggiori critici del momento come Argan, Bucarelli, Sheiwiller, Vivaldi, Crispolti, Calvesi, Menna, Ponente, Maltese e Montana. Generosa la valutazione della critica storica che lo vede interprete di primo piano delle avanguardie artistiche degli anni '60 e lo qualifica come “...creatore di un nuovo linguaggio dell’arte che ha rivoluzionato l’orizzonte della ricerca artistica del nostro tempo”.(G. C. Argan)

Nel 1960 fonda a Termoli la Galleria Civica d’Arte Contemporanea, sede storica del Premio Termoli del quale è padre e guida. Un Premio diventato di importanza prima nazionale e poi internazionale e al quale la stessa Palma Bucarelli con Giulio Carlo Argan hanno collaborato partecipandovi assiduamente dal 1962 (VII Premio Termoli, durante i cui lavori di commissione nasce il Gruppo UNO) fino al 1980, anno in cui i due illustri critici vengono a Termoli a presenziare lo storico dibattito “Dall’Arte all’Architettura, dall’Architettura all’Arte” che Pace ha  voluto affidare alla cura dello storico dell’arte Carmine Benincasa. Nel 1960 espone alla Galleria “L’Incontro” presentato da Cesare Vivaldi e questa volta presentando solo opere col filo di cotone suscitando stupore nel pubblico abituato ad un'arte ancora legata alle istanze figurative. Il 1961 segna l’affermarsi di Pace nel giudizio della critica più attenta. In occasione del premio “Gigi Fazi” Pace si aggiudica il secondo premio dopo Antonio Corpor. In quell'occasione Antonio Bandera esprime la sua preferenza per il linguaggio di Pace: nuovo e altamente significativo per la ricerca dell'arte del momento.

Sempre nel 1961 Pace espone al Salone d’ Autunno, una rassegna tenuta presso la Galleria S. Marco di Roma in Via del Babbuino, a cui partecipano artisti tanto giovani quanto prestigiosi nel presentare le nuove tendenze dell’arte. Nel luglio 1962, dopo il primo incontro a Termoli con Frascà e Santoro (primi membri del Gruppo Uno), con la nomina di Uncini, Biggi e  Carrino, Pace completa a Roma la formazione del gruppo presso il  suo studio di Via del Babbuino, gruppo nel quale egli opererà fino al 1964. Il  Gruppo Uno si proponeva, attraverso il superamento delle correnti informali che imperavano nel mondo negli Anni Sessanta del Novecento, la ricostituzione -in termini razionali- dei linguaggi visivi attraverso una ricerca estetica basata su nuovi materiali e strutture geometriche. Pace, supportato da Argan, abbandona il gruppo dopo due anni per poter seguire a pieno il suo pensiero che tentava di superare una visione intimistica legando il soggetto alla realtà sociale attraverso un coinvolgimento fenomenologico. Pace ha creduto nella condivisione della libertà, che l'artista conquista attraverso il fare artistico, con l'intera società. Nel 1962 espone nella Galleria “Passeggiata di Ripetta” di Roma, presentato da Enrico Crispolti e nel 1963 Pace partecipa a importanti manifestazioni tra cui le mostre organizzate dal Gruppo Uno, a Genova (Galleria Rotta), a L’Aquila nel Castello Cinquecentesco, a Roma (Galleria La Medusa) e nello stesso anno presenta con una personale presso la Galleria Ferrari di Verona alcuni importanti lavori e viene anche invitato alla mostra in Spagna di “Giovani Pittori Italiani” organizzata dall’IstitutoIitaliano di Cultura in collaborazione con la Biennale di Venezia. Da quel momento Pace viene invitato alle collettive di artisti italiani più rilevanti organizzate in Italia e all’estero. Vanni Scheiwiller, estimatore ed osservatore dell’opera di Pace, riassume la sua operazione d’arte con queste parole: (…) la poetica di Pace anticipa senza clamore i “Concettuali”, la “Minimal”, l'“Arte Povera” e in genere il post informale, come recupero del controllo, del rigore e della logica esistenziale nei confronti di un irrazionale esistenziale informale”. E ancora, nel catalogo della mostra a Spoleto, Palazzo Ancaiani nel 1977 scrive di Pace che “...l’autenticità della sua operazione è intimamente legata  alla realtà sociale del suo tempo in modo rigoroso e nuovo. Per questo, molti giovani operatori artistici, dopo di lui, hanno dovuto fare i conti con la sua ricerca, nonostante la critica, consapevolmente o non, ignori chi per primo ha aperto la via a questa linea analitica del “segno” fin dal 1959. Non tanto paradossalmente scrivevo che nel giorno del giudizio della storia dell’arte, il suo contributo, piccolo che si voglia, ma autenticamente suo, Pace l’avrà portato alla civiltà artistica del suo tempo (…) accanto ai buchi e ai tagli di Fontana e alle combustioni di Burri, il Filo sottile e lirico di Pace”.

