«Supereroi», dall'eccidio di via Fani all'intitolazione della scuola a Giulio Rivera

La cerimonia mer 05 aprile 2023
Attualità di Alberta Zulli
5min
«Supereroi», dall'eccidio di via Fani all'intitolazione della scuola a Giulio Rivera ©Termolionline
«Supereroi», dall'eccidio di via Fani all'intitolazione della scuola a Giulio Rivera ©Termolionline
Istituto omnicomprensivo "Giulio Rivera": intervista a Mario Bellotti

GUGLIONESI. “Supereroi”, è questa la parola che più ha rappresentato l’intensa e toccante giornata di in onore di Giulio Rivera, per l’intitolazione dell’istituto omnicomprensivo di Guglionesi.

Ed è stata questa la canzone che i bambini delle classi 4° e 5° hanno intonato sul palco del Fulvio, muniti di cartelloni con il volto e le frasi di Rivera. Perché Giulio, quel figlio guglionesano che perse la vita nell’attentato di via Fani a Roma, quel 16 marzo 1978, non è solo un eroe, ma un supereroe. E lo è stato e lo è tuttora insieme agli altri suoi colleghi della scorta. Persone prima di essere servitori della Patria. Uomini che credono negli ideali, nei valori della democrazia. Il senso civico che si insegna nelle scuole. E l’intitolazione dell’istituto omnicomprensivo significa questo.

E non importa se gli eroi non hanno scritto lettere, poesie. Non importa che non abbiano scoperto formule matematiche, scientifiche e cure. L’importante è quello che hanno creato intorno a loro. Quello che hanno lasciato a noi, alle generazioni future e quelle che verranno tra 100 anni. Quei valori che spesso la gente dimentica ma che sono ben incise nelle menti di tutti. Un mondo che sia fatto di pace. Questo serve. Perché al terrorismo, alle guerre si risponde così. Perché l’odio genera odio e, soprattutto, crea dolore nelle famiglie delle vittime. Vittime della mano, della crudeltà di chi ambisce a un potere.

Perché il terrorismo è ancora attuale, e lo ricorda bene Giovanni Ricci figlio di Domenico, collega di Giulio, appuntato e autista di Moro.

«Si sta vivendo un momento di tensione. Frange di estrema destra e sinistra che si stanno rivitalizzando. Dobbiamo essere forti e uniti. Dobbiamo dire no a qualsiasi forma di violenza. Fare memoria è qualcosa di importantissimo. Non basta ricordare il passato ma ne dobbiamo trarre degli insegnamenti».


La scuola a questo serve.

«Intitolare questo istituto a Giulio Rivera significa portare nelle scuole il coraggio- ha affermato Mario Bellotti sindaco di Guglionesi- e la fedeltà affinché sia tramandato il ricordo». 

Affetto e commozione è quello che ha caratterizzato una giornata fatta di ricordi. Quei ricordi che non muoiono mai. Quei ricordi che conservi nella mente, nel cuore e nell’anima. E lo sa bene la famiglia Rivera. Perché tutto l’affetto e questo grande omaggio, questo grande “regalo” è solo per loro. E la commozione del signor Angelo vale più di tutte le mille parole che si potrebbero dire per descrivere questo grande e coinvolgente evento.

Perché Giulio era lì. Era lì in prima fila con i suoi colleghi, con Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino. Era lì accanto a loro anche la professoressa Adele Terzano che tanto ha fatto per tenere vivo il ricordo di Giulio. Erano lì i genitori. Erano tutti lì, stretti in un abbraccio. Il ricordo vivrà per sempre. E da questo che si deve andare avanti e tramandare ai figli, ai nipoti, a tutti quelli che verranno dopo di noi, che non si deve dimenticare. 

«Per noi è una giornata di gioia- ha affermato Giulio, nipote di Rivera- questa intitolazione rappresenta il futuro per non dimenticare. Far comprendere, attraverso il passato, il ricordo alle nuove generazioni».

