La Bella Italia, su Radio Monte Carlo il paese che si regge sui lego

Il caso Civitacampomarano mar 20 agosto 2019
Attualità di Alessandro Corroppoli
8min
Un puntello della frana ©Gabriella Tutolo
Un puntello della frana ©Gabriella Tutolo

CIVITACAMPOMARANO. Il Molise che frana, ma non solo. Contraddizioni tutte nostrane. Un paese che rischia la sopravvivenza e il tentativo di riviltalizzarlo. Il sindaco Paolo Manuele, colui che si è opposto al Cis Molise tra Regione e Governo Conte ospite stamani di Radio Monte Carlo, all'interno del programma La Bella Italia - Estate, dove si parlerà del borgo di Civitacampomarano.

«La rubrica è un approfondimento sui principali eventi con un focus particolare verso le tante realtà del territorio italiano: gli eventi da non perdere nel weekend tra arte e teatro, spettacoli e manifestazioni eno-gastronomiche. Un'ulteriore importante vetrina nazionale ed internazionale per la nostra Comunità e per il nostro territorio».

Ma qual è la reale condizione di Civitacampomarano, il paese di Vincenzo Cuoco?

Civitacampomarano, un paese che si regge sui lego. In autunno l’avvio dello studio geognostico della frana. “Il Molise può essere autonomo se non garantisce i fondi per le emergenze?”

“In autunno dovrebbe iniziare lo studio geognostico della zona rossa: ci vorranno 18 mesi per capire e avere i primi dati sulla natura della frana che ci ha colpiti”. Paolo Manuele, sindaco di Civitacampomarano, è speranzoso per l’avvio di un lavoro che ha più volte sollecitato ma che arriva dopo due anni dall’evento calamitoso.”

Abbiamo chiesto un anticipo alla Regione - evidenzia Manuele - ci è stato detto di attendere i fondi ministeriali. Siamo ancora al punto di partenza”.

Civitacampomarano. Da sempre gli artisti creano opere per far scalpore e attirare l’attenzione. Una prassi che è andata in scena anche a Civatacampomarano dove, durante la quarta edizione del Cvtà Street Festival - da poco conclusasi - , tanti mattoncini di plastica colorati sono stati posizionati nelle fessure e nelle crepe delle mura. Una provocazione che lancia un messaggio e pone un interrogativo non di poco conto: può un centro abitato colpito da una frana reggersi su dei Lego?Paolo Manuele, sindaco della comunità, non si sottrae all’interrogativo. Anzi,fa sua la provocazione e rilancia: “Può una regione rivendicare la propria autonomia quando non riesce a garantire i servizi essenziali ai propri cittadini? Può ritenersi tale se non riesce a garantire un fondo per le emergenze?

Sabato 15 giugno il Presidente della Regione Molise, nonché Commissario delegato al dissesto idrogeologico, Donato Toma è intervenuto in un convegno di riqualificazione urbana promosso dagli architetti a Civitacampomarano. Durante i lavori, il Presidente,ha esortato i presenti a non perdere più tempo ma di rimboccarsi le maniche e darsi da fare: “bisogna sbrigarsi e non perdere più tempo”.Haragione, Toma, perchè a distanza di oltre due anni dalla frana non si sa ancora nulla.“Come Comune,con l‘aiuto di tecnici qualificati, - spiega Manuele - avevamo quantificato e calcolato la somma economica per avviare lo studio geognostico approfondito”.La somma stimata dall’ente comunale era di 330mila euro. “Denaro mai arrivato e studio mai avviato, siamo fermi al 2017”.

Storicamente l’agro civitese è martoriato da frane, come ad esempio quella che ha determinato l’abbandono del tratto occidentale della S.S. 157 negli anni ’80-‘90, interessando per lo più i terreni di natura argillosa. La frana del marzo 2017 del Centro Storico, invece, è un tipo di frana diversa: interessa dei terreni prevalentemente arenacei, sabbia “dura”, con una dinamica ed evoluzione ancora da determinare. Nelle settimane successive alla frana, il paese è stato suddiviso in due zone ben contraddistinte:Zona blu e Zona rossa. Una divisione che arriva dopo un lavoro di analisi tecnico scientifiche svolte dal Dipartimento nazionale di protezione civile, dalla regione Molise, dal Comune di Civitacampomarano e del Centro di Competenza del dipartimento incaricato ossia l’Università degli studi di Firenze.

La Zona Blu

Qui è dove la popolazione risiede e gli edifici vengono monitorati costantemente.Tre mesi dopo la frana, nel giugno 2017, viene montato un sistema di controllo e di monitoraggio chiamatoearly warning (allerta precoce). In sostanza dei fessurimetri sono stati posizionati sulle pareti delle abitazioni, con l’obiettivo e il compito di intercettare e segnalare i valori soglia e di allarme che possono indurre pericolo e prevenire possibili tragedie. Un sistema di allarme precoce che: “offre una certa sicurezza in quelle abitazioni: ci permette di avere h24 il quadro della situazione e capire se queste abitazioni sono a rischio o meno”, spiega il sindaco Manuele.

