Autovelox e ‘multe’ riscosse indirettamente

Fare cassa gio 23 maggio 2019
Attualità di Claudio de Luca
3min
Problema "autovelox" ©Termolionline.it
Problema "autovelox" ©Termolionline.it

SAN MARTINO IN PENSILIS. I Comuni, quasi sempre in bolletta, ricorrono a tutte le possibilità per aumentare le entrate. Il rimedio più redditizio rimane quello di disseminare lungo le strade i misuratori di velocità che fotografano le targhe dei veicoli, registrandone la velocità. Cosicché, quando siano stati superati i limiti imposti dalla segnaletica, sono dolori per il portafogli del malcapitato che venga immortalato. In Molise, su tutte le strade provinciali, si può circolare dai 30 ai 50 km/h; sulle autostrade a 130 e sugli itinerari a scorrimento veloce ad 80. Dal momento che, nella maggior parte dei casi, certi limiti sono inimmaginabili, vengono a crearsi condizioni psicologiche che spingono ad atteggiarti contro il rispetto di certi cartelli, percepiti come una costrizione a fronte di tratti di strada che consentono di osservare ben altri tempi. La presenza dei misuratori fa il resto, permettendo agli enti proprietari delle strade di arricchirsi a spese dei conducenti impazienti. Oggi, ai cari Comuni ‘arraffatori’ si unisce quello di S. Martino in Pensilis che ha commissionato all’Unione dei Comuni del Basso Biferno l’apprestamento di un bando di gara per disporre di due dispositivi per il rilevamento delle violazioni all’art. 142 Cds, conferendo al fornitore del servizio la gestione e la riscossione (anche coattiva) delle sanzioni amministrative accertate. L’importo a base d’asta è stato di 751.500 euro; una somma che lascia intendere quale fiducia abbia il Comune di S. Leo di rifarsi del considerevole investimento e per il guadagno che ne conseguirebbe.

L'Anci è intervenuto sulla riscossione. Con una Circolare trasmessa a tutti i Comuni italiani, l'Associazione e l'IFEL hanno puntato il faro sulle questioni più dubbie con cui gli enti locali dovranno confrontarsi. Dal 1° gennaio del 2011, il servizio pubblico di riscossione non è più tenuto a gestire la riscossione coattiva, lasciando all'iniziativa dei Comuni e delle Province la parte più delicata del processo di acquisizione delle entrate. Se il contesto è questo, è diventato chiaro che la disciplina, assicurando gli adeguati elementi di concorrenza per gli operatori qualificati del settore, garantisce agli enti locali l'accesso al servizio nazionale di riscossione. Però, per l’Anci, l'opzione dell'affidamento a soggetti esterni non è prioritaria. Anzi, si ritiene che la soluzione della gestione diretta delle attività in questione sia quella da preferire e, comunque, da valutare in prima istanza. Con la gestione diretta, o attraverso una società ‘in house’, il Comune può mantenere un controllo costante su di un’attività di grande rilievo. “Recenti fatti di cronaca, riguardanti l'affidamento a terzi della gestione delle proprie entrate – precisa la nota Anci-Ifel, e il riferimento ‘al default’ di Tributi Italia appare lampante – hanno evidenziato l'importanza che il Comune, anche quando esternalizzi, mantenga un controllo penetrante sull'attività svolta dai gestori; controllo che non può prescindere da una diretta conoscenza delle attività oggetto di affidamento e dal rigoroso mantenimento in capo al Comune del possesso delle informazioni sulle basi imponibili e sugli adempimenti dei contribuenti”. Dunque, per l'Anci, vanno abbandonati i contratti che prevedano “la gestione da parte del soggetto terzo incaricato dei canali d'incasso della riscossione spontanea, se non nell'ambito di procedure che assicurino un automatico e pressoché immediato riversamento delle somme nella Tesoreria comunale, così da sgombrare il campo alla radice da qualsiasi ipotesi di utilizzo improprio dei versamenti periodici da parte del concessionario”. Per quanto riguarda poi il vero nodo, ovvero, la riscossione coattiva, l'Anci sostiene che “non è pensabile che un Comune, soprattutto se di piccole dimensioni, possa gestire in proprio la fase dell'esecuzione forzata o debba, a fronte magari di qualche decina di avvisi di accertamento non pagati, ricorrere ad una gara per individuare il gestore della riscossione coattiva. Di fronte alle forti preoccupazioni dei Comuni, come nel caso dei Consigli tributari, merito dell'attuazione di norme che modificano profondamente la gestione delle entrate, siamo pronti a contribuire alla ricerca di soluzioni condivise che non penalizzino una funzione cruciale per la vita degli enti”.

Claudio de Luca

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