Proteste contro le aste balneari, Pietro D'Andrea in prima linea a Bologna

Raduno mar 22 febbraio 2022
Attualità di La Redazione
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Raduno della Base balneare

TERMOLI. In trasferta a Bologna, con gli altri imprenditori balneari italiani. Pietro D’Andrea, nella rappresentanza di “Base”, come si chiama il suo movimento sindacale, stamani nel capoluogo felsineo, davanti alla sede della Regione Emilia Romagna.

: «Siamo pronti a una protesta coordinata a livello nazionale, da tutti i Palazzo delle Regioni sino alla capitale». Questo il messaggio lanciato ieri. I balneari sono pronti a coordinare una grande manifestazione, che coinvolga le varie regioni con l’obiettivo di riunire a Roma, in una manifestazione finale davanti al Senato della Repubblica, dove si sta svolgendo l’analisi del Ddl Concorrenza, l’intera categoria. È quanto è emerso da una riunione del direttivo del sindacato “La Base Balneare”, che ha visto un confronto tra i balneari di tutto il territorio nazionale, in seguito all’approvazione dell’emendamento al disegno di legge concorrenza, relativo alle modalità di affidamento delle concessioni demaniali. Il testo prevede che le concessioni in essere continuino ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023. «Constatiamo con profondo rammarico che non è stata data alcuna importanza alle proposte avanzate dalla Associazioni di categoria al tavolo tecnico interministeriale; in quella sede abbiamo presentato numerosi scritti di carattere tecnico-giuridico, ma nulla è stato recepito. L’emendamento al disegno di legge concorrenza, approvato in questi giorni, si presenta estremamente contraddittorio: da un lato si sostiene di voler tutelare le piccole imprese a carattere familiare (sebbene non si comprenda nemmeno come), dall’altro viene prevista una durata della concessione per garantire l'ammortamento e l'equa remunerazione degli investimenti realizzati in corso di durata della concessione per accrescere il valore commerciale dell’attività imprenditoriale esercitata.

Sostanzialmente si tutelano le multinazionali che potranno investire cifre considerevoli e conseguentemente godere di una lunga durata dei titoli concessori, a totale discapito delle piccole imprese familiari. Analogamente non viene data rilevanza alcuna alla ricognizione delle concessioni demaniali esistenti al fine di valutare la sussistenza di una eventuale scarsità della risorsa che, lo ricordiamo e lo ribadiamo, rappresenta un presupposto imprescindibile per l’eventuale applicazione della Direttiva Servizi. Non viene data rilevanza alcuna al legittimo affidamento di tutti quei concessionari che hanno conseguito un titolo concessorio nel momento in cui la normativa nazionale garantiva la continua validità della concessione demaniale e, conseguentemente, hanno operato scelte anche di vita in ragione della certezza di poter svolgere il loro lavoro. Con un testo normativo di questo tenore possiamo con certezza mettere la parola fine sul futuro delle attuali 30.000 imprese balneari e relativo indotto. Questo non lo possiamo accettare. Le disposizioni gettano nello sconforto un’intera categoria e migliaia di famiglie». 

«Sono queste pertanto le motivazioni che ci spingono a organizzare manifestazioni davanti a tutte le sedi regionali, fino ad arrivare a Roma, davanti al Senato della Repubblica, dove si sta analizzando il DDL Concorrenza o davanti altri palazzi del potere, una grande manifestazione finale. I balneari sono storia, Made in Italy, economia, imprese, lavoratori. Non possono essere salutati attraverso un emendamento che “liquida” il problema facendo del mero populismo anziché organizzare in modo serio una componente fondamentale del tessuto socio-economico del Paese», è quanto ha dichiarato il presidente regionale Pietro D’Andrea del sindacato “La Base Balneare”.

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