I "regali" che tirano nei Comuni

Provocazione mar 17 settembre 2019
Attualità di Claudio de Luca
3min
Palazzo Ducale ©Termolionline.it
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LARINO. Proveniente da Santa Maria Capua Vetere, sono atterrato a Larino nel luglio del 1962. Qui ho frequentato il liceo “d’Ovidio” quand’era preside nostra Signora Freda. Dopo l’Università, ho insegnato belle lettere per un paio d’anni e poi ho tentato di entrare in Rai quale programmista. Al concorso finii agli orali tra i 4 concorrenti rimasti sui 500 iniziali, ma senza prevalere. Infine vinsi uno dei pochi concorsi pubblici (oggi si chiamano direttamente, solo gli eletti), banditi dal Comune, per un posto di funzionario comandante nella Polizia locale. In prosieguo ho ‘tentato’ di diventare dirigente in quel di Termoli e poi ho provato a cimentarmi alla guida dei ‘berretti bianchi’ di Campobasso, sconfitto – in entrambi i casi – dal motto “non praevalebunt”. Nel 2009 sono diventato quiescente dopo essere stato oberato dalle funzioni dirigenziali nel Servizio degli affari generali e dalla responsabilità dell’Ufficio di piano del Comitato dei 15 Sindaci dell’Ambito territoriale sociale. Mi sono pure occupato dell’organizzazione del Corpo, mai nato, della Polizia dell’Unione del Basso Biferno. Insomma, ho sintetizzato, in poche righe, 33 anni di vita lavorativa.

Da ‘grande’ non mi sono mai arrischiato a fare il politico, un settore dove già navigano tanti aspiranti. Se vi chiedete perché, rispondo che, essendo troppo abituato a dire sempre ciò che penso, non sarei mai potuto entrare in quel ruolo. Chi mai avrebbe potuto dare il proprio voto ad uno che preferisce spiattellarti in faccia la verità? Avrei, però, voluto occuparmi – da un punto di vista tecnico – del campo delle sanzioni amministrative. Ma me ne sono astenuto. Quanta gente sa che i relativi proventi hanno una destinazione finalizzata dal momento che il legislatore ha stabilito che le somme introitate a tale titolo debbono essere reinvestite solo per apprestare parcheggi, asfaltare strade, installarvi punti-luce, ma che questo non accade quasi mai? I vari Comuni che situano misuratori di velocità lungo la ‘Bifernina’ si preoccupano solo di far cassa per spendere i quattrini conseguiti per finalità altre, sicuramente lontane da quelle perseguite dal Codice. Basterebbe attivare la Procura della Corte dei conti per impedire la collocazione di tante installazioni lungo le strade di fondovalle con la patetica scusa di volere impedire gli incidenti attribuiti alla velocità.

Gli assessori dei Comuni sono soggetti ben strani. In luogo di applicare tasse, imposte e tributi ‘cum grano salis’ (cioè facendo pagare a ciascuno quanto sia dovuto per i servizi prestati), preferiscono colpire i ‘forestieri’ di passaggio sul proprio territorio ma non i propri elettori. Questa doppia morale amministrativa è veramente curiosa perché giustificata solo dal fatto che gli autisti in transito votano per amministratori di altri Paesi. Nella sostanza, si ritiene più giusto ‘regalare’ un passaggio quotidiano all’utenza degli ‘scuolabus’ per pochi centesimi (scaricando il costo finale sull’intera cittadinanza, ivi compresi quei genitori che non hanno mai avuto figli o che non abitino in campagna o che ne vantino di liceali ed universitari).

Lo stesso dìcasi per tanti altri servizi ‘offerti’ solo a chi ne faccia uso reale in barba ad ogni principio contabile di corretta contribuzione alle spese con il pagamento del ‘ticket’ istituito sui servizi a domanda individuale come nel caso di chi usufruisca dei campi sportivi e delle palestre, versando solo pochi soldi ad un Comune che, poi, deve preoccuparsi della manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, ponendo le spese in capo alla generalità dei contribuenti. Pensiamo agli utilizzatori dei vari locali comunali di pubblico spettacolo e delle Sale consiliari regalati ad una utenza sempre più furba, mentre l’Ente si accolla le spese di straordinario, di luce e di riscaldamento, sicuramente di gran lunga superiori al poco che è stato versato. I più furbi chiedono il patrocinio comunale, magari mai regolamentato localmente, per non dare alcunché, tanto pagano tutti per questi pochi furbi.

Se questa è la verità (e sottolineo il ‘se’, perché non è così in tutti i Comuni), perché impegnarsi in politica per rovinarsi il fegato, già abbondantemente rovinato nel corso di 33 anni di servizio continuo?

Claudio de Luca

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