Anna Lucia Presutto: una sede alla Croce Rossa per non abbandonare i poveri al loro destino

L'appello sab 23 ottobre 2021
Attualità di Emanuele Bracone
2min
L'appello di Anna Lucia Presutto

TERMOLI. Alla ricerca di una nuova sede, disperatamente. Sono i volontari dell’area 2 della Croce Rossa di Termoli, di stanza – ma ancora per poco – nei locali dell’ex carcere, in piazza Olimpia.

Dovranno andare via, entro pochi giorni, poiché lì è in corso la ristrutturazione dell’immobile da adibire a museo del mare.

Una lettera che intima lo sgombero in appena 5 giorni ha gettato nello sconforto la sezione e la sua responsabile, Anna Lucia Presutto, e i cui effetti rischiano di amplificare ancora di più le già poco sormontabili difficoltà di ordine quotidiano che centinaia di famiglie alleviano grazie all’opera di crocerossini e crocerossine.

Quintali e quintali di alimenti distribuiti con cicli mensili durante la settimana ad almeno 1.500 destinatari, individui singoli o nuclei familiari, senza possibilità di sbarcare il lunario.

Questa sezione si occupa proprio di assistenza e inclusione sociale e quando ci ha interpellato la Presutto, non sono mancate le lacrime per quello che sta avvenendo sotto i loro occhi.

L’attuale sede, che è stata liberata da un quantitativo sensibile di indumenti donati per i meno fortunati, cinque i camion che ci sono voluti per trasferirli in un centro associativo di Pescara, porta ancora alimenti a iosa, stipati in due frigoriferi, nei generi deperibili, e in tre stanze per quelli più a lunga conservazione.

Ma l’assillo della Presutto e di tutti i volontari, che sono lì pronti a ricevere i bisognosi tutti i giorni da lunedì al sabato, anche se il calendario delle consegne è previsto al mercoledì, è proprio non riuscire più a essere punto di riferimento per la collettività e per quel livello socialmente più debole ed esposto in una fase sindemica come questa, dove il tessuto socio-economico è friabile e sdrucito. 

Da qui l’appello accorato che raccogliamo e a nostra volta divulghiamo, affinché si trovi una soluzione con tutta l’urgenza del caso.

Anche perché ci sono vicende umane a cui non si può derogare, ieri abbiamo assistito al ritiro di alimenti e altro da parte di un 54enne che ha perso il lavoro che aveva al Nord a causa del Covid, perché l’azienda di riferimento aveva chiuso ma era impossibilitato ad avere il reddito di cittadinanza perché l’Isee ancora recava gli emolumenti ricevuti da lavoratore dipendente, gli esodati della povertà che la Croce Rossa non può abbandonare.

 

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