Covid e decessi, «Il caso analizzato dai periti del Tribunale»

In giudizio lun 23 gennaio 2023
Attualità di La Redazione
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L'ospedale Cardarelli ©Termolionline
L'ospedale Cardarelli ©Termolionline

CAMPOBASSO. «Per la prima volta viene messo nero su bianco il nesso di causalità tra un decesso Covid in regime di ricovero e la pessima gestione del paziente deceduto. In poche parole per la prima volta i periti di un tribunale italiano accertano che un paziente Covid è morto a causa delle condotte tenute dai sanitari nell’ospedale in cui era ricoverato. È il caso di un paziente molisano, la cui cronistoria medica è ora oggetto di causa giudiziale ed è stata analizzata dai periti del Tribunale di Campobasso».

A rivelarlo è lo studio legale Iacovino.

«L’uomo era arrivato al Pronto Soccorso dell’Ospedale “Cardarelli” il 3 gennaio del 2021, per una patologia tempo-dipendente. Era risultato negativo al primo tampone molecolare eseguito all’ingresso nella struttura di prima emergenza, dove era rimasto tre giorni per i primi sommari accertamenti. Ancora negativo al secondo tampone molecolare effettuato nel reparto U.O.C. di Medicina, dove era stato ricoverato per competenza il 6 gennaio. Negativo anche al terzo tampone molecolare effettuato il 15 gennaio. Solo il 18 gennaio, dopo ben quindici giorni di permanenza nel nosocomio in ultimo, era risultato positivo al quarto tampone molecolare. Il paziente era stato dunque trasferito presso la U.O. Anziano Fragile del medesimo ospedale, dopo una diagnosi strumentale di polmonite bilaterale ma le sue condizioni erano aggravate velocemente. Il 29 gennaio i sanitari davano indicazioni per un supplemento di ossigeno progressivamente crescente. Il 31 gennaio il test molecolare dava ancora esito positivo. Il 4 febbraio, a un mese dal suo ingresso in ospedale, le condizioni cliniche del paziente risultavano scadute con un importante supporto di ossigeno tramite maschera di Venturi. Il 5 febbraio il quadro generale appariva significativamente compromesso e alle ore 19.40 dello stesso giorno veniva constatata la morte del paziente.

A questo punto familiari della vittima, considerato che il familiare aveva contratto il Covid in regime di ricovero eri tenendo il virus causa o concausa del decesso, per accertare ogni eventuale responsabilità si rivolgevano allo studio dell’avvocato Vincenzo Iacovino che, dall’insorgere della pandemia ha costituito e segue il Comitato “Verità e dignità per le vittime covid 19”, presentando diversi esposti-denunce alla competente Procura della Repubblica di Campobasso per gli oltre 700 decessi verificatisi in Molise. Lo studio legale da anni si batte fare chiarezza sulla mancata realizzazione del Centro Covid nel Molise, unica regione a non averlo realizzato; sul malfunzionamento dell’impianto dell’ossigeno certificato dal responsabile tecnico; sulla carenza di personale medico e infermieristico rispetto ai posti letto di terapia intensiva; per le carenze organizzative, strutturali e professionali e sulla malagestione della sanità molisana durante la pandemia.

I parenti della vittima, dunque, acquisita la cartella clinica, hanno chiamano in causa l’Asrem per un accertamento tecnico preventivo del decesso.

I consulenti nominati dal Tribunale hanno depositato così la perizia definitiva in cui rispondono ai quesiti posti dal Giudice, accertando la responsabilità amministrativa e sanitaria come causa del decesso nosocomiale per covid contratto durante il ricovero disposto per patologia tempo dipendente.

I periti danno atto che nel modulo di consenso/dimissioni volontarie, privo di data, il decesso sarebbe derivato da una “insufficienza respiratoria acuta secondaria a polmonite bilaterale da SARS-CoV-2 insorta in un soggetto con gravi comorbilità” e, dopo aver sottolineato che la positività al virus emersa dopo 15 giorni dal ricovero, rendono più che probabile che l’infezione SARS-CoV-2 sia stata contratta in costanza di ricovero, evidenziando che nessun sanitario della Medicina Generale e di “Anziano Fragile” ha mai eseguito un esame clinico completo del paziente al fine di verificare obiettivamente le sue condizioni cardio-respiratorie.

In definitiva per i periti del Tribunale il decesso del paziente è causalmente riferibile a “omissioni e deficienze di carattere di organizzativo, responsabili della trasmissione del contagio da SARS-Cov2 avvenuto all’interno dell’Ospedale “Cardarelli” di Campobasso, e “a condotte sanitarie del tutto inadeguate alla gestione clinica del paziente” che, qualora adeguatamente assistito, nonostante l’infezione virale nosocomiale sarebbe, verosimilmente, sopravvissuto alle patologie che avevano motivato il ricovero».

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