Interventi chirurgici inadeguati, maxi risarcimento a una paziente

Giustizia gio 27 gennaio 2022
Attualità di La Redazione
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Tribunale Campobasso ©n.c.
Tribunale Campobasso ©n.c.

CAMPOBASSO. "Il Tribunale di Campobasso, in composizione monocratica e nella persona del Giudice Onorario Michele Dentale, in accoglimento della domanda avanzata da una donna residente a Trivento, assistita dagli avvocati campobassani Antonio Mancini e Michele di Lallo, ha condannato l’ASREM e la Fondazione “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo, al pagamento della somma complessiva di circa € 625.000,00". Lo rendono noto gli avvicati Antonio Mancini e Michele di Lallo.

"La somma è stata stabilita in € 522.572,40 a titolo di risarcimento dei danni subiti dalla paziente, la quale, in conseguenza del grave peggioramento della patologia preesistente, a seguito di interventi chirurgici non esattamente adempiuti dai citati presidi ospedalieri, è incorsa in una condizione di paraplegica irreversibile, oltre ad € 11.760,00 a titolo di danno biologico temporaneo totale, oltre interessi, imputabile alla sola struttura molisana.

La condanna è stata dunque posta a carico dell’Azienda Sanitaria del Molise nella misura dell’80 per cento, e della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza nella misura del 20 per cento. La pronuncia di condanna è conseguita ad una lunga e complessa attività giudiziaria, che gli avvocati Mancini e di Lallo hanno portato avanti con successo, vedendo riconosciute le ragioni di una signora, all’epoca dei fatti quarantanovenne, che, ricoverata a causa di patologie al livello della colonna vertebrale presso il Cardarelli, nel gennaio 2007, e presso l’Ospedale di San Giovanni Rotondo nel luglio 2008, è stata sottoposta ad interventi chirurgici che hanno generato un peggioramento della stenia degli arti inferiori, sino ad un quadro di completa paraplegia ipotonica.

Mediante un’accurata consulenza medico legale del Prof. Antonio de Santis, i legali hanno dimostrato l’inappropriatezza dei trattamenti sanitari applicati. Con una circostanziata e ponderosa motivazione, il Giudice Dentale, sulla scorta anche della perizia d’Ufficio del dott. Giancarlo Caruso, ha ricostruito le tappe del calvario della paziente, pervenendo alla conclusione che l’attrice ha provato la sussistenza di un nesso di causalità materiale tra le condizioni in cui è precipitata la paziente e la responsabilità medica dei sanitari dell’Ospedale Cardarelli e della Casa di Sollievo di San Giovanni Rotondo, ossia “un plus di danno” percentualmente determinato in sentenza sulla base delle indicazioni del consulente

tecnico. Il Giudice, una volta accertata dal consulente la ricorrenza del nesso causale tra la colpa delle strutture sanitarie ed il pregiudizio alla salute sofferto dall’attrice, ha eseguito il calcolo del danno differenziale che, come evidenziato dai suoi legali, va compiuto sottraendo al risarcimento dovuto quello che sarebbe stato il danno senza colpa medica, per determinare, quindi, il danno c.d. iatrogeno".

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