La reale dimensione dello stato di contaminazione del suolo molisano

Classificazione mer 12 giugno 2019
Attualità di Claudio de Luca
2min
Sito inquinato dell'ex lombricoltura ©Termolionline.it
Sito inquinato dell'ex lombricoltura ©Termolionline.it

GUGLIONESI. A ogni pubblicazione dell'elenco nazionale dei siti contaminati, compare inesorabile quello di Guglionesi II, l'ex lombricoltura.

La località Macchie di Guglionesi nel 2002 venne inserita nel Programma nazionale di bonifica e di ripristino ambientale. L'intervento (quasi un milione e mezzo di euro) riguardò un vecchio impianto di deposito e di stoccaggio di rifiuti, esteso per circa otto ettari, autorizzato per la selezione del pattume domestico, da ridurre successivamente in composta. All’impianto era stato poi annesso un allevamento di lombrichi, alimentati appunto con il concime organico ottenuto. Col tempo, la discarica era stata gestita impropriamente, nel senso che vi si depositavano, oltre che rifiuti solidi urbani, anche quantitativi ingenti di rifiuti civili ed industriali. Tale comportamento aveva pregiudicato la situazione ambientale in quella zona del Basso Molise, dal momento che gli inquinanti presenti (soprattutto cromo e mercurio), dilavati dalle acque superficiali scorrenti lungo le numerose piccole incisioni dell'area, si erano infiltrati nel terreno raggiungendo la falda idrica sub-superficiale. La discarica in questione fu bene presto chiusa dall’Autorità giudiziaria, che ne ordinò la chiusura.

Si è pure confermato che questi fatti sono ufficiali e che, estrapolando i dati, è addirittura possibile evincere che vi sono altri tre siti simili, ubicati a poca distanza, nel Nucleo industriale di Termoli, dove sono localizzate imprese rientranti nella disciplina dei rischi derivabili da incidenti rilevanti. Nella ricerca, si è fatto riferimento pure alle indicazioni dell’Associazione che riunisce le varie agenzie regionali per l’ambiente ed a quelle contenute in una specifica pubblicazione del 2001, intitolata “Verso l’annuario dei dati ambientali”, che utilizza informazioni quantitative, patrimonio del Ministero dell’Ambiente. Secondo tale fonte, sul territorio molisano sono rilevabili venti siti, definiti potenzialmente contaminati, con una previsione - a medio termine - di interventi da attuare almeno nei confronti di almeno cinque di essi, previa istituzione dell’Anagrafe regionale dei siti contaminati. Detta anagrafe avrebbe dovuto individuare, sulla base delle notifiche e delle comunicazioni: a) gli ambiti territoriali interessati da fatti di superamento dei limiti di accettabilità delle contaminazioni; b) la caratterizzazione ed il livello degli inquinanti presenti negli ambiti territoriali individuati; c) i responsabili dei fatti di contaminazione e gli altri soggetti cui competono gli interventi di bonifica; d) il Comune territorialmente competente nei casi previsti dall’articolo 17 dell’ex-decreto RONCHI; e) gli enti di cui la Regione intende avvalersi per l’esecuzione d’ufficio in caso di inadempienza dei soggetti obbligati o di mancata esecuzione d’ufficio da parte del Comune territorialmente competente; f) la stima degli oneri finanziari. Alla Giunta regionale era demandata l’approvazione delle norme tecniche per la realizzazione delle operazioni di messa in sicurezza e l’elaborazione delle linee-guida per la predisposizione dei progetti di bonifica, previa definizione dei contenuti essenziali dei progetti ed individuazione della documentazione tecnica da allegare agli stessi.

Da quanto esposto, emerge una carenza conoscitiva ufficiale (non ufficiosa) della reale dimensione dello stato di contaminazione del suolo molisano. La criticità in questione deriva dalla mancanza di una efficace attività di controllo, superabile solo con la concreta applicazione delle norme del Codice dell’ambiente che prevede l’istituzione da parte delle singole Regioni dell’Anagrafe dei siti da bonificare, prodromica alla pianificazione (e quindi al controllo mirato del territorio) in materia di risanamento delle aree contaminate. Insomma, allo stato attuale, la possibilità di verificare la presenza ed il peso della contaminazione da fonti puntuali sul territorio molisano è legata, per quanto concerne il periodo successivo al 1999, esclusivamente allo studio della documentazione presente presso gli enti competenti in materia di bonifica. E’ proprio il caso di dire: fate presto che è tardi!

Claudio de Luca


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