Le opere di Pace sono presenti in numerose collezioni di Gallerie Civiche, Musei e collezioni private, in Italia e all’estero. Sono esemplari la Galleria Nazionale d’Arte Modern di Roma, il Museo Civico di Torino, il Castello di Rivoli, la Galleria Civica di Paternò, la Galleria Civica di Casacalenda. Anche l’opera esposta alla Biennale di Venezia “Il Tempo del Museo Venezia” venne donata.

A Termoli e a Guglionesi sono presenti due suoi monumenti realizzati entrambi negli anni '60, composti da blocchi di pietra sovrapposti.

Il nome di Achille Pace è presente in numerose pubblicazioni culturali e d’arte, nell’Enciclopedia Treccani, nella Storia dell’ Arte di Giulio  Carlo Argan e in innumerevoli pubblicazioni in volume e riviste.

Principali mostre e riconoscimenti

1973 Pace espone alla Galleria “Il Traghetto” di Venezia e nel 1974, alla Galleria  “Marcon IV” di Roma con una interessante mostra antologica.

1977 a Spoleto, Palazzo Ancaiani, grande mostra antologica nell’ambito del Festival dei Due Mondi. Scritti in catalogo di A. Calderara, V. Sheiwiller, L.V.Masini, S. Sinisi.

1978 Milano “Arte Centro” Mostra personale con testo di C.Vivaldi.

IX e X Quadriennale di Roma.

1980 espone a Mosca e a Leningrado alla mostra “Orientamenti dell’Arte Italiana”. Sempre nel 1980 è invitato alla mostra “Il  Tempo del Museo Venezia” organizzata dal Ministero della Pubblica Istruzione in collaborazione con la Biennale di Venezia.

1981 partecipa alla mostra curata da Nello Ponente al Palazzo delle Esposizioni di Roma “Linee della Ricerca Artistica in Italia 1960-1980”.

1982 XL Biennale di Venezia.

1983 su richiesta della Provincia di Campobasso realizza una serie di disegni da inserire in un volume per la visita di Papa Voitjla a Termoli. Il volume riporta il titolo “Io Pellegrino nella vostra terra “ stampato da Rufus Editore.

1985 Sala Borromini di Roma: viene eseguita una performance, ideata da Achille Pace, una coreografia di danza contemporanea dedicata al “Segno” di Klee, suo maestro spirituale che tanta parte ha avuto nella ricerca sulla sua personale poetica. La performance “Incontro con Paul Klee” verrà  ripetuta a  Spoleto nelle sale dell'Albornoz nel 2007 e, nello stesso anno, a Villa Mondragone nel Salone dei Congressi dell’Università Tor Vergata di Roma.

1985 mostra antologica alla Galleria Civica di Ascoli Piceno “Il Filo della coerenza” con scritto in catalogo di Giulio Carlo Argan.

1988  Galleria Civica di Paternò nella mostra “Index “ curata da Francesco Gallo.

1990 viene invitato da Maurizio Calvesi per la mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma, “Roma Anni Sessanta”.

1990 mostra personale alla Galleria Soligo di Roma in contemporanea con le mostre alla Galleria Fontanella Borghese di Roma, alla Galleria dei Banchi Nuovi curata da Patrizia Ferri e alla Galleria “Erreci” di Benevento. Alessandro Masi scriverà sul segno di Pace nel catalogo della mostra tenuta nella Galleria Fontanella Borghese: “...per primo in Europa e secondo soltanto dopo Klee, egli ha fatto della propria esperienza un tentativo fascinoso, ipotesi di attraversamento delle cose del mondo, portando con sé soltanto l’esiguo e precario strumento dell’arte: IL SEGNO. Appunto...”(Alessandro Masi)

1990 viene invitato per la mostra che inaugura la nascita del MAACK di Casacalenda presso la Galleria Franco Libertucci curata da Massimo Palumbo, artista e Direttore Artistico della nuova struttura. Nel ventennale dalla nascita della galleria Pace sarà di nuovo invitato e il manifesto riproduce una delle  opere più recenti di Achille Pace.

