Salute degli italiani più precaria dopo gli anni di Covid: i numeri del Molise

Il rapporto mer 15 giugno 2022

Termoli Pesano le nuove abitudini adottate durante la pandemia ma soprattutto la crisi dell’assistenza sanitaria. Presentato oggi il nuovo rapporto dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane. Aumentato il sovrappeso e il consumo di alcolici. Ridotte le visite specialistiche e gli interventi programmati; interrotta la continuità terapeutica per i pazienti cronici.

Attualità di La Redazione
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Termoli centro ©TermoliOnLine
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TERMOLI. Dopo oltre due anni di pandemia, la salute degli italiani appare sempre più precaria: hanno giocato un ruolo chiave nell’indebolirla diversi fattori, da un lato il fatto che ci si è recati meno alle visite di controllo (con un peso elevato soprattutto sulle cronicità) e specialistiche, dall’altro il peggioramento, per molti versi, degli stili di vita degli italiani “sopraffatti” dalla pandemia: per esempio dal 2019 al 2020 si è assistito a un aumento dei consumi a rischio di alcolici pari al +6,5% per i maschi e al +5,6% per le femmine. Inoltre, complici le chiusure e le restrizioni, è diminuita anche la quota di sportivi regolari. L’emergenza Covid-19 ha avuto un impatto molto forte sulle strutture sanitarie, il rischio del contagio, il rinvio delle attività chirurgiche programmate e di quelle ambulatoriali, la riorganizzazione delle strutture di assistenza e la riallocazione del personale, nonché l’assorbimento pressoché totale delle risorse territoriali nella lotta alla pandemia hanno determinato una riduzione della presa in carico e della continuità assistenziale per i pazienti con patologie acute e croniche, con conseguenze in termini di salute ancora poco conosciute e quantificabili, ma i cui effetti si paleseranno sulla società e sui servizi sanitari probabilmente nei prossimi anni.

I dati parlano chiaro, si sono ridotte le visite specialistiche, infatti, se nel 2019 sono state erogate circa 26 milioni e 600 mila prime visite, nel corso del 2020, le prime visite sono diminuite di circa un terzo, ammontando a circa 17 milioni e 700 mila. Sempre nel 2019, sono state erogate circa 32 milioni e 700 mila visite di controllo. Nel 2020, anche le visite di controllo sono diminuite di circa un terzo, ammontando a circa 22 milioni e 500 mila.

Si sono ridotti gli interventi programmati che sono strategici per la prevenzione e contrastano la mortalità evitabile. Un esempio per tutti, l’intervento di bypass coronarico: nel 2020, un valore pari a 76,6 per 100.000, in diminuzione rispetto al 2019 (100,9 per 100.000).

Con la pandemia si sono ridotte anche le coperture vaccinali: nel 2020 nessuna vaccinazione obbligatoria raggiunge il target raccomandato dall’OMS del 95%. Nell’ultimo anno i valori di copertura più alti si osservano per Tetano (94,04%), Pertosse (94,03%) e Poliomielite (94,02%), mentre Parotite (92,47%), Rosolia (92,21%) e Varicella (90,28%) presentano i valori più bassi.

Anche il Servizio Sanitario Nazionale ha subito notevoli contraccolpi: c’è stata una contrazione notevole dei proventi propri delle aziende sanitarie (per esempio ticket e libera professione). I dati relativi alla compartecipazione alla spesa farmaceutica indicano una netta diminuzione: se nel periodo 2016-2019 ammontava a 1,6 miliardi (mld) medi annui, nel 2020 scende a 1,5 mld e tra gennaio-maggio 2021 è pari a 0,6 mld. Anche i proventi per l’assistenza specialistica appaiono ridotti: nel periodo 2016-2019 ammontavano a 1,8 mld annui; nel 2020 calano a 1,2 mld; tra gennaio-maggio 2021 il dato è di 0,6 mld.

È quanto emerge in estrema sintesi dal XIX Rapporto Osservasalute 2021, curato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che opera nell’ambito di Vihtaly, spin off dell’Università Cattolica, presso il campus di Roma. Questa nuova edizione di 655 pagine è frutto del lavoro di 240 ricercatori distribuiti su tutto il territorio italiano che operano presso Università, Agenzie regionali e provinciali di sanità, Assessorati regionali e provinciali, Aziende ospedaliere e Aziende sanitarie, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Ministero della Salute, Agenzia Italiana del Farmaco, Istat.

“La crisi sanitaria innescata dalla pandemia ha avuto effetti rilevanti sulle prestazioni ospedaliere – sottolinea il direttore scientifico di Osservasalute Alessandro Solipaca. I dati del XIX Rapporto Osservasalute prendono in considerazione l’impatto dell’emergenza sanitaria sui ricoveri ospedalieri per patologie a elevato impatto sociale quali: protesi d’anca, somministrazione di chemioterapia in regime di RO e DH, assistenza per i pazienti diabetici, all’infarto miocardico acuto, malattia polmonare cronica ostruttiva (BPCO)”.

