Vita da operaio, trova lavoro fuori dal Molise a 3 anni dalla chiusura dello Zuccherificio

Lieto fine lun 16 settembre 2019
Attualità di La Redazione
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Vita da operaio, trova lavoro fuori dal Molise a 3 anni dalla chiusura dello Zuccherificio ©Termolionline.it
Vita da operaio, trova lavoro fuori dal Molise a 3 anni dalla chiusura dello Zuccherificio ©Termolionline.it

TERMOLI. A distanza di tre anni dalla chiusura dello Zuccherificio del Molise arriva una storia con un lieto fine, atteso però davvero a lungo. «Con poche righe vorrei rendere nota a tutti la mia storia lavorativa. Circa 30 anni fa sono entrato per la prima volta nel grande transatlantico molisano, cioè lo Zuccherificio spa.

Ho fatto la prima campagna saccarifera e subito dopo mi hanno fatto un contratto di 3 anni come formazione lavoro. Sono stati tre anni pieni di grinta, con la voglia di rubare con gli occhi il mestiere ai maestri d'opera.

Finalmente dopo i tre anni ho avuto il contratto a tempo indeterminato: la vita era cambiata, avevo uno stipendio e una dignità. Ho comprato casa con il mutuo e mi sono sposato e dalla nostra storia sono nati 2 figli. La vita aveva un senso, vivere per progredire.

Ho sempre saputo che era una fabbrica voluta dalla politica per non far allontanare dal proprio territorio le forze lavoro, la stessa giovava in termini di consenso elettorale. Un gioco che ha sempre funzionato, fino a quando sono arrivati i giocolieri politici dei giorni nostri, quelli che senza leggere o scrivere decidono di staccare la presa.

Nel negli anni 2008-2012 incomincia in declino deciso dalle politiche europee.

Allora i nostri rappresentanti erano il ministro Alemanno e il parlamentare Pittella: nulla da fare si è deciso per la rottamazione degli zuccherifici europei regalando loro circa 43 milioni di euro per la rottamazione.

Termoli con politica, sindacati e lavoratori al contrario hanno deciso per la continuità, pagando una ammenda di 32 milioni di euro.

Nel 2012 arriva il fallimento della spa che solo 2 anni prima aveva investito 16 milioni per la ristrutturazione aziendale. Si crea una new Co per a dare avanti e cercare di tenere le quote di produzione o meglio affittarle per creare introito.

Dal 2012 al 2016 la tragedia, con una continua gestione da parte di commissari decisi prima dalla politica e poi da chi di competenza. Sperpero di denaro per pagare amministratori e ditte per gestire la fabbrica alla faccia dei creditori e dei lavoratori. Vedevo e toccavo con mano che il sogno era finito.

I sindacati e la politica "sembravano" in sintonia sulla difesa dei posti di lavoro. Si sentiva sempre la stessa frase... Nessuno rimarrà solo tutti avranno un lavoro, ma da quel momento un continuo raggiro, una continua illusione che oggi si vede nella politica sparita insieme ai sindacati, i lavoratori al contrario sono rimasti soli e abbandonati.

Io ho continuato a credere a me stesso nonostante i miei 50 anni passati con a carico moglie e figli oggi all'università. La politica non mi ha mai dato nulla, e posso dire con orgoglio che non mi sono mai illuso, ho sempre ottenuto tutto con il sudore.

Alla politica posso solo dire di vergognarsi delle scelte fatte, ai sindacati dico invece di lasciare il posto a chi ha capacità e non stare lì tanto per avere reddito con le deleghe dei lavoratori.

Ai lavoratori invece gli chiedo di essere svegli e credere mai alla politica perché non ha mai dato buoni risultati.

Ora inizia la mia nuova avventura: sarò assunto per un anno da una grande azienda fiorentina che lavora prevalentemente per acciaierie e piattaforme marine, sarò affiancato da un responsabile che cederà il posto dopo un mese, anche se lontano da casa con orgoglio posso dire di essere stato fortunato, darò sostegno alla famiglia più di prima. Questo lavoro mi permette di fare 15 giorni in azienda e 15 a casa con un la paga di una intera mensilità.

Un saluto e un augurio a tutti i lavoratori molisani, ricordatevi alzate la testa senza avere paura di nessuno. Se avete ancora passione e capacità rimettetevi in gioco. Un lavoratore molisano».

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