​Don Benito: “Una chiesa senza la Madonna è un orfanotrofio”

Vangelo strabico ven 08 dicembre 2017
Attualità di La Redazione
3min
Don Benito Giorgetta ©TermoliOnLine
Don Benito Giorgetta ©TermoliOnLine

TERMOLI. In occasione dell'Immacolata Concezione proponiamo come ogni anno il Vangelo strabico di don Benito Giorgetta:

Ascoltiamo il Vangelo:

“In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei”.

Un cristiano che non è devoto alla Madonna è un orfano. “Una chiesa senza la Madonna è un orfanotrofio” (papa Francesco). La figura, la persona, della Madonna è fondamentale nella vita della Chiesa e nella storia della salvezza. Dio ha richiesto, sollecitato, voluto, ma anche atteso il suo consenso all’invito a diventare sua madre. E lei non si è lasciata pregare, non ha fatto la preziosa. Pur interrogandosi, perché rimase “turbata” dall’annuncio dell’angelo domandandosi che senso avesse il saluto ascoltato, ha aderito, si coinvolta, ha donato se stessa per il disegno di Dio. “Sono la serva del Signore”. Si è annientata, ha svuotato se stessa per fare posto a Dio, e lui si è talmente riversato in abbondanza nello spazio ricevuto che si è incarnato nel grembo verginale dell’umile fanciulla di Nazaret.

Maria ha dato “carta bianca” a Dio, gli ha permesso di fare quello che credeva più opportuno. Quando si è invasi dall’amore, non si deturpa la nostra immagine, anzi brilla il volto, perché siamo gravidi di una forza scatenante e derivante dal fatto d’essere amati.

Dio irrompe nella vita di ciascuno di noi non per essere terrorista, ma per portare l’opportunità di rispondergli ed ottenere quello che è meglio per noi. Ci instrada per percorsi inesplorati, ci introduce per strade mai percorse ma infonde anche il coraggio, la forza di non avere paura. “Non temere” dice l’angelo a Maria, a Giuseppe ai pastori che riceveranno la notizia della nascita di Gesù. “Non temere” è ripetuto per ben trecentosessantacinque volte, una al giorno, nel testo biblico. “Non temere” dice a ciascuno di noi ogni volta che si rivela nella nostra vita anche quando ci chiama a percorrere un cammino senza darci la cartina geografica o toponomastica per verificare il percorso. Ci basta depositare nel cuore la certezza della sua presenza, della sua costante vigilanza. Basta nutrire l’animo dei suoi sentimenti e saremo sazi fino ad avere sempre la forza della costanza, della continuità. Avremo la forza di arrenderci a Dio. Solo allora brillerà il sole per noi e per tutti perché quando il sole nasce fa vedere a tutti. Quando siamo portatori dell’amore di Dio lo doniamo a tutti coloro che incontriamo. Proprio come Maria che accogliendo Cristo nel suo grembo l’ha dato a tutta l’umanità. Come fare a meno di questa mamma? Se lo facessimo saremmo orfani, ma l’orfananza non piace a nessuno.

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