Perché la Terra si restringe, la rotazione sta rallentando

L'intervista cosmica sab 31 agosto 2019
Attualità di Emanuele Bracone
13min
La rotazione terrestre vista da Domenico Mastrogiuseppe ©Web
La rotazione terrestre vista da Domenico Mastrogiuseppe ©Web

TERMOLI. Giorni fa abbiamo pubblicato la lettera aperta al sindaco di Termoli inviata dal dottor Domenico Mastrogiuseppe; un nostro ex concittadino che in passato è stato residente ed ha lavorato a Termoli per diversi anni. Una lettera molto bene argomentata, intesa a segnalare all’amministrazione comunale alcuni importanti problemi della nostra Città, rimasti irrisolti fin dai tempi in cui lo stesso Mastrogiuseppe li aveva già proposti all’attenzione delle precedenti amministrazioni. Lo stile garbato ed incisivo della lettera e la rilevanza dei problemi rappresentati, mi hanno spinto a conoscerlo meglio. Nella ricerca avviata sul Web ho avuto modo di imbattermi in un blog da lui realizzato circa un decennio fa, ove illustra con estrema chiarezza i risultati di una sua personale ricerca.

Mastrogiuseppe è un Fisico aquilano, ex docente ed ex responsabile del laboratorio di compatibilità elettromagnetica del Parco Scientifico e Tecnologico d’Abruzzo; una pubblica istituzione di ricerca scientifica applicata al servizio delle attività produttive, della quale è stato ricercatore e cofondatore. Nel blog, cui si può accedere con il link riportato a margine, sono illustrati gli esiti della sua decennale ricerca, avviata all’indomani del tragico terremoto che nel 2009 distrusse la sua Città. L’approfondimento che ne ho fatto mi ha lasciato sgomento per l’enorme gravità dei problemi che vi sono rappresentati e per la loro fondata certezza, affermata e dimostrata con semplicità e chiarezza di esposizione. Problemi che appaiono assolutamente reali e dai quali, secondo la sua analisi, discende la disastrosità planetaria così tragicamente aumentata in questi ultimi decenni. Nonostante ciò, sono inspiegabilmente taciuti dalla scienza ufficiale e dalla grande informazione e quindi ignorati dalla politica. Molto gentilmente ha accettato l’invito a rispondere alle nostre domande intese a capire meglio le problematiche oggetto dei suoi studi e gli esiti che rispetto ad esse possono trarsi dalla sua ricerca.

Prof. Mastrogiuseppe, nel suo blog lei sostiene che la quotidiana rotazione della Terra sta significativamente rallentando e che tale rallentamento è addirittura causa di un restringimento del diametro equatoriale; fra le varie conseguenze che secondo la sua analisi se ne hanno, tutte analizzate ed illustrate nel blog, quelle che appaiono essere di maggiore gravità, sono l’aumentata e più violenta sismicità planetaria e l’aumentata attività vulcanica globale. Può chiarirci meglio?

Che la velocità di rotazione della Terra stia progressivamente diminuendo, risulta dalle precise misure della durata del giorno, effettuate dai molti osservatori astronomici dello IERS, traguardando stelle fisse delle remote profondità dell’universo. Lo IERS è una elefantiaca istituzione scientifica internazionale con varie migliaia di ricercatori sparsi in tutto il mondo, espressamente preposta alla sorveglianza delle dinamiche terrestri. Il progressivo rallentamento rilevato è tale da aver portato la lunghezza del giorno (LOD, da Lenght Of Day), a crescere fino all’incredibile ritmo di 2 millisecondi al giorno. La cosa è ormai diffusamente nota e ne ha parlato più volte anche il TG della scienza “Leonardo”; senza però nulla dire sulle tragiche conseguenze che il mondo intero ne subisce e indicandone come responsabile, una causa di una tale ed irrilevante marginalità da risultare praticamente falsa. Il restringimento della fascia equatoriale che ne segue è la naturale conseguenza della diminuzione della forza centrifuga associata alla diminuzione della velocità di rotazione. Il motivo di tale restringimento si può facilmente capire con l’esempio delle sedioline volanti: una giostra universalmente conosciuta e da noi molto nota con il termine “Calcinculo”; all’immaginario cerchio equatoriale accade la medesima cosa che accade al cerchio percorso dalle sedioline: si restringe quando la velocità di rotazione diminuisce e con essa diminuisce la forza centrifuga che la rotazione imprime alle sedioline.

L’esempio delle sedioline volanti è suggestivo e certamente efficace, ma trasferirlo così semplicemente alla Terra mi appare azzardato.