1990 mostra antologica organizzata dal Comune di Paternò, “Infinto e Infinito” curata da Francesco Gallo.

1994  viene organizzata una mostra antologica presso la Fondazione “Ager Faliscus”, Faleri Novi, con opere che coprono l’intero corso della sua produzione artistica.

1997  viene nominato membro della Accademia Vaticana di Lettere ed Arti dei Virtuosi al Pantheon.

1998 è invitato alla mostra “Gruppo Uno” curata da Patrizia Ferri e Luciano Caramel presso laGalleria Civica di Termoli.

2002 mostra personale di Achille Pace tenuta alle Scuderie Papali di Frascati, con la partecipazione dell’astronauta Guidoni, del quale vengono esposte suggestive gigantografie delle sue riprese spaziali.

2003 Pace  partecipa alla mostra “Cinque Maestri dell’Astrattismo Italiano del ‘900” con gli artisti Boille, Bonalumi, Castellani, Pace, Perill; presentata da Claudio Strinati presso la Galleria Civica di Termoli.

2007 mostra che comprende le personali di Boille, Mannucci, Pace e Santoro nella sede del Palazzo dei Congressi di Villa Mondragone; presentata da Stefano Gallo dal titolo “Percorsi dell’Astrazione”. In questa occasione viene riproposta la performance “Omaggio a Klee”(Roma, Palazzo Borromini nel 1985) da Pace ideata per esprimere il“processo” di formazione del segno ch’egli ha tratto dalle teorie di Paul Klee.

2013 mostra di opere grafiche negli spazi espositivi di S. Salvatore in Lauro, insieme ai maestri storici , con lui presenti nella mportante manifestazione. Viene presentato per l’occasione  un catalogo contenente la rappresentazione delle pregevoli opere eposte, dal titolo “Le Stamperie artistiche di Roma”.

2013 la mostra personale in cui Pace espone venti grandi opere scelte tra le più significative della sua produzione .alla Galleria Civica d’Arte d Termoli, in una mostra “Plus Ultra” curata da Francesco Gallo il quale ha anche  curato il testo critico dell’ omaggio a Pace. In questa sede gli viene consegnata una pergamena a lui dedicata in cui viene confermato il suo ruolo di Direttore e Sovrintendente della Galleria Civica di Termoli.

2015 Achille Pace presenta otto grandi opere presso la sede del Museo CAMUSAC di Cassino.

2015 una mostra  antologica di ventitré grandi opere presso la Galleria  “Fontanella Borghese” di Roma.

2016 “ Special Guest” nella mostra Spazi Aperti, tenuta nei saloni dell’Accademia di Romani, a Roma in viale delle Belle Arti, prospiciente la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

2016 Pace viene invitato ad inaugurare la stagione degli incontri all’Accademia di Belle Arti di Roma denominati “I Martedì Critici”, iniziativa  curata da Umberto d’Ambruoso.

2016 a Pace viene dedicata dall’Associazione Culturale Kalenarte di Casacalenda la sala principale della Galleria Civica d’Arte Contemporanea “Franco Libertucci” ribattezzata il filo di Achille Pace.

2016 L’Università degli Studi del Molise invita Pace ad un incontro con gli allievi.

2017 della critica d'arte Erminia Turilli e dal Direttore del Polo Museale ai beni culturali d'Abruzzo Dott. Lucia Arbace . mostra collettiva omaggio ad Achille Pace ASTRAZIONI PARALLELE ella critica d'arte Erminia Turilli e dal Direttore del Polo Museale ai beni culturali d'Abruzzo Dott. Lucia Arbace;  dal 28 luglio al 24 settembre 2017 presso il Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo, LA CIVITELLA, Chieti

2017 2-8 novembre 'sul filo del discorso' mostra antologica presso 'settimopiano', Termoli

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