“È un segnale – aggiunge Solipaca - che, durante il Covid, è peggiorata la tempestività di certe prestazioni, con probabili ripercussioni sulla salute e la qualità della vita degli anziani”.

“Vedremo solo con il tempo – prospetta il professor Walter Ricciardi, direttore di Osservaslute e Ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, nonché consigliere del Ministro della Salute per l’emergenza da coronavirus – gli effetti dello tsunami Covid-19 sulla salute degli italiani e sull’equilibrio del sistema sanitario, senza considerare il profondo impatto che sta avendo e avrà sempre di più in futuro il long-Covid, che colpisce una cospicua quota di guariti, con sintomi persistenti che richiedono di essere monitorati e gestiti.

Gli ultimi dati disponibili mostrano l’Italia prima in Europa con il più basso tasso di mortalità evitabile, infatti il tasso di mortalità evitabile era per quell’anno di 169 per 100 mila abitanti, ma resta da vedere se l’impatto che il Covid ha avuto su salute e comportamenti degli italiani e su efficacia di prevenzione e cura del sistema sanitario ci consentirà di mantenere questo primato per gli anni a venire”.

IL RAPPORTO MOLISE

In Molise il tasso di fecondità totale, nel 2020, è pari a 1,06 figli per donna (valore nazionale 1,24 figli per donna in media) risultando inferiore al livello di sostituzione (2,1 figli per donna) che garantirebbe il ricambio generazionale. Nell’arco temporale 2007-2020, si osserva che la ripresa dei livelli di fecondità, in atto a livello nazionale fino al 2010, è stata nel Molise altalenante. Dal 2011, a livello nazionale e nella regione in esame, i valori diminuiscono, anche se con qualche minima oscillazione in controtendenza. Considerando l’intero periodo, nel Molise si assiste a una riduzione del 10,2% (valore nazionale: -11,4%). Nell’ultimo anno si registra una riduzione del 7,8% rispetto al 2019 (valore nazionale: -2,4%).

In Molise la speranza di vita stimata alla nascita, nel 2021, è pari a 78,3 anni per gli uomini ed a 84,0 anni per le donne (valore nazionale: uomini 80,1 anni e donne 84,7 anni). Risulta evidente l’impatto della pandemia Covid-19, che ha determinato un decremento della speranza di vita in tutte le regioni rispetto al 2020. In particolare, in Molise si registra una diminuzione di 1,5 anni per gli uomini e di 0,7 anni per le donne. La pandemia ha interrotto in modo marcato la tendenza in costante aumento registrata negli ultimi anni, tanto in Molise quanto su tutto il territorio nazionale.

In Molise il tasso di mortalità, nel 2019, risulta pari a 106,1 per 10.000 per gli uomini ed a 68,4 per 10.000 per le donne (valore nazionale: uomini 102,5 per 10.000 e donne 68,2 per 10.000). Nell’intervallo temporale 2007-2019, si registra sia per gli uomini (-11,0% vs -18,2% valore nazionale) che per le donne (-8,6% vs -14,3% valore nazionale) un andamento in netta diminuzione, a parte l’incremento in controtendenza registrato nel 2015 e nel 2017. Rispetto ai valori nazionali, i dati registrati per gli uomini presentano un andamento altalenante con valori sia minori che maggiori. Per il genere femminile, invece, i dati risultano tutti minori al valore Italia.

In Molise, nel 2020, la quota di fumatori tra la popolazione di età 14 anni ed oltre è pari a 18,3% (valore nazionale 18,6%). Considerando il periodo 2007-2020, si registra una diminuzione (-10,7%), in parallelo alla tendenza nazionale (-15,8%), sebbene quest’ultimo presenti un andamento più lineare e una riduzione maggiore. Nell’ultimo anno in Molise si registra una diminuzione del 6,2% rispetto al 2019, in controtendenza rispetto al valore Italia.

In Molise la prevalenza di persone di età 18 anni ed oltre in condizione di sovrappeso è pari, nel 2020, a 39,4% (valore nazionale 36,1%). Nell’arco temporale 2007-2020, i dati del Molise, seppur fluttuanti, risultano tutti maggiori ai valori Italia e compresi tra 35,6% e 41,8%, avvicinandosi molto al valore nazionale nell’anno 2017. A livello nazionale l’andamento è molto lineare (range 35,3-36,2%). Nell’ultimo anno in Molise si registra un aumento del 4,0% delle persone in sovrappeso (valore nazionale: +2,0%).