Non lo è affatto; per darle la certezza che la sua incredulità richiede, le propongo quest’altro ragionamento: lei come tutti al mondo (escludendo solo i minus habens terrapiattisti) sanno che il diametro equatoriale è superiore di 50 km al diametro polare. Una certa ed innegabile differenza che risale a quando la Terra, allo stato totalmente liquido dei suoi primordi, ha cominciato a ruotare sempre più velocemente per gli urti di striscio che riceveva da altri corpi celesti vaganti nel disco protoplanetario del sole (ove la Terra e tutti gli altri pianeti noti si formarono per progressiva aggregazione di massa dovuta alla forza di gravità). Il diametro equatoriale di quella enorme massa sferica di magma liquido che era la Terra primordiale, aumentava per le stesse identiche ragioni fisiche (leggi forza centrifuga) per le quali aumenta il diametro del cerchio percorso dalle sedioline volanti quando la giostra aumenta la sua velocità di rotazione. È quindi assolutamente certo, che alla rilevata progressiva diminuzione della velocità di rotazione della Terra, “ope legis naturae” deve certamente seguire un restringimento.

Mi ha convinto professore! Ma il significativo aumento della disastrosità planetaria di cui lei parla nel suo blog, nei suoi numerosi articoli sulla stampa e nelle numerose conferenze che sta tenendo in varie località, come si collega a questo suo ragionamento?

La risposta è semplice e intuitiva: al restringimento della fascia equatoriale della Terra, seguono i tanti tragici disastri dovuti all’assestamento del suo guscio rigido: la sottile crosta terrestre già di per sé segnata da un enorme reticolo di faglie. Al suo assestamento deve per forza seguire quella sismicità aggiuntiva che quotidianamente scuote il mondo, con un gran numero di terremoti, molti dei quali tragicamente distruttivi; dico aggiuntiva perché di fatto ulteriore rispetto a quella per così dire naturale che era dovuta allo scontro ed ai sommovimenti delle placche tettoniche. A tutto ciò si aggiunge anche la molto aumentata attività vulcanica globale; conseguenza della compressione che il restringimento della fascia equatoriale esercita sulla pancia infuocata della Terra. Attività spesso tragica, che negli ultimi 20 anni è aumentata di varie diecine di volte. Ce ne sono tante altre di conseguenze; purtroppo tutte terribilmente tragiche e sarebbe eccessivamente lungo trattarle in questa breve intervista. Chi avesse il desiderio di approfondirle può farlo visitando il mio blog: https://perchelaterrasirestringe.wordpress.com

Fra tutte quelle che lei ha analizzato, ve n’è una che non riesco a mettere in relazione con il rallentamento della Terra: le inondazioni. Può darmi un aiuto a comprendere il nesso?

Il ragionamento da fare risulta un pò più complesso perché implica un minimo di conoscenza di ciò che accade all’interno degli oggetti (in prevalenza planetari) che sono resi sferici dalle dinamiche delle forze che agiscono al loro interno. Per esempio, la tensione superficiale che in una bolla di sapone lega fra loro le molecole d’acqua presenti nel sottile velo superficiale, oppure la forza di gravità che lega fra loro tutti i volumi di massa di cui sono formati i pianeti e le stelle. Sono dinamiche che determinano sfericità perché tutte le forze coinvolte si equilibrano, annullandosi complessivamente fra loro, solo quando l’oggetto diviene perfettamente sferico. È quel che accade alle masse liquide oceaniche che compongono la Terra: ogni qualvolta la crosta terrestre si restringe e perde sfericità, la mutua attrazione gravitazionale che lega tutti i volumi delle acque oceaniche, tende a ripristinare la sfericità perduta. Ne segue un sommovimento di enormi masse d’acqua che si spostano verso la fascia equatoriale sommergendo tutti i territori delle coste equatoriali che si sono abbassati in conseguenza del restringimento. Sommersione cui certamente contribuisce, ma in misura molto minore, anche lo scioglimento delle calotte artiche; questo risulta dai rilevamenti satellitari effettuati sulla diminuzione dei loro perimetri e dai calcoli fatti sulle quantità delle acque di scioglimento che ne derivano; ne risulta un contributo all’innalzamento delle acque oceaniche di circa 1 mm ogni anno; quindi irrilevante rispetto all’entità dei fenomeni in atto. Deve quindi necessariamente esserci un’altra causa che non può che essere quella da me indicata. Si intuisce anche facilmente lo sconvolgimento che ne subiscono le correnti oceaniche che tanta influenza hanno sul clima (è stato accertato che la corrente atlantica del golfo, che ha grandissima influenza nel determinare il clima proprio alle nostre latitudini, ha subito una riduzione di intensità di circa il 20 %). La sommersione delle Maldive, delle coste del Mozambico, di tanti meravigliosi arcipelaghi del Pacifico, delle coste settentrionali dell’Australia e, molto recentemente, delle coste americane della Louisiana, sono certamente dovute a tali epocali sconvolgimenti.

