I manifesti più accattivanti di ieri e di oggi

Pubblicità mer 19 settembre 2018
Attualità di Claudio de Luca
3min
Manifesti ©Youtube
Manifesti ©Youtube

LARINO. Sentendo di vivere ancora in periodo estivo, mi sono affibbiato l’ònere di riepilogare (a me stesso, naturalmente) uno spoglio delle pubblicità più ‘shocking’ comparse, in passato, lungo le strade del Molise (ma soprattutto a Termoli) sugli striscioni e sui famosi manifesti 6x3. Me ne sono ricordati di belli! Però, innanzitutto, è necessario premettere che la pubblicità lungo le strade rimane disciplinata dall’art. 23 Cds secondo il cui dettato è vietato collocarne – quando gli affissi siano visibili dai veicoli in transito – se, per dimensioni, forma e colore, possano arrecare disturbo visivo agli utenti, o distrarne l’attenzione, ingenerando pericolo per la sicurezza stradale.

Nonostante la genericità dell’ammonimento non v’è chi non ricordi una vecchia pubblicità del ‘Caffè Borbone’ (che, oggi, pratica tipologie più caste) in cui campeggiava una modella che – alto reggendo una macchina per l’espresso – recava, in una nuvoletta, “Te la diamo gratis” (l’apparecchiatura, ovviamente ). Un altro marchio di moda aveva proposta un cartellone con una ragazza in minigonna. Seduta, e con le gambe accavallate, faceva sfoggio di storia sacra (non ecclesiale) con richiami clamorosi a vicende di sesso e di politica:”Sono Maddalena – si presentava -. Faccio la ‘èscort e non sono una ragazza facile”.

Quand’ero giovanottino, ricordo un disegno stilizzato, vagamente neo-liberty, con una donnina nuda, il pube coperto da un grosso chicco di caffè (attraversato dalla inevitabile fenditura ed un braccio nascosto dietro il bacino. Sotto il disegno c’era una scritta che diceva, alludendo logicamente al caffè:”Intenso piacere quotidiano”.

Levate di scudi, proteste, divieti, ordinanze? Quanto mai! Soltanto qualcuno finiva con l’appellarsi, ragionevolmente, al buon gusto; mentre i più se la ridevano per le spiritosaggini esibite dalle Aziende. D’altronde, avremmo dovuto fare i bacchettoni proprio noi Molisani, quando a Milano se ne vedevano di tutti i colori. Chi non ricorda le foto di due uomini in mutande che ricopriva l’intera parete laterale cieca di un palazzo in zona Brera? Si trattava di una pubblicità del duo ‘Dolce & Gabbana’ che – per essere stata prodotta da un grande fotografo – comunque si affrancava dai confini di un bieco ‘advertising’ per accedere al territorio dell’Arte. Ma, quando quest’ultima non trovi albergo (perché ci si è affidati ad individui scarsamente professionali), si giunge all’ ‘advertising’ estremo di cui si servì una vcchia campagna del ‘Compro oro’. Il manifesto si riferiva ad un gioiello; ma si vedeva – di fronte, di spalle e di profilo, di ¾ e comunque seminuda – una sventolona con accanto una scritta sottilmente allusiva:”E tu dove glielo metteresti?” (il gioiello, naturalmente!). Ma almeno quella campagna non si esauriva nel puro esercizio di solleticare la fantasia erotica di chi guardava il manifesto. Creando un eccezionale cortocircuito perché la modella era Barbara Montereale, resa nota – in tempi recenti, per avere partecipato alle famose ‘scene eleganti’ attribuite al cavalier Berlusconi. Dunque in questo caso, seppure non si fosse trattato di Arte, quanto meno poteva riconoscersi la fattura di una satira bella tosta, sicuramente prossima ad un affare di Stato. Ed allora, almeno questa pubblicità, venne ritirata.

Semplici ‘Consigli per gli acquisti’? Ma no. Forse qualcosa di più, come insegna l’omonimo film, diretto da Sandro Baldoni, una grottesca satira della pubblicità, dei suoi 'creativi' e dei loro metodi. Un mondo cinico che non tiene conto della realtà (i disoccupati, gli scioperi, la salute altrui) e tira dritto per la sua strada. Eppure, anche se basterebbe poco per ridicolizzarlo, questo mondo finisce per avere partita vinta. E l'usciere licenziato, quando torna a casa, la trova invasa da prodotti altamente reclamizzati. Il film, in un'alternanza avanguardistica di bianconero e di colore, si smarrisce un po', inseguendo invano le evanescenti psicologie dei personaggi. Poi imbocca la via maestra quando, al gran tavolone del 'brain storming', arriva il padrone del vapore, Carlo Croccolo.

E qui la presa in giro si fa graffiante, le visualizzazioni delle varie ipotesi di ‘spot’ si succedono spassose, e siamo tutti solidali con quel cagnolino che per sottrarsi alla pappa coi vermi se ne torna di corsa al canile. Ma, per difendersi, non v’è soltanto la satira dei film perché occorre tenere presente che le prescrizioni ed i divieti previsti dal c. 7 dell’art. 23 Cds (con riferimento alle forme di pubblicità lungo – ed in vista – degli itinerari) si applicano anche alle strade classificate nei tipi ‘A’ e ‘B’ e, qualora sussistano comprovate ragioni di garanzia per la sicurezza, persino alle strade classificate nel tipo ‘C’. Per di più, in presenza di mezzi pubblicitari istallati senza autorizzazione (o non regolamentari), decorso inutilmente il termini della diffida, qualunque organo di vigilanza stradale potrà accedere - persino su di un fondo privato - per effettuare la rimozione.

Claudio de Luca

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