La buona sanità nel racconto di Betty, turista genovese che non dimenticherà Termoli

La storia mar 01 ottobre 2024
Attualità di La Redazione
3min
Ingresso ospedale San Timoteo ©Termolionline
Ingresso ospedale San Timoteo ©Termolionline

TERMOLI. Giorni in cui si manifestano notizie positive sulla sanità pubblica, qui a Termoli.

Una storia di assistenza è quella che racconta la signora Betty L., turista genovese, che ha subito il dramma di un malore accusato dal marito dopo una vacanza sul Gargano, mentre tornava al Nord, sull’A14.

«Con mio marito abbiamo passato delle bellissime vacanze in un villaggio vacanze del Gargano. I guai sono cominciati appena partiti da lì: mio marito (72 anni) ha avuto un serio malore appena prima di lasciare la Puglia, nell'Autogrill Torre Fantine Est.

Subito ci hanno aiutato dei clienti, ma quelli che si sono veramente prodigati sono stati i membri del personale dell'Autogrill, a cominciare dal responsabile (grazie, Danilo). Hanno chiamato il 118, e nel tempo di massimo 15 minuti è arrivata l'autoambulanza. Mentre un paio dei soccorritori si occupava della salute di mio marito, uno di loro ha passato un sacco di tempo al telefono per ottenere il permesso di trasportare mio marito al vicino ospedale San Timoteo di Termoli, invece che in quelli molto più lontani e scomodi per noi di Foggia o San Severo, scelta in teoria dovuta, visto che l'Autogrill si trova in Puglia, mentre Termoli è in Molise (grazie, soccorritori del 118). Purtroppo io non ho mai preso la patente, quindi abbiamo dovuto abbandonare l'auto, con tutti i bagagli, nel parcheggio dell'Autogrill.

Al Pronto Soccorso del San Timoteo mio marito è stato sottoposto a tutti gli esami possibili: i sintomi sembravano purtroppo puntare verso un ictus. Tutto il personale - medici, infermieri, ma anche parenti di altri ricoverati, e la simpatica ragazza guardia giurata- sono stati gentili, disponibili, pronti ad offrire gli uni spiegazioni chiare e semplici, gli altri ad offrire aiuto ad una persona - io - ben lontana da casa sua (Genova). Mentre mio marito avrebbe voluto firmare per essere dimesso la sera stessa, tre dottoresse lo hanno convinto a passare almeno una notte in reparto.

Lui era preoccupato per me (avevo solo i vestiti che indossavo la mattina), ma un gruppo di infermieri ed infermiere lo hanno assicurato che si sarebbero occupati di me: era ormai sera tardi, pioveva, ma a forza di telefonate mi hanno trovato una camera in un Bed & Breakfast ed un taxi per arrivarci, dopo avermi fornito i numeri dei taxi di Termoli, ed altre informazioni importanti (grazie, a tutto il Pronto Soccorso). Il proprietario del B&B mi ha ricevuto sotto casa e mi ha fatto vedere la camera.

La storia, in ospedale, si è fatta lunga, fino a che a forza di analisi molto accurate hanno scoperto che mio marito aveva una polmonite che, vista l'età non è uno scherzo, e doveva essere curato in loco, e io ho quindi fissato la camera per 10 giorni. Il giorno dopo il mio arrivo, il proprietario del B&B mi si è praticamente presentato alla porta, dicendomi che aveva organizzato con sua moglie il recupero della nostra auto: siamo andati a prenderla, e me l'hanno posteggiata sotto casa (grazie, Massimo e Cristina). La settimana abbondante che ho passata a Termoli è stata un'altalena tra la preoccupazione per la salute di mio marito, e la vicinanza affettuosa di chiunque ho incontrato (grazie, Termoli e Molise), a cominciare dal ristorante dove ero solita pranzare (grazie, Alessandro e Marta). Venerdì 20 settembre, finalmente mio marito è stato dimesso (grazie a tutto il personale, i degenti e i loro parenti del San Timoteo), in via di guarigione, ma non in grado di guidare per 800 Km. Qui si sono fatti vivi alcuni nostri amici: uno è venuto in treno fino a Termoli da Cesena, e ci ha portato a casa sua, dove abbiamo passato la notte (grazie, Renato e Alessandra).

Il giorno dopo due amici sono arrivati da Genova: uno ha guidato la nostra auto, l'altro la sua, fino a casa nostra (grazie, Danilo e Carlo). Qui un nostro vicino ed amico è sceso per aiutarci a scaricare i bagagli, e a portarli in casa (grazie, Gaetano). Lo so, in genere ci si lamenta per la sanità pubblica, per l'indifferenza della gente.... sono contenta di avere constatato che non è così da tutte le parti. Sono sicura (ma non ci metterei la mano sul fuoco) che anche qui in Liguria avrei avuto l'aiuto di molte persone, ma sospetto che questo sarebbe successo se lo avessi chiesto.

A Termoli, invece, la gente si interessava veramente ai miei problemi, ed offriva ogni tipo di aiuto prima che potessi chiederlo. Di nuovo grazie, Termoli: non mancherò di ritornarci per una vacanza». 

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