Tutto ciò, se come appare con chiarezza risulta fondato, è davvero sconvolgente Professore.

Ne convengo; ed è ancora più sconvolgente il fatto che nella comunità scientifica italiana ed internazionale non se ne faccia cenno e non mostrino alcun interesse ad occuparsene. Le varie università cui ho proposto di avviare uno studio sulle pericolosissime modifiche delle dinamiche terrestri, causate dalle dissennate attività umane, non hanno mostrato alcun interesse. Nel 2013 ci sono andato fino in Australia, all’Istituto di Fisica di Melbourne, sperando in una maggiore disponibilità degli ambienti scientifici di origine anglosassone, pur se di una remota provincia del Commonwealth, non avendone alcun risultato. Ne informai con un appello per la Terra firmato da oltre 300 persone, anche molti capi di stato e la Commissione dell’UE. Ebbi risposta solo da quest’ultima con una lettera che conservo, con la quale si limitavano a dirmi che ne prendevano atto: ma nulla ne seguì.

Professore, ho letto nel suo blog ed in alcuni suoi articoli, del polemico rapporto che la oppone all’intera comunità scientifica: tutti sostengono che il rallentamento della Terra è causato dalla “Fatale attrazione della luna”; questa è l’espressione che utilizzò il direttore del TG della Scienza Leonardo quando ne parlò nella edizione del 30 dicembre 2016 (il relativo breve video è linkato nella premessa del blog). Insieme al premio Nobel Rubbia ed a vari altri scienziati italiani e non, lo sostengono anche tutti i più famosi divulgatori scientifici (vedi video di Alberto Angela ugualmente linkato nel blog). Lei invece sostiene che la luna ha un ruolo marginalissimo e che tutto dipende dalle altre cause da lei indicate nel blog e nelle sue conferenze. Non le pare eccessiva questa sua posizione così malinconicamente isolata? Può darcene una giustificazione?

Una posizione così isolata che dura da 10 anni, con tutto quello che ne segue, specialmente sui social, è certamente molto dura da sostenere. Se ho resistito, a volte anche ad attacchi verbalmente violenti, è perché ritengo certa la mia analisi.

E su cosa basa questa sua certezza?

Su un semplice calcolo che evidentemente nessuno ha mai fatto. La luna, nella sua attuale configurazione astrale, gira intorno alla Terra da oltre 4,5 miliardi di anni; quindi anche la sua azione frenante deve essere ugualmente datata. Supponendo allora per un momento che il suddetto ritardo di due millesimi di secondo ci sia sempre stato (come c’è sempre stata la luna), con una semplice operazione aritmetica si può facilmente calcolare che sarebbero bastate poche decine di milioni di anni perché la Terra cessasse di girare. Se viceversa dopo 4,5 miliardi di anni continua a girare, vuol dire che le cause di un così enorme rallentamento vanno cercate altrove.

Nel suo blog lei afferma che tale ritardo è dovuto alla dissennatezza umana; ovvero a tutte quelle attività umane che modificano, ormai significativamente, quella che era la distribuzione della massa terrestre, mantenutasi abbastanza uniforme per miliardi di anni. Ciò inevitabilmente implica la modificazione di quelle dinamiche proprie della Terra, anch’esse rimaste sostanzialmente immutate per miliardi di anni.

Esatto! Prenda per esempio il quotidiano rallentamento di cui sopra, arrivato al mostruoso valore di 2 millesimi di secondo ogni giorno; circa un secolo e mezzo fa era pari a 1,5 millesimi di secondo ogni secolo; cosa dimostrata con certezza da ricerche paleontologiche fatte su reperti di fossili, il cui quotidiano accrescimento era dovuto al variare dell’illuminamento solare. Ebbene, basta una semplice divisione per capire che la misura dell’attuale rallentamento della Terra è aumentato di 50 mila volte rispetto ad un secolo e mezzo fa; questa non è una mia opinione; è una inconfutabile certezza. Basta questa semplice considerazione per capire chi ha ragione e chi ha torto. Considero una inaccettabile assurdità il fatto che la comunità scientifica mondiale ignori o taccia rispetto a questa semplice ma inconfutabile realtà. Diviene una mostruosità se si considera che tale colpevole silenzio non consente alla politica di prenderne consapevolezza ed iniziare a metterci un riparo.

