Caro gasolio, armatori termolesi continuano la protesta: fermi per la terza settimana

Braccio di ferro sab 04 giugno 2022
Attualità di Emanuele Bracone
1min
L'assemblea di questa mattina al mercato ittico ©Termolionline.it
L'assemblea di questa mattina al mercato ittico ©Termolionline.it
Armatori fermi per la terza settimana di fila a Termoli

TERMOLI. Marinerie di Adriatico e Tirreno a confronto sulla protesta del caro gasolio, e se sul versante occidentale si va in mare, tranne la Calabria, sull'Adriatico fino alle Marche si tornerà a pescare, ma solo 2 giorni per le grandi imbarcazioni, 12 ore al giorno per quelle piccole (su 4 giorni) e le cosiddette "retine" sono libere di decidere della propria sorte.

Abruzzo e Puglia restano agli ormeggi, almeno fino alla tarda mattinata di oggi queste le notizie pervenute alla marineria molisana, con l'assemblea degli armatori riunita da Paola Marinucci al mercato ittico, che ha deciso, a maggioranza, di continuare la protesta e quindi non uscire in mare.

In effetti, ci si attendeva più il via libera ai due giorni di pescato, ma le scelte di abruzzesi e pugliesi hanno condizionato un po' tutto. In Puglia solo un gruppo locale a Mola di Bari ha deciso di rompere la catena del dissenso.

Dire che il confronto locale sia stato animato è davvero eufemistico, poiché c'è disperazione unita all'esasperazione, per un tunnel che non vede spiragli di luce, col gasolio che scontando il credito d'imposta resta sull'orlo dell'euro al litro (1,20 alla pompa).

Così, si è andati al voto e quasi tutti hanno condiviso la volontà di non tornare a pescare per la terza settimana di fila. Qualora ci fossero novità dalle marinerie confinanti, ci si riunirà ancora.

Intanto, sono allo studio delle iniziative per sollecitare un maggiore coinvolgimento istituzionale, presentata la bozza di una lettera da inoltrare a Toma, con cui chiedere al Governatore oltre ad altre forme di sostegno, anche un diretto interessamento verso il Mipaaf, sulla scorta di quanto fatto da altre regioni, vedi proprio la Puglia.

Infine, dibattito acceso anche coi commercianti ittici, di cui una rappresentanza è scesa al porto. Anche loro sono legati a doppio filo alle decisioni della marineria termolese, ma hanno chiesto di potersi approvvigionare in forma libera, per non essere schiacciati definitivamente dalla grande distribuzione e da quei locali capaci di rifornirsi in modo autonomo.

Una visione complessa, poiché nella discussione è stato chiesto agli esercenti se fossero disponibili a pagare di più il pesce, equilibri difficile da incastrare, staremo a vedere.

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