Infanzia migrante tra realtà e letteratura, il saggio approda in sala consiliare

L'approfondimento dom 28 novembre 2021
Attualità di Dalila Catenaro
2min
L’infanzia migrante tra realtà e rappresentazione letteraria dal 1861 al 1920

TERMOLI. Serata di presentazione in Sala Consiliare con la bravissima Rita Frattolillo.

Pomeriggio di presentazione in Sala Consiliare per la presentazione del libro: “L’infanzia migrante tra realtà e rappresentazione letteraria (1861-1920)” della giornalista e scrittrice Rita Frattolillo ed edito da Cosmo Iannone editore. La presentazione è stata organizzata dalle associazioni: la “Casa del libro” e dalla “Fidapa” (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari ). L’incontro che ha visto la partecipazione di numerose persone, si è svolto e snodato in un dialogo tra l’autrice e Antonio D’Ambrosio. Dopo i saluti istituzionali del presidente del Consiglio comunale Annibale Ciarniello è intervenuta la presidente della Casa del libro, Daniela Battista e la presidente della Fidapa, Esmeralda Pettine.

Ai nostri microfoni la Frattolillo ha spiegato il suo testo, un libro che fa parte di una collana, diretta da Norberto Lombardi, nata anche un po’ per caso, in particolare dopo una visita di una mostra sulle donne e l’immigrazione. Proprio in quella mostra, l’autrice scoprì un libro dal titolo: “La tratta dei fanciulli”, un titolo che ha istillato curiosità nella Frattolillo, al punto che ha cominciato a dedicarsi alla ricerca di questo argomento. Scoprendo così un mondo sconosciuto e drammatico, un mondo di infanzia rubata e maltrattamenti di ogni genere risalenti ad un tempo lontano. Ha rammentato la storia dei bambini molisani appartenenti alle famiglie più povere, i cui genitori furono costretti a vendere i loro figli, il cui destino finiva in vetrerie o miniere dell’Europa. Ma gli infanti che venivano strappati ancora in tenera età alle loro famiglie e portati a lavorare dinanzi i forni delle vetrerie della Francia, con una temperatura di millequattrocento gradi, che speranza di vita potevano ancora avere?

Esposti alla malnutrizione, alla fame e alle malattie di ogni genere, la loro sopravvivenza era sempre più complicata e difficile. Rita Frattolillo ci racconta una pagina di storia molisana drammatica, che fu riportata soltanto da alcuni frammenti e pochi documenti dell’epoca. Nel 1901 a seguito di molte querele dei segretari di ambasciata vennero rilasciati alcuni bambini. Anche perché non esistevano all’epoca leggi ad hoc, che avrebbero potuto occuparsi della grave problematica. Lo scopo del lavoro della Frattolillo, come ci ha ricordato anche lei durante l’intervista è dare voce e identità a questi fanciulli, affinché tutti conoscano ciò che è successo, perché la nostra consapevolezza è una forma di coscienza critica. Il suo saggio è basato su una documentazione e ricerca vastissima. Molti sono stati i romanzi nella letteratura internazionale ispirati a queste storie, tanto che la scrittrice negli ultimi capitoli del suo lavoro ha dedicato uno spazio alla letteratura italiana e straniera.

Un saggio ricco di storia locale e nazionale, che ci fa assaporare un ritorno al passato, che nonostante la drammaticità ci fa conoscere la vita di tantissimi fanciulli senza un nome, ma che hanno combattuto per assaporare quella libertà, che è stata a lungo loro negata. La libertà e il diritto alla crescita e alla vita. 

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