Tra satira e costume, col Carnevale la "maschera" di Luigino Furbino

Fantasy mar 13 febbraio 2024
Attualità di La Redazione
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Tra satira e costume, col Carnevale la "maschera" di Luigino Furbino ©Web
Tra satira e costume, col Carnevale la "maschera" di Luigino Furbino ©Web

TERMOLI. Abbiamo salutato lo scorso 5 gennaio gli 80 anni di Luigi De Gregorio, lasciandoci un seme… rispetto a una novità che avrebbe preso corpo successivamente.

In un 2024 dove le dinamiche politiche e le sfide elettorali ormai si vanno delineando, altrove con le regionali, da noi con le comunali e in tutta Europa col rinnovo del Parlamento comunitario, cosa c’è di meglio che immergersi in una lettura fantasy, che trae spunto proprio dalla nostra storia più o meno recente.

È quanto ha messo a frutto lo stesso Luigi De Gregorio, disegnando la figura di Luigino Furbino (nomen omen), di cui narra la breve storia da potente Ministro della Repubblica Italia, declinandone “La Patologia del potere”.

Tra satira e costume, un excursus fanta-biografico che “serviremo” a rate.

Breve storia del potente ministro della Repubblica Luigino Furbino

GLI STUDI DI LUIGINO FURBINO

Alla scuola elementare, Luigino di nome e Furbino di cognome, già mostrava scarsa voglia e nessuna predisposizione allo studio. Era tra gli ultimi della classe. Ma alla scuola media non c’erano dubbi. Era l’ultimo degli ultimi. Una posizione che non gli dava fastidio, anzi ne era orgoglioso. Era pur sempre un primato.

E quando l’insegnante di Italiano comunicò alla famiglia che una bocciatura, e cioè una ripetizione della seconda media, avrebbe fatto bene a Luigino, lui la prese bene. In fondo non glie ne importava nulla. Per lui leggere era troppo faticoso e la penna era troppo pesante. In ogni caso, in quattro anni, riuscì a superare lo scoglio della scuola secondaria di primo grado. Ma al liceo le difficoltà divennero montagne e lui non aveva le caratteristiche dell’alpinista. Tra ripetizioni private e due bocciature arrivò ad acquisire l’agognata licenza liceale. Agognata dai genitori e da tutto il parentado.

Insomma, Luigino Furbino era la pecora nera della famiglia. Ed ora bisognava scegliere: andare o meno all’università e quale accidente di facoltà frequentare. Lui ne era indifferente. Il suo futuro era in mano ai parenti, mentre il suo presente era in mano a lui: donne, gioco a carte, feste da ballo, gite, buoni ristoranti.

CONTINUA

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