In Molise la prevalenza di persone di età 18 anni ed oltre obese è pari, nel 2020, a 12,5% (valore nazionale 11,5%). Nell’arco temporale 2007-2020, i dati del Molise presentano un andamento oscillante (valori compresi tra 11,1-15,0%) con valori tutti superiori ai dati nazionali che presentano, invece, un andamento alquanto lineare (valori compresi tra 9,8-11,5%). Si registra nell’ultimo anno una diminuzione del valore regionale (-16,7%), in controtendenza con quello nazionale (+5,5%). Considerando l’intero periodo temporale, in Molise si è registrata una diminuzione pari a -5,3%, anche questa in controtendenza rispetto alla tendenza nazionale (+16,2%).

In Molise, nel 2020, la prevalenza di coloro che dichiarano di non praticare sport è pari a 43,0%, valore nettamente superiore al dato nazionale (35,2%). Nel complesso, considerando l’arco temporale 2007-2020, i dati mostrano un andamento oscillante (differenza tra il valore massimo e minimo pari ad oltre 11 punti percentuali) con valori sempre superiori rispetto ai dati nazionali. A livello nazionale, si osserva un andamento più lineare con una differenza tra il valore massimo e minimo meno ampia (5 punti percentuali). Nell’ultimo anno la tendenza regionale è in forte diminuzione (-18,9%), in linea con il dato, se pur meno marcato, nazionale (-1,1%).

In Molise la copertura vaccinale antinfluenzale nella popolazione di età 65 anni ed oltre è pari, nella stagione 2020-2021, a 62,3% (valore nazionale 65,3%). Nel periodo stagionale 2007-2008/2020- 2021, i valori di copertura risultano tutti maggiori rispetto ai dati nazionali, ad eccezione dei dati delle stagioni 2010-2011, 2012-2013, 2015-2016 e 2020-2021. In Molise il valore massimo si è registrato nelle stagioni 2007-2008 e 2009-2010. Considerando l’intero periodo temporale, nella regione in esame si registra un decremento pari a -15,0% (valore nazionale +0,6%). Anche nell’ultima stagione si osserva una diminuzione della copertura pari al 4,7% rispetto alla stagione precedente, andamento in controtendenza rispetto all’andamento nazionale.

In Molise il consumo di farmaci antidepressivi, nel 2020, è pari a 36,8 DDD/1.000 ab die (valore nazionale 43,6 DDD/1.000 ab die). Nel periodo 2007-2020 si osserva una tendenza in aumento (+40,6%), in linea con quanto riscontrato a livello nazionale (+36,8%). I dati registrati in Molise risultano tutti inferiori ai dati italiani nell’intero periodo considerato. Nell’ultimo anno si osserva un incremento del 3,1% rispetto al 2019.

In Molise la proporzione di parti con Taglio Cesareo, nel 2020, è pari a 38,9% (valore nazionale 32,6%). Nell’arco temporale 2007-2020 i valori sono tutti superiori rispetto ai valori nazionali e presentano un andamento oscillante. Considerando l’intero periodo di osservazione si registra nella regione in esame un decremento pari a -21,8% (valore nazionale -16,9%).

In Molise il valore dell’indicatore relativo alla spesa sanitaria pubblica pro capite, nel 2020, è pari a 2.495€ (valore nazionale 2.065€). Nella regione in esame, considerando l’arco temporale 2010-2020, si osserva un andamento oscillante; nel 2020, si osserva un aumento dell’8,0% rispetto all’anno precedente. A livello nazionale, invece, si osserva un trend in diminuzione fino al 2013, cui segue un periodo di stabilità del dato e una inversione di tendenza dal 2014, confermata anche nell’ultimo anno (+7,3%). Considerando l’intero periodo temporale nella regione in esame si è registrato un aumento pari a 15,4% (valore nazionale +11,0%).

In Molise la percentuale di pazienti di età 65 anni ed oltre operati entro 2 giorni per frattura del collo del femore è, nel 2020, pari a 43,6% (valore nazionale 71,1%), valore minimo tra le regioni. Nel periodo 2007-2020, i valori del Molise risultano molto altalenanti (range 13,8-43,6%) con tendenza ad una netta diminuzione (-22,7%) nel periodo 2009-2012, seguita da un progressivo aumento dei valori fino al 2018. L’unico anno a partire dal 2012 in cui si è registrata una lieve flessione (-7,6%) è stato il 2017, recuperata nel 2018 con un incremento percentuale del 23,4%. Nell’ultimo anno si osserva un importante aumento pari a 37,9%. A livello nazionale la tendenza mostra un marcato aumento durante tutto il periodo di osservazione (+121,5%), maggiormente evidente a partire dal 2009.

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