Le tavole di San Giuseppe a Guardialfiera, tra devozione e condivisione
GUARDIALFIERA. In tanti sono rientrati anche da fuori regione nel paese di origine per rinnovare un evento che unisce le generazioni. Le tavole di San Giuseppe a Guardialfiera come momento di incontro e profonda devozione ma anche un’opportunità per promuovere il centro a monte del lago artificiale in una cornice naturalistica molto suggestiva. Sei le tavole allestite quest’anno nei vari rioni del paese con una significativa partecipazione popolare, un rito tramandato dalle famiglie e raccontato anche da Francesco Jovine nel volume “Viaggio nel Molise” che ha raccolto gli articoli scritti per ‘Il giornale d’Italia’. Una tradizione legata ai valori dell’accoglienza e della solidarietà, prima dedicata alle famiglie povere, oggi un vero e proprio evento comunitario. C'è uno spazio più intimo, quello della tavola della Sacra Famiglia, dove due adulti e un bambino, prendono posto e le tredici pietanze di magro vengono servite in silenzio in segno di rispetto e devozione. Un momento molto forte per chi partecipa e organizza questa giornata con impegno e venerazione.
C'è poi uno spazio comunitario dove non serve un invito ma si rinnova un vero e proprio culto dell'accoglienza. Le tavole dove familiari, amici e visitatori consumano il pasto riscoprendo un'occasione di incontro e di festa.
In un clima di fraternità le pietanze vengono anche portate nelle ceste alle altre case oppure si bussa alla porta per chiedere un piatto e portarlo agli anziani e ai malati. Sono tanti anche i giovani entusiasti di partecipare e di ricoprire questa tradizione.
Antipasto d’arance condite con olio, pepe e sale; ceci e fagioli grossi, bucatini con mollica di pane rosolato, baccalà e poi ciuffi di rape, riso, lumache, funghi, asparagi, merluzzo, olive e finocchi. Ogni famiglia conosce una ricetta particolare.
Ovunque a Guardialfiera le immagini e le statuette di San Giuseppe con piccoli altari ricavati nelle camere e in ambienti che hanno conservato tracce di una lunga storia. In chiesa la messa celebrata dal vescovo, Gianfranco De Luca, poi la processione lungo le vie del paese. Al termine la distribuzione del pane benedetto e la condivisione di una giornata speciale che ogni anno ricorda e rinnova anche quanto riportato da Francesco Jovine: ”chiunque entri e chieda in nome di Gesù e Maria, diventa commensale”.