Il sindaco di Guglionesi sul palco del “Fulvio” ha lanciato una proposta al futuro primo cittadino, invitando Sauro Ragni a creare un gemellaggio tra Guglionesi e Staffolo e quest’ultimo si è detto favorevole. «Questo gemellaggio rappresenterebbe una rivitalizzazione di una memoria storica- ha detto Ragni- Abbiamo avuto due eroi che si sono sacrificati per la nostra Patria. Noi abbiamo realizzato un monumento per le vittime del terrorismo e la regione Marche ci ha dichiarato capitale “Vittime del terrorismo” per la nostra regione. Non possiamo dimenticare».


Tante le dimostrazioni d’affetto che si sono susseguite durante la mattinata al “Fulvio”, tante le autorità civili, militari e religiose presenti per questo evento di caratura sociale e morale. Tra questi il questore di Campobasso, Vito Montaruli, la dottoressa Moffa, la dottoressa Giuseppina Pidicini Vice questore direttore facente funzion, il deputato Gero Grassi, Giovanni Ricci figlio di Domenico Ricci, appuntato dell'Arma dei Carabinieri e autista dell’onorevole Aldo Moro, il sindaco di Staffolo, paese natale di Ricci, Sauro Ragni e il primo cittadino di Guglionesi Mario Bellotti, la dirigente scolastica Patrizia Ancora, lo scrittore Filippo Boni, autore del libro “Gli eroi di via Fani” e Cristina e Paola Pace, figlie della professoressa Adele Terzano. Presenti anche i parroci di Guglionesi e San Martino in Pensilis, don Stefano Chimisso e don Nicola Mattia, il maresciallo della stazione dei carabinieri di Guglionesi, Egidio Salera e il comandante della Polizia Locale, Luca Giuliani e vari sindaci del basso Molise come Francesco Roberti, Giorgio Manes e Pino Puchetti.

Fare memoria. Questa giornata così intensa ha insegnato questo. «Fare memoria significa riscoprire le vite umili di cinque servitori dello Stato- ha dichiarato lo scrittore Filippo Boni, già ospite lo scorso anno per ricordare Rivera- e restituirle ai giovani. È importantissimo».


Il signor Angelo Rivera, circondato dall’affetto dei suoi nipoti, ha voluto ringraziare la dirigente Ancora per aver voluto dare lustro al nome del fratello Giulio, omaggiando la scuola di un dono prezioso, un quadro dipinto a mano dall’artista guglionesano Rocco Pelusi, che rappresenta proprio il volto dell’agente di Polizia. 


«Il quadro- ha detto la preside- sarà affisso a scuola. Per una comunità scolastica è importante agganciarsi a valori della memoria. Giulio Rivera è un cittadino guglionesano e per noi è stato doveroso intitolare a lui il nostro istituto, non c’è nulla di più prezioso che far crescere le generazioni che ci sono affidati nella preziosità della memoria».


Dopo l’incontro al Fulvio, i partecipanti si sono spostati a scuola dove è avvenuto lo svelamento della targa che riporta questa scritta: “Istituto omnicomprensivo Giulio Rivera. Guardia del corpo delle guardie al pubblico servizio. Medaglia d’oro al valor civile. Caduto nella strage di Via Fani, 16 marzo 1978. Cittadino di Guglionesi”.

Ma cosa resta di irrisolto nel caso Moro? Lo abbiamo chiesto al deputato Gero Grassi. 


«In termini di percentuale il 15% ma c’è tutta quella parte che se non te la dice uno che c’era, dopo 50 anni non la puoi scoprire. Noi abbiamo la certezza che il racconto dei terroristi è tutto falso. Dobbiamo scoprire ancora qualcosa su via Fani. I brigatisti dicono che c’erano solo loro, quindi 7 persone, ma noi con la simulazione abbiamo dimostrato che servivano 20 persone. Chi sono gli altri? Sono particolari che non incidono sulla verità Moro viene ucciso perché dava fastidio agli Usa e Russia. La strage è anche responsabilità dei brigatisti, in via Fani c’era la mafia, i brigatisti, la 'Ndrangheta, la banda della Magliana. Ma c’erano anche i servizi segreti italiani e stranieri. L’eccidio di via Fani, qualcuno lo sapeva prima e, quindi, moralmente, è responsabile dei sei morti».

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