Violenze di genere sulle donne, ora non sono più sole

Be Free mer 17 aprile 2019
Attualità di Francesca D'Anversa
3min
L'incontro di presentazione del centro anti-violenza ©Termolionline.it
L'incontro di presentazione del centro anti-violenza ©Termolionline.it

TERMOLI. Ieri pomeriggio nella sala consiliare del Comune di Termoli è stato presentato il Centro Antiviolenza (Cav) Be Free di Termoli.

La Cooperativa BeFree gestisce diversi Centri anti-violenza e case rifugio nella regione Lazio e in altre regioni tra cui il Molise.

L'incontro ha avuto l'obiettivo di voler presentare e condividere con la cittadinanza le attività svolte dal Cav e le modalità operative, e sottolineare come è stato ribadito più volte l'importanza di fare rete per contrastare il fenomeno della violenza di genere.

A presentare l'incontro Antonio Russo coordinatore dell'ambito sociale territoriale di zona, la referente del Centro antiviolenza Sara Fauzia, la consigliera di Parità della Regione Molise Giuseppina Cennamo, il sindaco Angelo Sbrocca presidente dell'Ambito Territoriale Sociale, il direttore del Pronto Soccorso dell'Ospedale di Termoli Nicola Rocchia, il direttore della Caritas Diocesana Gianni Pinto, il tenente comandante della Compagnia dei Carabinieri di Termoli Edgard Pica e il nuovo dirigente del Commissariato di Polizia di Termoli Nevio di Vincenzo.

Il centro Antiviolenza nasce nel 2018 "Nel 2016 ero qui per chiedere con forza e speravo che a Termoli ci fosse un Centro Antiviolenza" ha dichiarato la Fauzia.

Il centro offre vari servizi tra cui ascolto, colloqui di sostegno e possibilità di accesso a consulenze psicologiche e legali, avvalendosi di tre professioniste: la psicologa Sara Fauzia, l'avvocato Tina De Michele e l'assistente sociale Anna Bombini.

"Da quando abbiamo aperto sono state 23 le donne che si sono rivolte a noi, tra cui dodici residenti a Termoli e undici provenienti da altri Comuni Molisani, sia straniere che italiane, alcune sono venute spontaneamente altre sono state segnalate da altri enti."

Le donne che denunciano vengono da diverse estrazioni sociali e culturali, come ha sottolineato il direttore della Caritas "La povertà economica è un dato culturale che spinge a non denunciare".

Quello della violenza sulle donne è un fenomeno dilagante che non ha voglia di arrestarsi, muoiono tre donne ogni secondo per mano di un uomo.

Solo l'11 % delle donne denuncia o chiede aiuto, il Molise si colloca come ultima regione .

Il numero così basso dipende dalla complessità del fenomeno: le donne hanno paura di andare via di casa, molte non hanno un' indipendenza economica, non denunciano per paura che le vengono tolte i figli, questa è una minaccia che molto spesso viene fatta dall'uomo.

Bisogna che venga svolta una campagna di sensibilizzazione, con interventi diretti per cambiare il sistema culturale" ha illustrato così la Fauzia.

"Quando le donne contattano il Centro, insieme si attua la procedura che consta nella valutazione del rischio, la consulenza e l'orientamento legale e il supporto psicologico.

La donna non è vittima, la donna sopporta la violenza è importante la sua tutela e la sua protezione perché ha bisogno di capire che ha una propria autodeterminazione è un soggetto proattivo, la donna sa cosa vuole bisogna solo sapere aiutarla a capirlo" tiene a sottolineare la Fauzia.

Nicola Rocchia nel suo intervento ha parlato della difficoltà delle donne al momento della denuncia "Nel nostro reparto è stato attivato il codice Rosa, quando arriva una donna che ha subito una violenza noi abbiamo organizzato dei percorsi specializzati con tutti i problemi di spazio che abbiamo"

Durante l'incontro è stato proiettato un video realizzato dal regista Simone D'angelo che ha illustrato le attività del Centro.

Le parole del tenente dei Carabinieri di Termoli sono state oggetto di riflessioni "I Carabinieri di Termoli sono un tassello della rete. Il sistema siamo tutti noi, il problema che noi vediamo in televisione le storie di violenza ma non ci accorgiamo della nostra vicina di casa, della mamma di un amichetto dei nostri figli"

Antonio Russo, emozionato dopo la visione del video perché sono storie vicine a noi, ha ringraziato i presenti e quanti sono intervenuti.

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