«Siamo impegnati a impedire che la Bolkestein danneggi decine di migliaia di famiglie»

Linea maginot gio 16 novembre 2023
Attualità di La Redazione
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I vertici del Sib-Confcommercio ©termolionline.it
I vertici del Sib-Confcommercio ©termolionline.it

TERMOLI. Sulla procedura d'infrazione dell'Ue sui balneari è intervenuto il presidente del Sib-Confcommercio, Antonio Capacchione: «Il parere della commissione europea non pregiudica una giusta soluzione della questione balneare il governo nella interlocuzione con la commissione europea faccia valere i risultati raggiunti dal tavolo tecnico possibile garantire una maggiore concorrenza con la tutela dei diritti dei concessionari attualmente operanti. Cari amici e colleghi, la Commissione europea nella procedura di infrazione avviata il 3 dicembre 2020 ha emesso oggi il cosiddetto Parere motivato sulla questione balneare.

Opportuno ricordare che la procedura non riguarda solo gli stabilimenti balneari ma tutti coloro che operano su suolo demaniale e pubblico in genere: dai ristoranti ai campeggi; dai chioschi bar agli alberghi. Il segmento più importante del turismo italiano. Il termine dei 60 giorni per l'eventuale recepimento delle indicazioni della Commissione europea non è tassativo così come non è scontato il suo ricorso alla Corte di Giustizia. Al momento a carico del nostro Paese sono pendenti 77 procedure di infrazioni con 18 cd Pareri motivati: il più "vecchio" risale al 2013 (per l'Ilva di Taranto). A questi 18 "pareri motivati" si aggiunge oggi quello sulle concessioni demaniali marittime. In attesa di leggere il "parere" opportuno riportare quanto dichiarato, nell'annunciarlo, dalla Portavoce della Commissione europea Johanna Bernsel che "il parere motivato non pregiudica il proseguimento del confronto che avremo con le autorità italiane".

Siamo fiduciosi che il Governo nella sua interlocuzione con la Commissione europea nelle prossime settimane valorizzi adeguatamente il risultato registrato dal cd Tavolo tecnico consultivo sulla non sussistenza della cd scarsità della risorsa. Presupposto per la corretta applicazione della direttiva Bolkestein così come ribadito dalla Corte di Giustizia dell'Unione europea lo scorso 20 aprile.

È possibile e doveroso conciliare una maggiore concorrenza con la tutela dei diritti dei concessionari attualmente operanti così come prescritto proprio dal diritto europeo: dal legittimo affidamento di coloro che hanno confidato nelle leggi dello Stato alla proprietà aziendale. Siamo impegnati a impedire che una applicazione non corretta della Bolkestein danneggi decine di migliaia di famiglie che hanno avuto l’unico torto di aver creduto nelle leggi dello Stato e con esse il nostro Paese. Confidiamo in una soluzione strutturale ed equilibrata socialmente ed economicamente sostenibile dal Paese».

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