San Sebastiano martire, patrono secondario della città di Termoli

La celebrazione dom 20 gennaio 2019
Attualità di La Redazione
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Foto di gruppo coi Vigili urbani ©Termolionline.it
Foto di gruppo coi Vigili urbani ©Termolionline.it

TERMOLI. Ricorre oggi, 20 gennaio, la festa di San Sebastiano martire. Nella città di Termoli, il Santo è venerato da tempo immemorabile come “Protettore secondario” insieme (a partire dal 25 aprile 1947) a San Timoteo, dopo San Basso.

San Sebastiano, il cui culto è diffuso anche sul territorio della Diocesi di Termoli-Larino, è il patrono della Polizia municipale, delle Confraternite della Misericordia e di altre realtà impegnate nel servizio al prossimo.

Nel rinnovare questa devozione e l'esempio cristiano di San Sebastiano a favore dei più deboli e dei sofferenti al costo della propria vita, il vescovo, Gianfranco De Luca, ha celebrato in Cattedrale a Termoli insieme al parroco, don Gabriele Mascilongo, la messa solenne con la partecipazione delle autorità civili e militari, tra le quali il sindaco, Angelo Sbrocca, e i comandi della Polizia municipale della città e di alcuni comuni limitrofi, la Misericordia, associazioni e volontari. Un agente del Comando locale ha recitato la preghiera di affidamento a San Sebastiano la cui statua è stata esposta da alcuni giorni in Cattedrale alla venerazione di numerosi fedeli. Al termine della celebrazione, il vescovo ha ringraziato tutti i presenti e rappresentanti della Polizia municipale e delle associazioni di protezione civile e volontariato presenti per l'impegno e il “grande servizio” prestato ogni giorno alla comunità impartendo la benedizione comunitaria.

Nell'omelia, monsignor De Luca si è soffermato sul passo del Vangelo di Giovanni (2,1-11) dedicato alle Nozze di Cana di Galilea e all'inizio dei “segni” compiuti da Gesù come un momento significativo per offrire le coordinate della nostra vita “per”, “con” e “in” Cristo.

Tutta la nostra esistenza – ha affermato – è dentro un orizzonte nuziale che riguarda tutti e rappresenta anche una dimensione consapevole che ci permette di interpretare il senso della vita di ogni uomo e di ogni donna. Il vero sposo è Dio e la sposa siamo noi – ha osservato il vescovo – un Dio che ci ama come umanità da questa considerazione proprio insieme a Lui siamo chiamati in una festa e nella gioia dell'amore reciproco”.

La conseguenza di questo orizzonte nuziale, ha ricordato mons. De Luca, è l'essere amati e cercati da Dio: “se ci apriamo a tale relazione entriamo in questa gioia e nella pienezza della vita perché la divisa del cristiano è proprio quella della gioia, un termine tanto caro a Papa Francesco e ricorrente nelle sue esortazioni e nei suoi interventi. Un orizzonte di amore e di comunione che – ha concluso il vescovo di Termoli-Larino – comporta delle conseguenze nella vita quotidiana tra le persone: mi realizzo e mi compio nella misura in cui mi dono per l'altro con amore e servizio”.

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