«Mi fa male dappertutto», nel Molise sono in 15mila a soffrire di fibromialgia

Focus mer 17 luglio 2019
Attualità di La Redazione
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L'incontro sulla Fibromialgia ©Termolionline.it
L'incontro sulla Fibromialgia ©Termolionline.it

LARINO. L’evento, moderato da Graziella Vizzarri, del circolo Auser di Larino, ha avuto, infatti,forte impatto a livello regionale ove la fibromialgia, patologia subdola, conta quasi 15mila casi, numero non sottovalutabile che merita la dovuta attenzione. Questo l’intento dell’associazione che ha focalizzato gli interventisulla sensibilizzazione nei confronti di chi ne è affetto, promuovendo la conoscenza come primo step per poter fronteggiare la malattia.

Dopo i saluti di rito della presidente dell’Auser di Larino Daniela Bassi, del sindaco del Comune di Larino Giuseppe Puchetti e di Dante Leva, presidente Auser Molise, ci si è addentrati nel tema con la relazione di Giuseppe Campolieti, presidente associazione molisana malati reumatici di Agnone.

Una malattia incompresa, la fibromialgia, che si presenta con una variabilità di sintomi concatenati tra di loro, ma piuttosto pervasivi che portano ad uno stato di “fragilità” del paziente facendo venir meno la qualità della vita. L’espressione più suggestiva della malattia è proprio l’affermazione dalla parte dei pazienti “mi fa male dappertutto”, frase che conclama la vulnerabilità di chi ne soffre. Essi combattono con i sintomi dolorosi sparsi, dolori al solo contatto, la stanchezza cronica, cefalee, insonnia, dolori che nell’insieme creano una situazione invalidante e nel contempo portano il paziente in una condizione di solitudine perché si scontrano con l’incredulità dei familiari.

Pur vero, come riportato dal dottor Franco Paoletti, direttore Reumatologia Ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone, la sindrome fibromialgica compromette talmente tanto la qualità di vita che diventa complesso convivere con chi ne soffre, essa è una vera emergenza sociale, necessario, quindi, intervenire a tal riguardo con l’aiuto delle associazioni quali veicoli giusti e propedeutici al raggiungimento di risultati tangibili. Essi diventano promotori della rete dando voce a chi ne soffre.

Paoletti si è soffermato sul fattore scatenante primario della sindrome fibromialgica che è il disagio, lo stress, insieme ad altri stimoli esterni che vanno a “solleticare” e a modificare la struttura della persona, superando la soglia di tolleranza. Da qui, la percezione del “tantissimo dolore” che apre la strada alla depressione come conseguenza. Fondamentale, ha continuato Paoletti, la precocità della diagnosi differenziale, ma interdisciplinare, fattore cardine su cui si deve puntare per arrivare facilmente ad una diagnostica veloce e propedeutica ad un intervento mirato, con conseguente snellimento delle liste d’attesa e delle stesse spese sanitarie.

Bisogna iniziare dalla conoscenza, dalla consapevolezza della malattia e soprattutto asserisce Paoletti, dobbiamo uscire dal concetto che la malattia reumatologica sia banale, nulla di più errato.

Concetto ripreso, poi, dal dottor Girolamo Baldassarre, Psicologo-Dirigente Consultorio familiare di Larino e Docente di “Psicologia dello sviluppo” Università degli studi del Molise. Baldassarre si è addentrato con maestria nel delicato argomento dedicato alle emozioni, le emozioni corporee, quali azioni, momenti di sopravvivenza dell’uomo.

Si è soffermato, inoltre, sulla condizione di stress, elemento cardine che mantiene la sua centralità passando attraverso le generazioni e riconfermando le emozioni un sistema complesso che può modificare la struttura della persona. Può, quindi, il mondo esterno incidere profondamente e governare il mondo interno. Proprio su tale concetto, continua Baldassarre, dobbiamo intervenire creando delle situazioni che possano interferire in maniera positiva sulle nostre emozioni. Buoni risultati si raggiungono con la mindfulness il cui l’obiettivo è quello di eliminare la sofferenza inutile, coltivando una comprensione e accettazione, permettendo di passare da uno stato di disequilibrio e sofferenza ad uno di maggiore percezione soggettiva di benessere. Concetto rafforzato da testimonianze molto percepite dai presenti, che hanno reso bene il grado di sofferenza che vive chi ne è affetto e delle lotte quotidiane che essi affrontano.

Un incontro, quello dell’Auser Larino, che ha gettato le basi per una rete di lavoro affinché, come ribadito più volte e all’unanimità, durante l’evento, si dia voce a chi ne soffre e si concretizzano azioni a favore della diagnosi precoce, ma soprattutto di prestazioni sanitarie necessarie per consentire una vita dignitosa.

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