Luca Bottura, l'autore satirico innamorato del basso Molise
TERMOLI. «Il Molise rappresenta un serbatoio di facezie per chiunque si applichi al bene effimero della comicità. E il luogo è abitato da persone tendenti all’autoironia». Così apre la sua rubrica “L’incompetente” su L’espresso di questa settimana Luca Bottura, giornalista e autore televisivo e radiofonico fra i più noti e seguiti in Italia e da qualche anno anche nella nostra regione, complice il festival Aut Aut che lo ha portato varie volte a Termoli e l’ultima il 3 agosto a Portocannone, nella piazzetta della chiesa del Carmine che per l’occasione si è gremita. Anche se, come afferma scherzoso e tutt’affatto indispettito, «qualcuno continua a scambiarmi per l’omonimo chef».
Bottura deve realmente essersi affezionato al Molise: già il giorno seguente a quella bella serata spese sui social bellissime parole di ammirazione per i nostri luoghi e la nostra gente. «Ieri sera sono stato a Portocannone, un paesino dal nome buffo fondato dagli albanesi, di cui ovviamente ignoravo l’esistenza, a dire due sciocchezze. Volevo ringraziare Valentina Fauzia che mi ha invitato perché ho conosciuto un giovane sindaco clamoroso, Giuseppe Caporicci, uno che si sbatte per la sua comunità senza neanche incassare i 700 euro di stipendio perché gli hanno lasciato un Comune con milioni e milioni di dissesto, e l’agriturismo in cui ho dormito; la Casetta Don Carlino, dove un “comunista moderno” che votava Forza Italia ha investito un botto per rendere la struttura perfetta per i disabili. Il Molise non esisterà, ma ormai è un piccolo posto dell’anima dove conoscere italiani belli che in questo periodo di melma mi rallegrano. Il comportamento personale è l’ultimo atto politico che ci è rimasto. Farei centinaia di chilometri, e li faccio volentieri, per vedere facce che praticano la speranza. Se vi capita, fateci un salto».
Ed è quello che ripete anche dalle pagine del settimanale politico-culturale. Mentre gli abitanti sono purtroppo i primi a screditare la loro stessa terra, un intellettuale brillante non si risparmia nel lodarla; è un encomio che dovrebbe stimolarci a perseverare sulla strada già intrapresa, perché forse in fondo il Molise non solo esiste, ma lo fa meglio di quanto creda. Tanto da essere per qualcuno come Luca Bottura «una curiosa enclave in cui per un attimo trovo sostanza a un pensiero stupendo che mi assale nei momenti più cupi: che siamo meglio di così».