Omaggio a Giovanni Paolo II, a Termoli l'associazione italo-polacca

Dall'Est all'Ovest ven 09 novembre 2018
Attualità di Emanuele Bracone
2min
Apolonia a Termoli ©Termolionline.it
Apolonia a Termoli ©Termolionline.it
Apolonia

TERMOLI. Ci sono 16 famiglie italo-polacche, tutte con mariti italiani e mogli dell’Est che rappresentano un ponte ideale tra le due culture.

A Termoli il luogo simbolo è piazza Giovanni Paolo II, spazio intitolato al santo Karol Wojtyla, pontefice tra i più amati della storia e ieri pomeriggio, alle 15, una delegazione di donne polacche con famiglia italiana ha omaggiato la statua del Santo Padre morto ormai da quasi 14 anni, con lumini e una bandiera polacca.

Abbiamo intervistato la presidente dell’associazione Apolonia, che ha sede a Termoli, poiché l’11 novembre in Polonia si celebra il Giorno dell’Indipendenza Nazionale della Polonia (in polacco: Narodowe Święto Niepodległości). Questo giorno viene considerato festa nazionale, è libero dal lavoro ed è celebrato per commemorare l’anniversario della nascita della Seconda Repubblica della Polonia (1918) e, quindi, della rinascita dello stato polacco dopo 123 anni di spartizioni. In Molise vivono numerosi polacchi, si sono ambientati benissimo, hanno creato delle famiglie, le amicizie. Come popolo fortemente patriotico nel senso positivo, nostalgico, orgoglioso e riconoscente. «Vorremo festeggiare insieme con i nostri amici Italiani questo evento straordinario – ci rivela la presidente dell'Associazione "Apolonia" di Termoli, Dagmara Sobolewska - il motto “Essere fedele alla patria, la Repubblica di Polonia” è visibile su tutte le pagine internet delle ambasciate polacche.

La Patria, come ha detto il Santo Padre Francesco è la madre di tutti i suoi cittadini. Il patriottismo non è qualcosa di cattivo, arcaico o non attuale. I polacchi hanno sempre amato la loro patria. Spesso erano pronti a sacrificare la propria vita per essa. Limitiamoci alla Seconda guerra mondiale, quando per difendere la Polonia i nostri soldati morivano su tutti i fronti, anche qui in Italia: vorrei ricordare per esempio la battaglia di Montecassino e la liberazione di Bologna. Occorre dunque distinguere tra patriottismo e nazionalismo! Ricordiamo la forte voce di San Giovanni Paolo II, il quale ha detto: “Patriottismo sì. Nazionalismo no!”. Tenendo conto di questa importante differenza, dobbiamo amare le nostre patrie. I confini polacchi sono stati spesso violati, ma i Polacchi non si sono mai arresi… Sono fiera che i polacchi continuino a non vergognarsi di mostrare la loro religiosità ed il senso di appartenenza e delle proprie origini, ispirando altre sì altri popoli e nazioni.

La Polonia non si è mai arresa, a nessuno. Durante i 123 anni dell’occupazione, dovuta alle spartizioni, numerose volte abbiamo combattuto per riavere l’indipendenza.La Polonia è stata la prima a dire “no” alla Germania nazista e alla Russia sovietica. E ha pagato il prezzo più alto. Durante la Seconda guerra mondiale hanno perso vita 6 milioni di cittadini polacchi. Questa domenica in tutta la Polonia prevarrà il bianco e rosso - i colori della nostra bandiera, tutti, dai più piccoli festeggeranno con gioia ed amore la patria, la libertà di parola, un uomo libero e felice. Noi vorremo dare la nostra testimonianza a questi momenti felici e significativi». L’incontro è nella mattinata di domenica, all’agriturismo Torre Magliano.

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