«La chiusura della tratta ferroviaria Termoli-Larino-Campobasso è antistorica»

Aree interne mar 22 gennaio 2019
Attualità di La Redazione
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La stazione di Larino ©Web
La stazione di Larino ©Web

LARINO. Il professor Giuseppe Colombo, già provveditore e dirigente scolastico della scuola media Oddo-Bernacchia, interviene in merito alla chiusura della linea ferroviaria Termoli-Campobasso.

"In riferimento all’articolo dal titolo “Intollerabile la chiusura della ferrovia Termoli-Larino-Campobasso” del Consigliere comunale di minoranza di Larino, dott. Franco Rainone, si evidenzia per l’ennesima volta lo stato di assoluto abbandono e di non curanza del nostro già precario territorio, da parte delle Istituzioni regionali e nazionali. Infatti, benché abbondantemente percorso da costoro in occasione delle varie tornate elettorali, l’area del Basso Molise, da Campolieto ai vari comuni interessati fino a Guglionesi, non si è mai voluto supportare con una decorosa ed adeguata infrastruttura ferroviaria.

Le popolazioni residenti, malgrado il decremento demografico, resistono ancora alle difficoltà di varia natura, che si accentuano a causa di una viabilità precaria, ulteriormente penalizzata con la definitiva chiusura della ferrovia, per la quale sono state investite energie economiche ragguardevoli.

Sentiamo tutti la mancanza della tratta ferroviaria, che nonostante i lunghi tempi di percorrenza, ha comunque permesso ogni anno ad una nutrita schiera di studenti, cittadini e lavoratori di raggiungere il capoluogo di provincia.

Invero, negli anni settanta partiva un pullman, adibito a trasporto scolastico, da Santa Croce di Magliano, alle ore 6:15, colmo di studenti, a cui si univano anche quelli di Bonefro, per prendere il treno alla stazione di Bonefro-S.Croce, la cui fermata ferroviaria era alle ore 7:00 e arrivare a Campobasso verso le ore 8:00 per raggiungere le rispettive scuole superiori, cosa che avveniva anche dagli altri comuni viciniori.

La presenza del treno ha permesso anche a tanti studenti, seppur con notevoli sacrifici, di poter proseguire gli studi universitari a Napoli, Roma, Cassino e rientrare il più delle volte nella stessa giornata nelle proprie dimore.

Vorrei, inoltre, sottolineare quanto l’edificio di stazione di Bonefro, punto di riferimento della comunità di Santa Croce, cui appartengo e dei paesi limitrofi, ha avuto una funzione sociale importante, ospitando in passato chi arrivava col treno a tarda sera, dopo che l’ultima corsa dei pullman era già partita. Molti studenti e adulti hanno dormito sulle panche in attesa del nuovo giorno e mi piace ricordare i periodi invernali quando il capo stazione rimpinguava continuamente la stufa a legna per garantire il migliore confort ai viaggiatori: altri tempi, dove il poco si condivideva, per il benessere di tutti. L’originario edificio di stazione, purtroppo, venne demolito in seguito ai danni subiti a causa del tragico terremoto del 2002, lasciando in opera un solo binario e una pensilina munita di panchina, avviando così quel processo di depauperamento delle strutture di servizio della tratta ferroviaria.

Alcune considerazioni :

  • viaggiare in treno ha migliorato anzitutto il flusso del traffico, perché ha ridotto la congestione, soprattutto a Campobasso nelle ore di punta, e ha permesso altresì di immettere meno sostanze inquinanti nell’aria;
  • il viaggio in treno ha concesso maggior tempo per studiare, interagire, dialogare, risultando contestualmente più rilassante e distensivo.

Desidero perciò ringraziare il dott. Rainone per averci ricordato che una “mobilità intelligente”, pulita e senza sprechi dovrebbe, per principio, essere soprattutto sponsorizzata dalle “istituzioni capo”, con la sensibilizzazione fin dalle scuole e con iniziative promozionali atte a sollecitare l’utilizzo dei mezzi pubblici ed in primis del treno. In considerazione dei flussi di passeggeri che dai comuni delle aree interne si spostano da e per Campobasso e Termoli appare conseguentemente anacronistica e antistorica la paventata chiusura della tratta ferroviaria Termoli-Larino-Campobasso."

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