Il reddito di residenza è nato prima in Molise o in Sardegna?

?L’uovo o la gallina? gio 03 ottobre 2019
Attualità di La Redazione
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Reddito di residenza ©firstonline.info
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MOLISE. Il reddito di residenza è nato prima in Molise o in Sardegna?

La domanda: ma l’idea l’hanno avuto prima a Villasalto in Sardegna o a Campobasso? Dovremmo attingere ai documenti amministrativi per saperlo. Ma sta di fatto che, prima la Cnn e poi il ‘Guardian’, hanno citato solo il Molise, permettendo alla 20.a regione di conseguire un risalto internazionale dopo di avere inventato questo inedito (ed ennesimo) reddito denominato “di cittadinanza attiva”. Il primo a tenerlo a battesimo (criticato da “Forche caudine”) è stato il Presidente Toma con il suo Esecutivo, dopo che le linee fondamentali erano state tracciate dal cons. Antonio Tedeschi. L’ònere della Regione rimane quello di versare 700 euro mensili a chi abbia deciso di stabilirsi in uno dei comuni-polvere (quelli demograficamente inferiori ai 2mila abitanti) per avviarvi un’attività. Per ottenere la somma si dovrà dimostrare di avere attivato un servizio od una impresa in grado di contribuire all’economia locale; nella sostanza, seppure lavorando da remoto, acquistando (o locando) un’abitazione. Il bando è già partito a settembre ed è prevista una fase che durerà un anno. I candidati saranno accettati in numero di 40 e la promessa è che le condizioni di ciascuno saranno valutate con scrupolo e con discernimento. Ultima ciliegina: il reddito potrebbe essere concesso anche agli immigrati ed agli stranieri, sempre che risultino in possesso dei requisiti richiesti.

‘Concorrente’ del Molise è Villasalto (Sud della Sardegna, in provincia di Cagliari) dove una nuova nascita già fa notizia. Sin dagli Anni ‘80 la popolazione si è dimezzata ed oggi gli abitanti sono appena un migliaio. Qui, col medesimo intento di rilanciare l'economia e di creare occupazione, l'Amministrazione comunale ha introdotto nei suoi regolamenti la medesima tipologia di reddito: 700 euro al mese per 5 anni destinato alle famiglie di almeno tre persone, di cui un figlio minore (e, poi, ancora: 500 per i ‘single’ e per le coppie, con un incremento già previsto in caso di nascita di un figlio). Il piccolo Comune ne ha parlato sulla sua pagina di Facebook, ritenendo necessario sostenere le famiglie e per ricreare quel lavoro che, con la chiusura di una miniera una trentina di anni fa, oggi scarseggia.

Naturalmente ritengono che si tratti di una «misura unica nel suo genere dal momento che, con tale iniziativa, si intende fronteggiare lo spopolamento per dare luogo ad alcune iniziative che contrastino la diminuzione degli abitanti, l'invecchiamento della popolazione ed il rischio di perdita di altri servizi pubblici per dare avvio ad una inversione della tendenza attuale, creando aspettative positive per il ‘trend’ demografico e per l'economia locale». In altri Paesi (Ollolai, in provincia di Nuoro), gli Amministratori si sono affidati al progetto (già praticato da anni in Molise) della case vendute ad un euro. «In tutti questi anni - si legge sul profilo-social dell’Ente - c'è stata una notevole diminuzione della popolazione che, nell’arco temporale di un trentennio, è calata da quasi 3.000 a 1.030 abitanti, per non parlare della diminuzione delle attività economiche e della perdita di quasi tutte quelle artigiane, terziarie e alimentari. Infine c’è stata la soppressione della scuola secondaria di primo grado, il degrado delle abitazioni lasciate semi-abbandonate e la riduzione del numero degli alunni frequentanti le scuole dell'infanzia e quelle primarie ridotte ad un numero che non garantisce il servizio scolastico offerto».

In sostanza, chi sia arrivato prima ad ‘inventare’ la nuova tipologia di reddito non ha importanza. Tanto più che, come a Villasalto, anche in Molise v’è necessità di rinnovare l’economia locale. Il cons. Tedeschi ritiene che “I nuovi arrivati devono essere liberi di dare il via a tutto ciò che vogliono per ottenere sostegno finanziario: magari una piccola locanda, un ristorantino, un bar, una piccola fattoria rurale, una biblioteca o un negozio che venda eccellenze gastronomiche locali”. Purtroppo sono migliaia le persone che hanno lasciato il Molise negli ultimi anni, al punto che il loro numero è diminuito di 9mila unità dal 2014, portando la popolazione della Regione a meno di 300mila abitanti effettivi.

Claudio de Luca

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