La politica cerca di pescare la realtà

L'osservatorio ven 28 gennaio 2022

Meglio collegare i piccoli borghi ai Comuni più grandi

Attualità di Claudio de Luca
3min
“I Borghi più belli d’Italia in Abruzzo e Molise” ©Termolionline.it
“I Borghi più belli d’Italia in Abruzzo e Molise” ©Termolionline.it

MOLISE. Sembrava che la pandemia avesse offerto nuova linfa ai paesini.

E così i politici molisani, sempre alla ricerca di presunti agganci alla realtà, rubano l'idea a chi - spesso ingenuamente - discetta sui “media” che il Molise esiste (o non esiste) e si dedicano alla predisposizione di una proposta di legge sui borghi. Ma lo fanno con scarso tempismo proprio quando gli ultimi dati narrano qualcosa di diverso; e manco domandano perché siano soprattutto i giovani (ovvero la popolazione di domani) a non apprezzare ciò che vorrebbero i loro rappresentanti istituzionali. L'Istat dice che la 20^ regione è primatista per quanto concerne il numero dei piccoli comuni: ne vanta addirittura il 77,2%. Ciò avviene proprio quando gli enti-polvere potrebbero, grazie ad una legislazione di favore, fondersi fra di loro al fine di conseguire maggiori capacità progettuali ed operative. In effetti cosa potrebbero mettere in cantiere quelli di dimensioni minime, considerato che non possono funzionare a dovere in un mondo complesso come quello odierno?

insomma la programmazione tirata fuori dalla politica regionale pare un'idea piuttosto peregrina, fondata sull'idea che sia fondato - per la vita che si conduce nei contesti cittadini (congestione del traffico, livelli di inquinamento) - il desiderio di un ritorno ai piccoli (e silenziosi) borghi al fine di vivere lontani dalla confusione di certi luoghi.

Ma, fosse vero questo, come mai leggiamo di interviste a tanti Sindaci di piccoli Comuni che offrono case ad un euro, col solo obbligo - per l'acquirente - di rimetterle in sesto e di abitarle? Ciò (è evidente) ha solo lo scopo di incrementare la popolazione e, soprattutto, di rimettere a punto i relitti murari di autentiche stamberghe. Se questo è vero, c'è da rilevare: 1) che un ritorno ai borghi non c'è mai stato; 2) che si tratta solo di un atteggiamento mentale, di una moda estiva, tanto più che - laddove in parte sia accaduto - non si è registrato nessun auspicato riequilibrio demografico. Di contro, se c'è qualcosa che invece cresce, in questo impoverito Molise, è solo la diminuzione delle nascite e la lievitazione di quelli che vanno via.

Le cifre diffuse, al riguardo, smentiscono mode, miti e leggende. Tra il censimento del 2011 e la fine del 2019 , l'85% dei Comuni sotto i 2mila abitanti ha perso (non acquistato!) i propri figli. L'inverso si è verificato solo in Trentino ed in Valle d'Aosta, ma solo perché trattasi di eccezioni che ben poco hanno da spartire con il previsto aulico ritorno agli idillici borghi nostrani. E ciò dal momento che, altrove, si giovano soprattutto di un pragmatico senso degli affari, collegato alla presenza di stazioni sciistiche e climatiche. I borghi della ventesima, invece, sono difficilmente raggiungibili, risultando carenti di agevoli collegamenti viari e ferroviari. Dette componenti fanno crescere l'attuale tendenza all'isolamento dal momento che i tempi odierni sono caratterizzati dalla molteplicità dei rapporti e dalla densità degli scambi.

Messe così le cose, un eventuale movimento in entrata verso i paesini-polvere molisani riuscirebbe inesorabilmente più piccolo dell'attuale movimento in uscita; cosicché le determinanti storiche finirebbero per ridurre ai minimi termini ogni speranza di risorgere, rendendo inesorabile lo scadimento delle piccole comunità nostrane. Il progresso impone altre direzioni, 'in primis' quella che mena alla pianura ed alla città. E ciò spiegherebbe il “boom” demografico di Termoli, esploso sin dagli Anni '60, grazie soprattutto alla qualità della classe politica locale. Ciò posto diventa facile domandarsi: perché tante comunità non deliberano di diventare semplici “Municipi”, rappresentati dai loro delegati nell’assemblea civica di un Comune più grande, visto che oggi le leggi di revisioni della spesa pubblica favoriscono tali fusioni?

Per entrare in questa prospettiva di vitalità non resta che aggregarsi per fare massa, per creare energie e capacità d'azione. L'illusione che “piccolo è bello” porta solo a soccombere. Se non si provveda a tanto, il destino degli enti minimi del Molise immancabilmente la scomparsa».

Claudio de Luca

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