Regione Molise, Province e canoni idrici: cosa accadrà nel 2020

Rebus ven 22 novembre 2019
Attualità di Claudio de Luca
2min
Acquedotto ©N. C.
Acquedotto ©N. C.

CAMPOBASSO. Il federalismo demaniale, che è stato il primo provvedimento di attuazione della legge-delega n. 42/2009 sul federalismo fiscale, prevede l'individuazione dei beni statali che possono essere attribuiti ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane ed alle Regioni nonché la successiva attribuzione dei beni agli enti medesimi. L'ente territoriale che subentra dispone del bene nell'interesse della collettività rappresentata ed è tenuto a favorirne la massima valorizzazione funzionale.

Fra tali beni vi sono i canoni ricavati dalla utilizzazione del demanio idrico trasferito. Una quota dei proventi è destinata - da ciascuna Regione - alle Province sulla scorta di una formale intesa. Or bene, a partire dal prossimo anno, la legge impone il trasferimento dalle Regioni alle Province di una parte dei canoni idrici, comunque non superiore al 60%. Ovviamente un provvedimento del genere rende più ricche le seconde ma impoverisce le prime i cui bilanci potrebbero patire pesanti ripercussioni. La ‘guerra’ è già in atto in Piemonte dove l’Ente sovraordinato ha dovuto rinunciare a quasi 35 milioni. I problemi nacquero sin dalla Presidenza Chiamparino, quando – con riferimento alla questione idrica - la Provincia Verbano-Cusio-Ossola (Vco) minacciò di secedere per essere inclusa nella Lombardia. Tutto finì con un’astensione al ‘referendum’ già indetto. Il problema fu risolto dopo che l’Esecutivo regionale chiuse il contenzioso versando 9 milioni per alcuni anni precedenti, impegnandosi a pagarne altri 4 per ciascun anno, a far tempo dal 2020. Logico supporre che, alla luce delle proprie difficoltà di finanza, ogni Provincia chiederà ciò che le è dovuto.

Cosa accadrà in Molise? Continuerà ad rimanere evidente la disparità tra le Province di Campobasso e di Isernia, se i benefici di legge dovessero beneficare i due territori in maniera non adeguata, e si conferisse ad entrambe una manciata di briciole? Una cosa parrebbe certa: la Regione uscirà dalla situazione con meno danaro in cassa perché, quanto disposto a livello nazionale, offrirà comunque una ‘chance’ ai due enti sottordinati che avrebbero facili argomenti per chiedere un trattamento proporzionalmente analogo. Ma c’è ancora un altro aspetto di questo cambiamento che occorre affrontare. Per l’ente sovraordinato le soluzioni sono diverse: gestire le acque e le condotte in proprio oppure fare società miste con il privato o addirittura bandi per dare le risorse in concessione?

Una cosa è certa, la Regione dovrà legiferare e dettagliare quanto prima per attrezzarsi, munendosi di obiettivi chiari. Ma varrebbe la pena, nella 20^ regione, di procedere alla conta tra le due Province oppure abbiamo a che fare col princisbecco anziché con l’oro vero? Se, in effetti i due capoluoghi dovessero conseguirne maggiori introiti, c’è anche da mettere sul piatto della bilancia l’incognita rappresentata dai costi per la manutenzione delle strutture. E tutti sanno di quanti interventi straordinari necessitino impianti che hanno un’imprescindibile bisogno di spese milionarie; e la Regione, già dal prossimo anno, avrà la disponibilità di tanti soldi in meno dal momento che dovrà aprire il rubinetto verso le Province.

Per comprendere da quali entrate derivino i fondi regionali da girare alle Province, basti accennare che chiunque derivi ed utilizzi acque pubbliche è tenuto a soddisfare il canone demaniale annuo. Per calcolarlo, l'unità di misura - per tutti gli usi - è il "modulo" che, per esempio in Abruzzo, corrisponde ad una portata di 100 l/s. Questo non vale per l'uso irriguo cosiddetto “a bocca non tassata" per cui l'unità di misura è l'ettaro di superficie irrigata . Per l'uso "idroelettrico", invece, il canone deve essere calcolato in base ai chilowatt di potenza nominale media annua di concessione. I canoni, i sovraccanoni e l'addizionale regionale (se applicata), relativi all'utilizzazione delle acque pubbliche sono dovuti per anno solare e sono versati anticipatamente.

Claudio de Luca


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