Stop all'assenteismo con impronte digitali e l'anti-privacy

Così imparano mer 23 gennaio 2019
Attualità di Claudio de Luca
3min
Assenteismo: una piaga ©Telemia
Assenteismo: una piaga ©Telemia

LARINO. Il legislatore punta a sterilizzare un fenomeno annoso come l'assenteismo nel pubblico impiego, introducendo sistemi innovativi quali le impronte digitali e l'app anti-privacy.

Tra i criteri di delega del disegno di legge sulla riforma della Pubblica amministrazione ci sono:

1) le regole nuove sul conferimento, la conferma (e la revoca) degli incarichi dirigenziali;

2) la disciplina del rapporto di lavoro e del trattamento retributivo e la definizione dei casi di responsabilità disciplinare;

3) l'omessa verifica dell'effettiva presenza in servizio del personale assegnato;

4) l'accertata scarsa produttività degli uffici. Infine, verifiche psico-attitudinali per gli operatori al fine di accertarne le capacità di intessere relazioni; concorsi ‘ad hoc’ riservati ai dipendenti che abbiano riportato le migliori valutazioni; responsabilità disciplinare per il dirigente che abbia omesso di verificare la presenza in servizio dei dipendenti. Tra le sei deleghe sulla mobilità del personale e sulla contrattazione collettiva la prima concerne la riforma del lavoro e mette ordine tra le disposizioni in materia di pubblico impiego per il tràmite di testi unici. La seconda riguarda l'accesso al Pubblico impiego con l'obiettivo di ridurre tempi e costi delle procedure concorsuali attraverso prove teoriche e pratiche differenziate in relazione alle professionalità da reclutare.

Per di più verrà esteso alle Province, alle Città metropolitane ed ai Comuni l'obbligo di reclutare dirigenti e figure professionali omogenee. Per le Regioni sono previsti incentivi in termini di incremento delle facoltà di assumere. I nuovi concorsi non potranno prescindere dallo svolgimento di verifiche psico-attitudinali con il compito di accertare il possesso di idonee «capacità relazionali, ivi compresa l'attitudine al lavoro di gruppo».

I componenti delle Commissioni esaminatrici dovranno essere scelti esclusivamente tra i soggetti iscritti ad un Albo nazionale da istituire nel Dipartimento della Funzione pubblica.

La terza delega punta a migliorare i sistemi di valutazione delle ‘performances’ e della qualità dei servizi erogati. Perciò gli attuali sistemi saranno rivisti e snelliti dal punto di vista burocratico grazie ad un abbattimento degli òneri amministrativi, da delineare in maniera oggettiva e trasparente, soprattutto grazie al coinvolgimento dell'utenza e di soggetti esterni alla P.a. Il personale con le valutazioni migliori nell'ultimo triennio potrà partecipare a concorsi riservati, per titoli ed esami. La quarta delega contiene il vero e proprio riordino della dirigenza. Ha l'obiettivo di incrementare la produttività e di migliorare l'immagine e l'efficienza dei rispettivi luoghi di lavoro. A funzioni apicali si potrà arrivare solo per il tràmite di concorsi pubblici organizzati dalla Scuola nazionale dell'amministrazione. Al concorso per dirigenti potranno partecipare tutti quei dipendenti che abbiano conseguito le valutazioni migliori negli ultimi tre anni, mentre una quota di posti (non superiore al 50% di quelli che si rendono disponibili nell'arco di un triennio a seguito di cessazione dal servizio, e differenziata in base alle dimensioni di ciascuna amministrazione). sarà destinata a dirigenti di seconda fascia e posta a concorso per i non appartenenti ai ruoli delle Amministrazioni.

La Bongiorno sta impegnandosi per evitare i mini-concorsi locali (che spesso sono finzioni ‘ad personam’). Perciò le Regioni si faranno indicare i fabbisogni e cadrà una barriera contro i ‘raccomandati’ del posto. Contro l’assenteismo, dilagante anche in Molise, il Ministro farà ricorso alle impronte digitali, le sole che attestino la presenza dei dipendenti in Ufficio. E’ stato accertato che le telecamere non sono sufficienti, dal momento che molti – per non farsi identificare – si recano a timbrare con gli scatoloni sulla capoccia. Ma, poiché le impronte possono violare la ‘privacy’, è stata inventata un’‘app’. Il dipendente mette il dito sul telefonino che riconosce l’impronta, convertendola in un codice alfanumerico per il cartellino. Ed ecco che l’Ente evita di incorrere nell’infrazione a norme che proteggono la ‘privacy’.

Claudio de Luca


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