Associazioni no gasdotto: «Dopo il terremoto abbiate il coraggio di ripensarci»

Considerazioni gio 16 agosto 2018
Attualità di La Redazione
3min
Associazioni no gasdotto: «Dopo il terremoto abbiate il coraggio di ripensarci» ©TermoliOnline.it
Associazioni no gasdotto: «Dopo il terremoto abbiate il coraggio di ripensarci» ©TermoliOnline.it

TERMOLI. In una nota, la fondazione Lorenzo Milani di Termoli, il comitato "I discoli del Sinarca" e l'associazione Trivelle zero Molise, pongono l'attenzione sul rischio che il metanodotto potrebbe rappresentare per il territorio in caso di sisma:

«Puntuale come un orologio, l’altra notte è arrivato il terremoto a dare la sveglia (speriamo) a governo e amministrazioni locali sul gasdotto Chieti Larino, così allegramente e sventatamente autorizzato da Regione e comuni coinvolti.

Quale occasione migliore per annullare quest’opera inutile e sommamente pericolosa, con quello stoccaggio Sinarca enorme e capace di distruzione senza limiti, destinata solo a trasferire gas al nord Europa senza alcun vantaggio in bolletta, anzi con il 17% di costi di costruzione addebitati a noi utenti?

Come Trivelle Zero Molise e Fondazione “Lorenzo Milani” abbiamo denunciato da subito i rischi gravissimi per il territorio costituiti dalle tante richieste di prospezione mineraria prima e dal percorso del gasdotto (con annesso stoccaggio) poi, informando la popolazione con numerosi incontri pubblici, comunicati ed eventi.

Ora che la nuova amministrazione di Guglionesi ha dichiarato la propria contrarietà all’opera, ora che il sindaco di Palata ne ha chiesto lo stop, si può e si deve cambiare rotta: chiamare a raccolta i cittadini, in tutti i 7 comuni interessati, provvedere ad una seria opera di sensibilizzazione e informazione ed infine ritirare l’assenso al progetto, sostenendo invece il ricorso al TAR che il movimento No Hub del Gas Abruzzo sta promuovendo.

Perché davvero, “a leggere la documentazione progettuale non si capisce proprio a cosa dovrebbe servire questa nuova grande opera lunga oltre 100 km, che attraverserà ben 19 comuni abruzzesi e 7 molisani, zone densamente abitate e aree agricole di grande valore, nonché 8 Siti di Interesse Comunitario per la biodiversità”, come scrive Augusto De Sanctis, attivista esperto di lotte territoriali a partire da quella per l’acqua e contro Ombrina. Per non parlare della “genialità” di un progetto che qui da noi segue la linea della nuova faglia sismica apertasi ad aprile, e lungo tutto l’Appennino ricalca fedelmente le linee sismiche e franose più pericolose.

Se si considera poi che a creare incidenti spaventosi in Italia, come dimostra la tragedia di Genova, è sempre la carenza di manutenzione, e che queste opere necessitano di costante e attenta supervisione, emerge un quadro allarmante, aggravato dall’assoluta inutilità di questo gasdotto progettato unicamente per i profitti delle multinazionali, oltretutto in una situazione generale di calo d consumi di gas e di necessità pressante di riduzione dell’uso di energie fossili.

L’altra sera, nel bell’incontro pubblico organizzato a Guglionesi dai Discoli del Sinarca, abbiamo sentito denunciare la mancanza di Piano di Emergenza per l’impianto di stoccaggio gas Treste, deposito di dimensioni mostruose al confine tra Abruzzo e Molise. Gli stoccaggi sono sottoposti a Legge Seveso per rischio di incidente rilevante, e come tali DEVONO avere un piano di emergenza portato a conoscenza della popolazione e periodicamente aggiornato.

D’altronde, di che meravigliarsi? Qualche abitante di Termoli e del Basso Molise conosce i contenuti del Piano di Evacuazione per il Nucleo Industriale, sa cosa fare e dove andare in caso di incidente? Eppure anche lì per tre impianti vige la legge Seveso…

E’ contro questa cultura di incoscienza, superficialità e disprezzo per i diritti dei cittadini che ci battiamo da sempre, soprattutto in nome del bene comune territorio, inteso nei suoi aspetti materiali, di terra ed economia, ed immateriali, di bellezza ememoria storica.

Con l’entusiasmo dei giovani attivisti di Guglionesi, con la tenacia dei movimenti abruzzesi che hanno sconfitto il moloch dei petrolieri, e con la testardaggine che da anni e anni ci fa scontrare con l’ottusità del potere, possiamo invertire la rotta.

Si muovano dunque subito, a livello nazionale, governo e ministero dello Sviluppo Economico, e approfittino di questa occasione di ripensamento per evitare errori madornali e non doversi addossare le pesanti responsabilità di chi li ha preceduti autorizzando quest’opera.

Ora è il momento di svegliare le coscienze dormienti, unire le forze e coinvolgere i cittadini; perché cambiare idea davanti a fatti incontestabili è sempre segno di intelligenza, non di debolezza. Ed è ora, come hanno detto il 13 agosto il vicesindaco di Guglionesi e l’ex Presidente della Provincia di Campobasso Nicola d’Ascanio, di capire finalmente che si può amministrare solo ascoltando i cittadini, utilizzando gli strumenti della democrazia partecipata, consultando sistematicamente la popolazione.

Chiediamo perciò ufficialmente al governatore Toma e ai cinque sindaci che ancora non si sono pronunciati di rivedere la loro posizione di assenso al gasdotto; ma soprattutto chiediamo che si attivino subito incontri pubblici, assemblee e ove possibile referendum popolari per far sì che i cittadini sappiano e possano esprimersi. Facciano insomma ciò che avrebbero dovuto fare PRIMA di dire SI’ a quest’opera.

Noi, dal canto nostro, continueremo ad informare e a cercare di fare rete. Per la nostra terra.»

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