Fra le dinamiche che secondo la sua analisi hanno subito inaccettabili e pericolose modificazioni, lei indica anche l’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’eclittica;

Certamente! La elevata velocità di rotazione e la totale consistenza fluida del magma di cui era formata la Terra, quando 4,5 miliardi di anni fa si è formata nel disco protoplanetario, fecero sì che tutta la sua massa si distribuisse uniformemente intorno al suo asse di rotazione; raggiungendo così una perfetta auto equilibratura. Per comprendere meglio si pensi a ciò che fa un gommista quando monta una gomma nuova sul cerchione di un’automobile; per compensare le inevitabili disuniformità proprie della nuova gomma applica delle piccole masse di piombo di appropriato peso, in precisi punti del cerchione individuati con l’aiuto della macchina equilibratrice. Tale operazione fa sì che l’asse della ruota non abbia quelle fastidiose oscillazioni (precessione) che si trasmetterebbero al volante ed a tutta la struttura del veicolo. L’estrazione di tutto il petrolio di un enorme giacimento, la costruzione di una megalopoli di grattacieli o la costruzione di un enorme invaso idrico in quota, hanno sulla Terra le stesse conseguenze che si avrebbero sulla ruota di cui sopra se si togliessero le masse di equilibratura posizionate accortamente dal gommista o se se ne aggiungessero altre in posizioni inappropriate. L’asse terrestre ne avrebbe le stesse conseguenze subite dall’asse della ruota; vi si introdurrebbe cioè una oscillazione (detta precessione) tale da modificare l’esposizione al sole dei due emisferi, con una periodicità che solo lo IERS conosce certamente; la conseguenza che se ne ha è il maggiore o minore irraggiamento solare che corrisponde alle periodiche variazioni dell’inclinazione del suo asse; nel corso di una certa stagione, per esempio estiva, l’irraggiamento è maggiore se l’oscillazione dell’asse fa inchinare la Terra di più verso il sole ed è minore se la fa allontanare. È di tutta evidenza che ciò può aumentare e non di poco, l’impazzimento climatico già di per sé in atto a causa del riscaldamento globale. Ritengo che anche il repentino abbassarsi del suolo che il restringimento comporta (per esempio in concomitanza dei tanti terremoti che se ne hanno) possa causare delle violente turbolenze nella sovrastante atmosfera (si pensi alle altissime colonne d’aria di abnorme peso scosse poderosamente dall’improvviso abbassarsi del suolo) dalle quali possono generarsi alterazioni climatiche che a loro volta, in presenza di condizioni in grado di innescare strane ma possibili risonanze, si verificano fenomeni di esaltazione che possono dare luogo a trombe d’aria e violenti uragani. Il notevole aumento che se n’è avuto negli ultimi anni, anche in luoghi ove non si erano mai verificati, ha finora trovato solo generiche motivazioni nel riscaldamento globale in atto; il quale ha comunque e certamente un ruolo rilevante nel determinare eventi così severi. C’è inoltre da aggiungere che la suddetta anomala oscillazione dell’asse terrestre e quindi della Terra nel suo insieme, si trasmette inevitabilmente anche all’enorme nucleo ferroso esistente al centro della Terra; nucleo che in quanto fortemente magnetizzato, è il prevalente generatore del campo magnetico terrestre. Non c’è quindi da meravigliarsi se, come ormai tutti gli studiosi rilevano, il nord magnetico si sposta significativamente e continuamente. Nessuno di essi però si spende per cercare di capirne e riferirne le possibili cause; che non possono che essere quelle appena indicate.

Grazie Professore; per la sua disponibilità e per l’oneroso ed appassionato impegno che dedica alla conoscenza dei reali e gravi problemi della nostra meravigliosa casa comune, unica nello sperduto, piccolo, ma sconfinato angolo di universo. Auguro a lei ed a tutti noi, che questo impegno le venga riconosciuto al più presto, affinché coloro che hanno il potere di agire per porci riparo, agiscano con ogni possibile sollecitudine.

L’accesso al blog è possibile attraverso il seguente link: https://perchelaterrasirestringe.wordpress.com

Il dottor Mastrogiuseppe si raccomanda di visionarlo, di condividerlo e sostenerlo in ogni modo possibile.

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