Il Guerriero ha deposto le armi: addio a Michael Casciotto

Indimenticabile ven 31 dicembre 2021

Termoli Una foglia sorretta dal vento, troppo debole in confronto a quell’aria che, in soli quattro anni, ha strappato tutti i filamenti e lo ha portato via: non è un addio, ma un arrivederci.

Attualità di Valentina Cocco
3min

TERMOLI. Se n’è andato in silenzio, in punta di piedi, Michael Casciotto: termolese, 29 anni, di cui quattro trascorsi a combattere con un nemico invisibile ma talmente infimo da consumarlo lentamente che prende il nome di sarcoma di Ewing, un tumore al bacino che, dal 2017, ricalcava ogni suo passo fino a privarlo della vita.

Un’esistenza, la sua, vissuta pienamente, senza rimorsi e piena d’amore, come mi ha raccontato appena qualche mese fa al telefono: «Non faccio più programmi a lungo termine, ma vivo di piccoli traguardi riconquistati», confessò in un martedì di sole. Quello stesso sole che lo ha sempre accompagnato, quando ballava e vinceva coppe e medaglie e quando, a causa della malattia, è stato costretto a ridimensionare la sua vita, ma restando sempre Michael: un ragazzo forte, sia fisicamente che caratterialmente, che invece di abbattersi ha iniziato a vivere davvero.

Si è sposato con Betti «l’amore della mia vita» e ha trascorso i giorni ”buoni”, come li chiamava lui, facendo gite e visitando l’Italia. E anche quest’ultimo viaggio non lo farà da solo, perché ciò che Michael ci lascia è un faro di speranza che resterà acceso per sempre: fare tesoro di tutto, soprattutto di piccole vittorie e non dar nulla per scontato, men che meno il semplice camminare o parlare.

Parlando della morte, che lui aveva, suo malgrado, accettato come compagna di vita, mi disse: «Quando morirò vorrei che non si ricordassero di me, ma di apprezzare i piccoli momenti come se fossero gli ultimi e di goderseli a pieno».

In questi mesi ho pensato spesso a Michael: ogni volta che ho avuto una delusione, ogni istante in cui credevo di non farcela, mi tornavano in mente le sue parole e la gioia che provava nel raccontarmi di essere riuscito nuovamente a fare un’azione reputata banale dai più come scrivere.

Ora posso dirtelo: avevi ragione. Diamo tutto per scontato, dalle azioni fino alle persone. Viviamo nel nostro ludico egoismo e non ci accorgiamo di quanto siamo fortunati ad essere vivi ed avere l’opportunità di fare qualcosa per gli altri, a partire dal trattarli come vorremmo essere trattati noi.

Oggi Michael ci ha lasciati, ha smesso di soffrire lasciando a noi il compito di ricordarlo come il Guerriero che era e che rimarrà per sempre: non solo per il suo attaccamento alla vita, ma per la capacità di mostrarci l’importanza delle piccole cose, quelle che diamo per scontate.

Non hanno ancora inventato le parole che descrivano come ci sentiamo nell’averti perso o per raccontare la straordinaria persona che sei, ma vorrei ricordarti con le parole che Fortunato, il tuo papà, per anni impiegato dell’ospedale termolese, ti ha dedicato:

«Michael. Oggi ci hai lasciati. Un destino infame: dopo quattro anni di battaglie ti sei dovuto arrendere a questo nemico invincibile chiamato Tumore. Ti sei difeso fino alla fine “Guerriero ”ma il male ha vinto. Quante domande, quanti perché, quanti dubbi mi passano per la mente.

Ora da lassù ci osservi e io spio fra le nuvole al crepuscolo sperando di vederti danzare come una foglia sorretta dal vento. Rubo una piuma ad un gabbiano per scrivere sulle onde del mare spumeggiante ascoltando il suono soave del vento tutti i miei pensieri che non sono mai riuscito a dirti.

Ringrazio il Signore che mi ha dato la forza di stare al tuo fianco, in silenzio e come il pagliaccio ti ho mostrato la mia parte felice e sorridente, ma appena restavo da solo mi scaricavo in un pianto liberatorio lungo il ciglio dell'Arno.

Mi chiedo perché è toccato proprio a noi, sempre corretti con “tutti e tutto“. Ma solo nella fede posso trovare quella tranquillità. Credo che il Signore avesse bisogno di un Ballerino o di un Nuotatore in Paradiso.

Salgono in cielo solo le persone buone, rispettose, oneste e sempre disposte a sacrificarsi per il prossimo. Signore ti chiedo perché. Figlio mio resterai per sempre nei nostri cuori».

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