​Un primato di cui vergognarsi: quello degli edifici abusivi

Mattonata mer 07 novembre 2018

Larino Eppure, a Larino, qualcuno l’aveva segnalato.

Attualità di Claudio de Luca
3min
Abusivismo edilizio senza tregua in Molise ©Termolionline.it
Abusivismo edilizio senza tregua in Molise ©Termolionline.it

LARINO. A Larino assommano cifre consistenti i cittadini proprietari di un immobile abusivo, abitato od usato per il ‘week-end’. In altri casi, benché si tratti di ville, possono risultare classificati ancora in“F 3” (quasi fossero stabili tuttora in corso di costruzione). Anni fa, Palazzo Ducale si vide notificare formalmente da un professionista i termini reali della questione:“La quasi totalità dei fabbricati, presenti in zona agricola (definiti rurali), non risultano inseriti nella banca-dati del Catasto-fabbricati”, cosicché le situazioni comportavano un notevole ammanco di introiti che incideva sul bilancio dell’ente (ammoniva il segnalatore). Ma quella nota ebbe il medesimo effetto di una lettera mai scritta. Al Sindaco del tempo importava poco che il “mattone” avrebbe reso al Comune quattrini a iosa, trattandosi di una sorta di ricostituente prodigioso per casse poco pregne quali oramai sono quelle degli enti locali territoriali. Perciò i Sindaci che preferiscono affidarsi al Codice della strada ed ai misuratori di velocità per incrementare le proprie risorse, dovrebbero puntare piuttosto sugli introiti derivanti dai tributi edilizi.

Già negli anni scorsi l’Agenzia del territorio aveva censìto - con l’aerofotogrammetria - migliaia di immobili. Nella gran parte risultarono abusivi, e quindi mai tassati. Secondo la Direzione centrale per la cartografia, il Catasto e la pubblicità immobiliare, persino il piccolo Molise si era rivelato un problema. Perciò gli ultimissimi dati non rappresentano una novità visto che, al 30 dicembre 2008, l’Agenzia del territorio aveva potuto verificare che, nel 93% dei Comuni della provincia di Campobasso, erano ben 13.446 le particelle che “ospitavano” fabbricati ignorati dall’Autorità competente; e che, nel 100% dei paesi della provincia di Isernia, quelle cementificate irregolarmente erano state 3.487. Anzi, per l’Istat, la Pentria vantava un posto rilevante nella classifica di chi si era dotato di una casa “ignota” (2,5 particelle per ogni kmq). Oggi si riscopre che il Molise guida addirittura l’elenco delle regioni che più hanno abusato (il 70% del patrimonio edilizio) e che la Patria di Cuoco è giunta al punto di richiedere l’apprestamento di una sfida immediata agli abusi. Gli elenchi delle particelle, su cui fu accertata la presenza di costruzioni o di ampliamenti non dichiarati, furono pubblicati dalla Gazzetta ufficiale e, per la 20.a regione, l’operazione fu dirompente per essersi rivelata un lavacro economico-sociale di imbarazzante verità. Questi immobili-ghost lasciarono capire che un territorio, dove esistono tanti immobili non censiti, non è degno di esistere da un punto di vista istituzionale. È solo un apparato burocratico che gestisce un insieme di cose e di persone ben lontane da ciò che dovrebbero essere.

Ma di chi è la colpa? Degli abusivi? Dei Sindaci? Dei Magistrati stessi, a cui non piacerebbe occuparsi di certe piccole cose, peraltro periodicamente condonate in via amministrativa e fiscale. Eppure i beni sottratti alla conoscenza dello Stato (ma non dei Comuni!) erano (e sono) evidenti dal momento che si presentano fisicamente agli occhi di tutti senza di potere essere né nascosti né esportati. E, se si vedono (ma nessuno vuole vederli), significa che gli apparati locali di vigilanza dello Stato e dei Comuni (Polizie locali, Uffici tecnici …) non funzionano. Come si fa a non rendersi conto che intere aree sono abusive se il fenomeno è di antichissima e di impunita tradizione? Le cifre molisane dicono da anni che i fabbricati rurali, mai accatastati, sono rappresentati da quasi 24mila aziende agricole, da una 80ina di cooperative agricole, con almeno un fabbricato e da oltre 47.000 edifici rurali. Purtroppo, dopo tali accertamenti, non è mai partìta una meditata operazione di regolarizzazione. Eppure persino il pagamento di una somma forfetaria per mettere una pietra tombale sul pregresso avrebbe generato un gettito di milioni di euro, consentendo di potere calcolare nuove entrate strutturali per gli anni a venire. Ma, se così facessero, i Sindaci perderebbero i voti.

Claudio de Luca

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