Emergenza idrica, in campo Graziella Vizzarri: sarò portavoce dei disagi della cittadinanza

L'intervista ven 12 luglio 2019
Attualità di La Redazione
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Graziella Vizzarri ©Termolionline.it
Graziella Vizzarri ©Termolionline.it

LARINO. Non soltanto la sanità nelle corde della vicepresidente del Consiglio comunale frentano. Stavolta interviene con una intervista sulla crisi idrica.

A un mese dal grave disagio che sta attanagliando il Basso Molise, la soluzione sembra essere ancora lontana. A riguardo, abbiamo intervistato Graziella Vizzarri, consigliera di minoranza del Comune di Larino.

Larino, e in generale il basso Molise, sta vivendo una condizione di grande difficoltà. Ci può illustrare la situazione?

Quello dell’acqua è un problema che si ripete ormai da tempo, ma quest’anno in particolare si sta percependo in maniera più tangibile, più profonda. Concentrandoci sul territorio frentano, i cittadini, che più volte nell’arco della giornata si vedono inviare comunicati da parte del Comune, vivono un fortissimo disagio, perché l’acqua arriva col contagocce e per poche ore al giorno; in alcune zone, addirittura, il flusso idrico è totalmente assente. Siamo in attesa del servizio idrico proveniente dal Molisano Centrale, ma non dimentichiamo che il forte ritardo è dovuto anche alle condizioni fatiscenti dell’intera rete che, è proprio il caso di dirlo, fa acqua da tutte le parti. Ragionando prima come cittadini che come amministratori, sia di minoranza che di maggioranza, l’emergenza deve essere assolutamente fronteggiata mettendo in campo azioni concrete; le sole comunicazioni lasciano il tempo che trovano.

A tal proposito, quali azioni sono necessarie per far fronte al disagio?

Prima di tutto, bisognerebbe intervenire in maniera decisiva sulla rete idrica, ristrutturandola con un intervento mirato e non apportando aggiustamenti una tantum, come si è fatto fino a ora. Insomma, bisogna rivedere l’intera infrastruttura, altrimenti il problema si ripresenterà.

Invece, cosa non è stato fatto per stare vicino ai cittadini, che si sentono abbandonati? Penso, per esempio, anche alle tante attività commerciali che hanno subìto gravi danni economici, dal momento che alcuni esercenti hanno dovuto chiudere.

Certo, la mancanza di introiti diventa ancor più grave in una comunità che deve affrontare altre difficoltà; il Centro storico, per esempio, si ripopola durante l’estate e le attività commerciali respirano un po’, visto che durante l’inverno guadagnano poco. Quindi il danno assume proporzioni enormi, non solo per gli esercenti, ma anche per i cittadini che in qualche modo non possono usufruire di alcuni servizi. E non dimentichiamo i turisti. Come si fa a parlare di turismo ad ampio respiro, come si sta tentando di fare negli ultimi tempi, se poi non si mette il turista nelle condizioni di usufruire del territorio stesso? Questa è una grossa falla del sistema. Se manca un bene fondamentale come quello dell’acqua, è comprensibile che il turista preferisca altre mete. Noi ci spacciamo come circolo virtuoso dal punto di vista culturale e turistico, ma in realtà siamo carenti, poiché non possiamo offrire un’accoglienza adeguata, mancando i servizi essenziali.

Una condizione particolare è quella vissuta nelle zone di campagna, dove sono presenti allevamenti e che il disagio legato alla mancanza d’acqua lo vivono anche durante l’inverno. Qui lamentano, per esempio, il fatto che nessuno ha inviato delle autobotti. Cosa si sente di dire a questi cittadini?

Devono insistere, devono recarsi in Comune e pretendere la tutela di un loro diritto su un bene comune fondamentale come l’acqua! In questa situazione non si sta tutelando il diritto della persona e di tutto ciò che intorno a essa ruota. L’Amministrazione ha il dovere di supportare queste persone.

Spostandoci a livello regionale, com’è possibile che si parli tanto di rilancio del turismo, anche attraverso il bando “Turismo è Cultura”, senza pensare però a risolvere problemi fondamentali, che in qualche modo compromettono proprio quel comparto?

La mia opinione, frutto di una ricerca sul territorio, di confronti sia con le istituzioni che con gli abitanti che vivono il territorio, è che se non si crea una rete di soggetti che opera per lo stesso obiettivo, è impossibile ottenere qualsiasi risultato; se noi molisani non impariamo a pensare insieme al bene comune, saremo sempre fallimentari. Fondamentale è la partecipazione ai tavoli tecnici regionali; la regione deve ascoltare il territorio attraverso i suoi rappresentanti, che devono narrare le condizioni, le peculiarità, le risorse e le esigenze dei vari territori.

In questi giorni, a Larino, dopo la rabbia, pare ci sia un po’ di rassegnazione da parte dei cittadini, alimentata anche dalle notizie poco chiare che arrivano da più parti. Cosa vuole dire ai suoi concittadini per farli reagire?

I cittadini devono avere il coraggio di reagire tutti insieme e non devono smettere di far sentire la loro voce. Il compito di noi amministratori è proprio quello di stare vicino alla cittadinanza, ascoltarla, cercando di dare informazioni chiare e mettendo in campo risorse e chiamando in causa le istituzioni. C’è un problema con Molise Acque? Allora, bisogna fare un incontro aperto alla cittadinanza con l’ente, in modo che le risposte siano dirette, nette e non passino, anche per temporeggiare, attraverso gli amministratori. Bisogna trovare soluzioni nell’immediato!

Per concludere. Lei, dunque, è disposta a farsi portavoce di tutti i cittadini che lamentano disagi, ascoltando i loro sfoghi, che, troppo spesso, avvengono anche via social.

Da parte mia c’è tutta la disponibilità all’ascolto e la minoranza deve fare da pungolo per far lavorare bene la maggioranza. Voglio ricordare che oltre a questo disagio, ne esistono altri; non dimentichiamo il nodo Sanità, a cui è direttamente connesso quello della viabilità. Ora, è chiaro, ci si sta concentrando sull’emergenza idrica, ma bisogna concentrarsi e lavorare molto, sia per questo problema, sia per gli altri, facendo rete.

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