Arriva la local tax, novità per i Comuni

Taglia e cuci lun 04 novembre 2019
Attualità di Claudio de Luca
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Soldi ©Youtube
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ROMA. In un disegno di legge, la Manovra 2020, allo scopo di semplificare, sta riscrivendo le regole della fiscalità locale. Cosicché dall'anno prossimo non avremo più: 1) la tassa ed il canone per l'occupazione di spazi e aree pubbliche (Tosap e Cosap); 2) l'imposta sulla pubblicità; 3) il diritto sulle pubbliche affissioni; 4) il canone per l'installazione di mezzi pubblicitari; 5) quello per l'occupazione del suolo stradale sulle strade comunali e provinciali.

Tutte queste voci confluiranno nella “local-tax”, che il legislatore giallorosso ha voluto definire “canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria”. Il nuovo tributo assommerà qualunque “canone ricognitorio o concessorio previsto da norme di legge e dai regolamenti comunali e provinciali, fatti salvi quelli connessi a prestazioni di servizi”.

Ai commercianti in forma itinerante, o con posto fisso nei mercati rionali, si applicherà un “Canone patrimoniale di concessione per l'occupazione” di suolo pubblico che dovrà essere corrisposto da chi occupa aree e spazi appartenenti al demanio, destinati all'organizzazione di mercati realizzati anche in strutture attrezzate. Tra le aree comunali (la cui occupazione fa scattare il pagamento) rientreranno i tratti di strada situati all'interno dei centri abitati, ma saranno solamente quelli dei comuni con popolazione eccedente il limite dei 10mila abitanti. Ciò perché il legislatore si dice convinto che i mercati locali, in ispecie quelli operativi nei piccoli centri, rappresentino un'importante spazio di socializzazione.

Infine è con l'accorpamento, in un unico tributo, di Imu e Tasi che si ritiene di semplificare per le vie brevi la vita dei cittadini e delle imprese. E’ proprio con l'unificazione di queste due voci (che alimentano fortemente i bilanci dei Comuni) che s’intende tratteggiare il tentativo di un'operazione di semplificazione sicuramente significativa per la Manovra 2020. Per il momento non è ancora chiaro se l'accorpamento potrà avvenire sin dall'anno prossimo oppure avrà inizio dal 2021. «Il gettito per i Comuni sarà invariato, ma il quadro impositivo risulterà semplificato perché unifichiamo due imposte che gravavano sulla stessa base imponibile», così spiega il vice-Ministro Misiani. Da un punto di vista tecnico scomparirà la componente dell’imposta unica comunale (Iuc) sugli utilizzatori di immobili non adibiti ad abitazione principale. La nuova super Imu, orfana della Tasi, avrà un'aliquota massima identica a quella che oggi costituisce il tetto massimo, cosicché la somma dei due tributi immobiliari non potrà superare il 10,6 per mille.

Sulla deducibilità dal reddito di impresa dell'Imu relativa ai beni strumentali si consuma invece un piccolo giallo ed un “botta e risposta” tra Maggioranza e Lega generato dal fatto che la bozza di d.d.l. lasciava intravvedere un ‘dietrofront’ del Governo sulla deducibilità piena. In effetti, nella bozza, si prevedeva un abbattimento Imu del 50% «per il periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2018», cosa che avrebbe rappresentato un’autentica stangata nei confronti delle imprese, visto che avrebbe cancellato - con un tratto di penna - la deducibilità graduale dell'Imu sui capannoni fino all'azzeramento totale nel 2023, che la Lega aveva fortemente voluto nel Decreto crescita n. 34/2019. Poi il Governo è ritornato a percorrere i propri passi all’indietro non solo confermando la deducibilità dell'Imu sui capannoni al 60% nel 2020 e 2021 (come previsto nel dl-crescita) ma anche anticipando la deducibilità totale che ora arriverà un anno prima del previsto, ossia nel 2022. «La riduzione dell'Imu sui capannoni non solo non sparirà, ma viene accelerata. La legge di bilancio anticipa infatti la totale deducibilità dal 2023 al 2022», ha precisato Misiani (continua – 1).

Claudio de Luca

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