La mannaia della Corte costituzionale: «Illegittimo il rendiconto regionale approvato a fine 2022»

La sentenza ven 19 aprile 2024
Attualità di La Redazione
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La mannaia della Corte costituzionale: «Illegittimo il rendiconto approvato a fine 2022» ©Facebook
La mannaia della Corte costituzionale: «Illegittimo il rendiconto approvato a fine 2022» ©Facebook

CAMPOBASSO. Nuova tegola sulla Regione Molise, la Corte Costituzionale ha depositato ieri la sentenza numero 50 con la quale dichiara l'illegittimità del Rendiconto generale della Regione Molise per l'anno 2021.

A darne notizia sui social l'avvocato Enzo Iacovino: «Il peggiore presidente della Regione, unitamente alla sua giunta, ai consiglieri regionali (quasi tutti riconfermati) e ai dirigenti regionali di turno hanno lasciato ancora una volta una cicatrice indelebile sul Molise martoriato, ipotecando il già incerto futuro dei pochi coraggiosi molisani rimasti.

Lo dice la Corte Costituzionale con la sentenza n.50, depositata in cancelleria il 18 aprile 2024, che, accogliendo il ricorso iscritto al n. 10 del registro ricorsi 2023 presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Molise 31 dicembre 2022, n. 27 inerente (Rendiconto generale della Regione Molise per l’esercizio finanziario 2021).

Ovviamente la Regione non si è costituita in giudizio. E questo già di per sé la dice lunga sull’operato politico e gestionale di una regione.

Secondo l’Avvocatura generale dello Stato, la legge regionale impugnata attesterebbe di aver recuperato nell’esercizio 2021 una quota di disavanzo in misura inferiore a quanto previsto nel bilancio di previsione cui il rendiconto si riferisce violando l’art 117 della costituzione in tema di “armonizzazione dei bilanci pubblici.”

Per i Giudici della Corte Costituzionale la mancata applicazione dell’esatto ammontare della quota di recupero del disavanzo – che avrebbe dovuto essere disposta con la legge regionale di assestamento del bilancio 2021, da adottare con le modalità previste dall’art. 50 del d.lgs. n. 118 del 2011 – comporta una sottostima della spesa complessiva tale da compromettere l’equilibrio del bilancio 2021 e di quelli successivi.

La corretta contabilizzazione e il recupero del disavanzo avrebbero richiesto, infatti, l’adozione di idonee forme di copertura, quali la riduzione di altre spese o l’individuazione di maggiori entrate, e una revisione complessiva dei saldi di bilancio.

Secondo la Corte il vizio lamentato si riverbera inevitabilmente sull’intera legge di approvazione del rendiconto, violando «l’inderogabile principio di continuità tra gli esercizi finanziari – che richiede il collegamento genetico tra i bilanci secondo la loro sequenza temporale – coinvolgendo la legge di approvazione del rendiconto nella sua interezza, non essendo utilmente scindibili gli elementi che ne compongono la struttura»

I giudici hanno ritenuto insufficiente e fuori termine il tentativo di recupero della regione Molise che con legge n. 4 del 2023, ha sostituito l’art. 9 della legge reg. Molise n. 27 del 2022, modificando l’ammontare del disavanzo di amministrazione al 31 dicembre 2021, ha portando il disavanzo dalla somma originariamente contabilizzata pari a euro 493.863.931,66 in euro 573.484.996,41.

Per i Giudici il rendiconto 2021 è stato approvato il 31 dicembre 2022, la sottostima del disavanzo 2021 da ripianare nell’esercizio 2022 ha determinato un illegittimo ampliamento della capacità di spesa dell’ente in quest’ultimo esercizio, proiettando gli effetti dei saldi del rendiconto 2021 sull’esercizio successivo. Difatti, come risulta dalla legge reg. Molise n. 9 del 2022, nel bilancio di previsione pluriennale per il triennio 2022-2024, è rappresentato un disavanzo da ripianare gravemente sottostimato.

Tali elementi hanno condotto a escludere la possibilità di una pronuncia di cessazione della materia del contendere proprio perché la legge regionale impugnata è rimasta in vigore per un tempo sufficiente a produrre effetti sull’intero ciclo di bilancio.

Ciò posto, per la Corte la questione di legittimità costituzionale della legge reg. Molise n. 27 del 2022, promossa in riferimento all’art. 117, secondo comma, lettera e), Cost. in materia di “armonizzazione dei bilanci pubblici”, è fondata in quanto la legge regionale di approvazione del rendiconto per l’esercizio 2021 presenta un risultato di amministrazione inferiore a quello effettivo, in ragione della mancata adozione, in sede di assestamento del bilancio, di adeguate misure volte a rappresentare in maniera corretta il disavanzo da ripianare.

Per l’effetto la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Molise 31 dicembre 2022, n. 27 (Rendiconto generale della Regione Molise per l’esercizio finanziario 2021).

Va detto che la Corte nel decidere, non ha potuto fare a meno di richiamare la sentenza n.39 del 2024, inerente al giudizio di legittimità costituzionale degli artt. 4, 6, 9 e 12 della legge della Regione Molise 29 dicembre 2021, n. 6 (Rendiconto generale della Regione Molise per l’esercizio finanziario 2020), mettendo in evidenza la violazione perenne del principio di armonizzazione dei bilanci dal momento che la gestione finanziaria della Regione Molise, per l’intero esercizio 2021, è stata a sua volta condizionata dalla grave sottostima del risultato di amministrazione dell’esercizio 2020, la cui alterazione ha comportato l’indebito ampliamento della spesa.

Insomma una catena di falsi tesi a nascondere i reali disavanzi (debiti) in violazione della Costituzione!

E ciò, va detto, nonostante gli allarmi lanciati dalla Corte dei Conti espressi nei diversi giudizi di parificazione.

Mi chiedo se la Corte dei Conti abbia o meno trasmesso gli atti alla competente Procura della Repubblica e sé quest’ultima abbia aperto o meno un fascicolo anche d’ufficio, visto l’andazzo di politicanti, amministratori e dirigenti del tutto inadeguati e incapaci come certificato dalle diverse sentenze della Corte Costituzionale.

Ma chi e cos’altro ancora dobbiamo aspettare per avere giustizia».

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