Fascicolo sanitario elettronico, come ha risposto il Molise

Diamo i numeri ven 18 ottobre 2019
Attualità di Claudio de Luca
3min
Fascicolo sanitario elettronico ©TermoliOnLine
Fascicolo sanitario elettronico ©TermoliOnLine

CAMPOBASSO. In 19 Regioni su 20 è stato attivato il Fascicolo sanitario elettronico (Fse). Nel 2016 erano solo 10 quelle che avevano aderito alla gestione telematica delle informazioni sulla salute dei propri pazienti. Negli ultimi 3 anni sono aumentate del 90%, con oltre 11 milioni di cittadini che hanno dato il consenso all'apertura di un fascicolo, mentre hanno toccato quota 239 milioni i referti digitalizzati. L'unica Regione a non avere ancora attivato nessun Fse è la Calabria. Le diverse realtà compongono uno scenario frammentato e diversificato. Differente tanto la tipologia di servizi offerti quanto gli indici di attuazione e, in particolare, di utilizzo da parte di Aziende sanitarie, medici e cittadini.

Per quanto concerne la «media di realizzazione dei singoli servizi previsti dal piano», la maggior parte delle Regioni si attesta su percentuali superiori al 90% in termini di risultati raggiunti. Al ‘top’ si collocano (100%) Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana, Valle d'Aosta; Emilia-Romagna e Lazio si attestano sul 99%. L'Umbria si ferma all'85%, il Piemonte al 60%, l'Abruzzo al 36%. Sul fronte degli utilizzi, lo scenario appare frammentato. Per quanto riguarda il numero di operatori sanitari abilitati, si distinguono Lombardia, Toscana e Provincia di Trento con il 100%, seguono Sardegna con il 93% ed Emilia-Romagna con il 60%. Le rimanenti Regioni appaiono distaccate in classifica. Per quanto concerne le Asl che implementano il fascicolo sanitario elettronico, Molise e Provincia di Trento raggiungono il ‘top’; seguono Toscana, Valle d'Aosta e Friuli-Venezia Giulia. Alle spalle si piazzano Veneto e Lombardia, le restanti si collocano su percentuali nettamente più basse. I medici più «virtuosi» nell'utilizzo del fascicolo sanitario elettronico sono quelli che operano in Lombardia, Sardegna, Valle d'Aosta e Provincia di Trento. Bene anche i professionisti di Emilia-Romagna e Puglia; seguono quelli di Umbria e Veneto. I dati sono negativi sul versante dei medici che implementano i dati contenuti nel fascicolo sanitario elettronico. Infatti, con percentuali tutt'altro che brillanti, i più virtuosi sono Umbri e Valdostani, seguono i Siciliani ed i Sardi. Ma, in generale, su questo fronte c'è ancora molto da fare per migliorare le ‘performance’. Infine, in riferimento all'indice di utilizzo del fascicolo da parte dei cittadini, il 97% dei residenti nella Provincia di Trento ha attivato lo strumento, al secondo posto si piazza il Friuli-Venezia Giulia con il 75%, sul gradino più basso del podio troviamo la Toscana con il 62%. Seguono Lombardia con il 56% e Valle d'Aosta con il 55%. Molto più basse le percentuali che si registrano nelle altre Regioni, tra cui il Molise.

Il Fse consente di avere a disposizione i dati clinici dei pazienti in formato digitale, di tracciare e consultare la storia della vita sanitaria di ogni cittadino, condividendola con i professionisti sanitari. Per attivare il fascicolo, fornendo il consenso alla sua alimentazione e consultazione, bisogna consultare le modalità adottate dalle singole Regioni e Province autonome. Tutte le informazioni, ed i documenti, sono interoperabili per permettere la consultazione su tutto il territorio, e non solo nella Regione di residenza dell'assistito. Tale sistema consente di godere di una maggiore libertà nella scelta della cura e nella condivisione delle informazioni. L'accesso al fascicolo da parte dei professionisti sanitari, in ispecial modo in situazioni di emergenza, consente di conoscere tutto ciò che è necessario per intervenire. Ogni azione medica che riguarda l'assistito viene tracciata e codificata, evitando la ripetizione di indagini non necessarie. L'istituzione del Fse rappresenta un trattamento dei dati ulteriore (e distinto) rispetto all'insieme di quelli derivanti dall'erogazione delle prestazioni sanitarie. Le modalità di accesso devono essere esplicitate dall'assistito mediante l'espressione di consensi, resi a seguito della visione dell'informativa. L'assistito può scegliere chi è autorizzato a consultare il suo fascicolo, in quali condizioni e quali dati, scegliendo anche l'oscuramento di alcune informazioni, ottenendo anche la visibilità di chi e quando ha avuto accesso al suo fascicolo.

Claudio de Luca

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