Quarant’anni al servizio della sanità e dei cittadini, l'intervista al dottor Giovanni Fabrizio
TERMOLI. Quarant’ anni di vita professionale al servizio della sanità e dei cittadini che hanno sempre richiesto il suo intervento per la competenza medica, chirurgica e oncologica di cui può vantare. In effetti sono anche più di 40 anni perché il dottor Giovanni Fabrizio è entrato all’ospedale San Timoteo da studente di medicina e poi mano man ha sempre accresciuto le sue conoscenze e la sua preparazione.
Ha avuto la fortuna di beneficiare di maestri che sono stati degli autentici luminari come il professor Giampaolo Tagliaferri a cui dice di dovere tutta la sua preparazione professionale e tutto quello che poi lui stesso è riuscito a dare alle persone e ai collaboratori del suo mentore nonché ai suoi.
Durante l'intervista, però, il professor Fabrizio ha aggiunto una cosa molto bella e cioè che se lui è riuscito ad essere quello che è ed è stato fino ad oggi nel campo professionale, è solo grazie a sua moglie e ai suoi figli, che lo hanno sempre supportato e assecondato nelle sue scelte a volte anche penalizzanti, senza mai battere ciglio e senza mai farglielo pesare.
Il suo lavoro era ed è sempre stato un lavoro dove non si può programmare nulla e si è, soprattutto nel ruolo da lui ricoperto, impiegati H24 ,e spesso questa cosa è penalizzante per la famiglia. Da oggi, 9 febbraio, visto che anche sua moglie è ufficialmente in pensione, tutto questo avrà un altro volto: infatti i coniugi Fabrizio partiranno per Milano dove andranno a trovare la figlia per far poi ritorno a Termoli il 14 febbraio, giorno in cui l'Azienda Asrem gli ha preparato una bella festa di congedo.
TermoliOnLine sarà presente insieme a tutto il personale e la dirigenza Asrem per il giusto tributo ad un uomo professionalmente ineccepibile che ha servito il prossimo con dedizione e passione. Ci piace chiudere con una frase della responsabile del reparto di chirurgia del San Timoteo che ci ha detto con voce commossa: “Oggi per noi è un giorno triste e quasi mi sento di mettere la fascia nera attorno al braccio. Giovanni chiude meravigliosamente la sua carriera professionale non solo da grande medico, ma soprattutto da grande uomo.”