Estate larinese: l'anfiteatro romano torna al Comune

Luoghi mar 16 luglio 2019
Attualità di Claudio de Luca
3min
L'anfiteatro romano di Larino ©moliseturismo.net
L'anfiteatro romano di Larino ©moliseturismo.net

LARINO. Nel corso di questa estate, l’Anfiteatro romano di Larino riapre i suoi battenti al pubblico per ospitare i concerti e gli spettacoli dell’Estate. L’evento si verifica dopo 9 anni di ‘off limits’ imposti dal Sovrintendente di Campobasso ‘pro tempore’. In tutto questo tempo i larinesi avrebbero voluto conoscere le motivazioni che indussero a negare l’utilizzo di questo straordinario monumento per tenervi la manifestazione collegata alla finale regionale del concorso di Miss Italia. Ma è facile prendere atto che furono le condizioni di indecenza in cui il sito veniva lasciato, dopo lo spettacolo, da una quota di ammessi all’area.

Non scordiamo che le Sovrintendenze sono organi periferici del Ministero per i beni culturali il cui agire rimane regolato dalla normativa contenuta nel Codice della cultura e del paesaggio. In ambito territoriale locale, esse assolvono compiti di varia natura che, oltre quelli già citati, ricomprendono pure l’amministrazione dei beni museali e di quelli archivistici.

All’epoca Lorenzo Lommano ebbe a scrivere: "Se gli Italiani possono frequentare regolarmente l’arena di Verona ed il teatro greco di Taormina, perché il Sovrintendente del Molise ha potuto denegare ai Larinesi, ed ai tanti turisti che visitano la nostra regione d’estate, la possibilità di godere per una serata di questa meravigliosa struttura? Noi della ‘Lega Sannita’ (lo schieramento in cui militava all’epoca Lommano) chiediamo ufficialmente al Sindaco di contattare il Ministro Bondi per attivarsi al fine di far transitare l’anfiteatro dalla disponibilità dell’Ufficio sovrintendentizio a quella del Comune frentano, naturalmente assieme a tutta la zona archeologica collegata”. Non appena rientrato dalle vacanze, il primo cittadino larinese dell’epoca fece salti di gioia nel leggere la pretesa del “guerriero”; pure perché acquisire al patrimonio indisponibile dell’ente un monumento di tal fatta certamente non è faccenda di tutti i giorni. Naturalmente sempre che ci si possa scordare della immane posta da accendere in bilancio per l’effettuazione della sola manutenzione corrente dell’intera area.

Che i Sovrintendenti, bene spesso, sappiano dire solo “no”, costituisce ormai il ‘must’ di questa solerte categoria di dirigenti statali. Però, trattandosi di un comportamento produttivo di effetti paralizzanti, non appare condivisibile il metodo di chi se ne stia tranquillo, in attesa, per poi esprimere un parere di interdizione e di veto, senza esercitare un ruolo propositivo. Le funzioni della Sovrintendenza vanno rispettate; ma altrettanto va fatto per quelle conferite alle Amministrazioni elette dai cittadini, soprattutto quando queste impegnino risorse e mettano in campo personale qualificato. Per ciò stesso, è sempre apparso ingiustificato l’atteggiamento sovrintendentizio, seppure possa immaginarsi che esso possa essere stato causato dalla penuria delle casse comunali (con riferimento al preteso assolvimento del pagamento dell’importo dovuto per l’utilizzo dell’Anfiteatro) oppure dai timori che l’area venisse resa destinataria di pulizie straordinarie dopo la “calata” di tanti spettatori provenienti dall’intero Molise al seguito delle “bellezze” di casa.

Nove anni fa, alla decisione del Sovrintendente (“I monumenti non possono ospitare concorsi di bellezza!”), sopperirono i buoni Frati cappuccini. I seguaci di San Francesco intesero di potere ospitare una gara sottesa all’assegnazione del pomo di Paride alla più bella ragazza della regione, facendo collocare palco e riflettori sull’ampio spazio antistante l’”Oasi francescana”. “Laudate et benedicete mi’ Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate”: così pensarono di potere rispondere (in uno col Santo assisiàte del “Cantico delle creature”) quando il Comune domandò ospitalità, ben sapendo che Dio può essere servito pure permettendo una profana ostentazione: quella della solare bellezza di tanti “miracoli” in fiore. Tutto ciò posto non rimane che prendere atto della buona accoglienza dei Larinesi alla nuova decisione sovrintendetizia. Sicuramente essi avranno una maggior cura di non inquinare il sito dell’arena anfiteatrale con lattine o con involti di carta, convinti – come siamo – che gli Uffici comunali disporranno misure per agevolare le necessità di quanti scenderanno nella càvea per assistere agli eventi teatrali e musicali.

Claudio de Luca


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