La Zona Rossa

Questa è la parte di territorio comunale più colpita dalla frana, dove si ergono le abitazioni evacuate ei cittadini sono interdetti. Il centro storico. “La situazione attuale della frana del Centro Abitato di Civitacampomarano è non pervenuta - puntualizza il dottor Giancarlo De Lisio, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise -. Da mesi le acquisizioni dei dati strumentali degli inclinometri già installati (attrezzatura che permette di monitorare e misurare il movimento della frana) sono fermi e non si è ancora proceduto alla loro interpretazione. Questi dati, da integrare con nuove indagini geologiche di dettaglio ancora da programmare, sarebbero il punto di partenza da cui delineare il quadro eziologico delle cause che hanno determinato la criticità e quindi giungere alla progettazione di possibili interventi risolutivi”. Appunto, lo studio geognostico. “Si sono persi mesi preziosi - è tutto fermo dal novembre 2017 - per lo studio tempestivo del cinematismo della frana: qualcosa è stato fatto ma molto resta ancora da fare, con il completamento della campagna indagini geologiche che conduca ad una definizione scientifica del fenomeno” spiega De Lisio. Ma è possibile prevenire uno smottamento? “Sì. Lo studio geomorfologico attento del territorio consente di individuare quali sono le aree maggiormente a pericolosità riuscendo a definire le cause predisponenti e scatenanti che determinano una potenziale frana. Pertanto, sarebbe necessario un approccio preventivo agendo sulle cause che determinano le frane prima ancora che queste si verifichino, senza una rincorsa all’emergenza, come avviene abitualmente”. Indispensabile è avere a disposizione una cartografia tematica aggiornata: “quella attuale è ormai datata, in alcuni casi obsoleta, e necessita di aggiornamenti in virtù della continua evoluzione - oggi ancora più accelerata dal cambiamento climatico – dello scenario dell’assetto idrogeologico” conclude il Presidente dei Geologici molisani.

I Finanziamenti statali

Dal maggio dello scorso anno, si sono susseguiti diversi incontri a Roma tra la Regione Molise, il Dipartimento nazionale di Protezione civile e il Ministero dell’ambiente. Incontri che hanno portato a decretare e deliberare unastima sommaria per la messa in sicurezza: 9 milioni e 826mila euro. Somma chepotrebbe variare, in alto o in basso, in base ai risultati dell’indagine geognostica che è ancora da farsi. Paradosso vuole che proprio parte di questi 9 milioni e 826mila euro (le 330mila euro ipotizzate due anni fa) serviranno per avviare lo studio. “Queste sommeservirebbero sia per le attivitàpreliminare sia per inserire Civitacampomarano nel Rendis, il repertorio nazionale dei dissesti idrogeologici”, conferma il sindaco.

Oltre ai 9 milioni già assegnati al Molise, denaro proveniente dagli eventi calamitosi del gennaio 2017, arriveranno altri 14,1 milioni per l’attivazione completa del Piano operativo nazionale sul dissesto idrogeologico. Ma quanto bisognerà attendere ancora affinché si possa iniziare lo studio geognostico?

L’accordo con il Ministero dell’Ambiente è in fase di definizione e riguarderà una serie di interventi per l’intero territorio regionale.Spero, e mi auguro,- continua Manuele-che per il prossimo autunno arrivi la prima tranche relativa alle 330mila euro per avviare l’indagine approfondita”. Uno studio che avrà dei tempi di realizzazione abbastanza lunghi. “Sperando che non ci siano ulteriori intoppi e stop al finanziamento, i risultati li avremmo solo tra 18 mesi. Ossia nei primi mesi del 2021”. Esattamente quattro anni dopo la frana che ha colpito il centro abitato.

Colpe e ritardi

Perchè questi ritardi? Di chi sono le colpe? “Per mancanze di risorse”, risponde Manuele. Da parte di chi? “A mio avviso da parte della regione”. Ma il finanziamento non è ministeriale, dello Stato? “I soldi arrivano sempre del Governo centrale, ma non è un ritardo ministeriale. Alla regione Molise, che è stata virtuosa ad andare a recuperare altre somme di denaro rispetto al capitolo Rendis-il riferimento è agli ulteriori 14 milioni di euro in cui sono previste anche somme per Civitacampomarano -, avevamo chiesto un anticipo per la realizzazione dello studio geognostico,ma ci è statorisposto di aspettare i fondi statali. Son passati due anni e siamo al punto di partenza”.

Attese e ritardi che han fatto una nascere, nella testa del primo cittadino, tutte una serie di riflessioni e interrogativi. “Viene da chiedersi: dinanzi a queste problematiche, a queste emergenze,a queste calamità naturali se non si hanno a disposizione come cassa 400 mila euro,quali sono le prospettive di questo territorio che non è Civita ma il Molise?”

Chi oggi può dire se la frana si è fermata? Chi può dire con assoluta evidenza scientifica che rimane circoscritta alla zona rossa? “Nessuno si assumerà tale onere e responsabilità perché manca lo studio, l’indagine geognostica approfondita”. E, qui arriva la stoccata che fa male: “Se la regione non ha 330mila euro per uno stato emergenziale come questo, che ha colpito il cuore di una comunità, fa nascere dei dubbi sul reale stato in cui versa l’entemettendone a rischio il futuro”. A cui aggiunge: “Ha ancora senso parlare di autonomia se sono a rischio i servizi fondamentali che ogni regione deve garantire ai propri cittadini? Non abbiamo contezza della frana e di cosa è realmente accaduto su quel sito (zona rossa) nessuno a oggi metterebbe una firma per far rientrare le famiglie evacuate o, viceversa, dire che ci sarà un nuovo smottamento franoso. Dati nel 2021 se va bene e frana nel 2017”.

Infine il primo cittadino tiene a precisare che: “come sindaco devo sempre lavorare per tutelare l’incolumità dei miei cittadini: chiedere sicurezza attraverso l’inizio dello studio geologico non è solo un fatto politico e tecnico ma anche sociale e morale e di tutela versa una intera comunità. richieste per prospettiva futuro che se fatte a tempo debito noi oggi avremmo una maggiore tranquillità”.

Alessandro Corroppoli

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